Sono quasi all’ordine del giorno, anche per l’attenzione mediatica sul fenomeno, episodi di violenza tra giovani, fatti che per la loro gravità sembrano andare al di là della semplice devianza legata a contesti, appartenenze, culture malavitose, e configurano una condizione di possibile patologia.
Tratti di psicopatia possono essere alla base di questi comportamenti quasi incomprensibili per la loro spietatezza. Lo psicopatico viene infatti come un essere senza paura, spavaldo o indifferente di fronte al pericolo e alla punizione.
Gli psicopatici sono, in realtà, davvero senza paura? Questa mancanza di paura è innata e gli psicopatici la dimostrano da subito, in giovane età? Oppure, al contrario, la mancanza di paura è un predittore della psicopatia?
Sono domande alle quali hanno cercato di dare una risposta, nel tempo, molte ricerche.
Il concetto di "temperamento senza paura" è stato espresso in studi apparsi già nella metà del secolo scorso. La psicopatia deriverebbe in una maggiore mancanza di paura già rilevabile nell’infanzia. Gli stili genitoriali possono attenuare o accentuare l'espressione di questa caratteristica nei bambini.
Genitori che esprimono lode o apprezzamento per le sfide spericolate affrontate dai figli o per le loro bravate, sono un esempio di questo tipo di genitorialità.
Secondo una ricerca recentemente pubblicata sulla rivista svizzera Children, molti sono gli studi che hanno segnalato associazioni significative tra tratti psicopatici giovanili e mancanza di paura. Inoltre, questi studi hanno osservato che la mancanza di paura valutata in età precoce è associata a futuri tratti insensibili e privi di emozioni".
Uno studio recente ha ulteriormente esaminato l'ipotesi di una “bassa paura” nei bambini e il parallelo emergere di tratti anemotivi.
La mancanza di paura si manifestava in problemi di condotta in cui i bambini mostravano appunto tratti di insensibilità. Nell'esaminare il ruolo della genitorialità, questo studio ha determinato che gli interventi genitoriali possono aiutare a mediare e correggere l'espressione di problemi di condotta derivanti dalla mancanza di paura. Lo studio, in aggiunta, non ha trovato differenze di genere degne di nota in riferimento a questo fenomeno.
Una ricerca del 2021 pubblicata sul Journal of Psychopathological Behavioral Assessment ha discusso la neuroscienza dell'”impavidità”. Ha rilevato che l'elaborazione della paura nel cervello è associata a una struttura anatomica a forma di mandorla nota come amigdala.
I ricercatori hanno affermato che "il supporto all'ipotesi della bassa paura è ancorato a prove psicofisiologiche e comportamentali secondo cui gli psicopatici spesso mostrano bassa ansia e un utilizzo alterato di informazioni emotivamente importanti, quali ad esempio pericoli e minacce”.
In definitiva, viene confermata questa correlazione tra mancanza di paura e comportamenti violenti, scatenati anche per un fondo di psicopatia.
Alla base di atti devianti e criminali commessi dai giovani c’è una storia che forse risale, oltre che a una componente personale, anche a una sbagliata educazione ricevuta da genitori che hanno sottovalutato la gravità e la pericolosità di loro atteggiamenti sfidanti già in tenere età.