Gli adolescenti che inviano foto, video o messaggi a sfondo sessuale, hanno sei volte in più probabilità di essere sessualmente attivi rispetto ai loro coetanei.
Lo sostiene uno studio condotto dai ricercatori della University of Southern California, il quale fornisce una nuova comprensione del rapporto tra "sexting" e comportamento sessuale nella prima adolescenza, contribuendo al dibattito in corso sul fatto che i messaggi di testo sessualmente espliciti siano un comportamento a rischio o semplicemente un'estensione "tecnologica" dei normali flirt adolescenziali. L'ultima ricerca sull'argomento, pubblicata nel numero di luglio 2014 della rivista Pediatrics, ha rilevato che tra gli studenti delle scuole medie, per quelli che hanno riferito di aver ricevuto dei sext maggiore aumenta di sei volte, rispetto agli altri coetanei, la possibilità di essere già sessualmente attivi.
Mentre le ricerche del passato hanno esaminato il rapporto tra sexting e comportamento sessuale tra gli studenti delle scuole superiori e tra i giovani adulti, i ricercatori in questo caso erano particolarmente interessati a giovanissimi adolescenti. Infatti, i dati in passato avevano dimostrato chiari collegamenti tra un precoce inizio dell'esperienza sessuale e comportamenti sessuali a rischio, includendo le gravidanze in età adolescenziale, il sesso vissuto sotto l'influenza di droghe o alcool, esperienze di sesso forzato e un più alto rischio di malattie a trasmissione sessuale.
"Questi risultati sottolineano la necessità di formare educatori sanitari, pediatri e genitori su come sia meglio comunicare con i giovani adolescenti a proposito del sexting in relazione al comportamento sessuale", ha detto l'autore Eric Rice, assistente professore presso la USC School of Social Work. "La conversazione sul sexting dovrebbe avvenire non appena il bambino entra in possesso di un telefono cellulare."
Lo studio anonimo ha campionato più di 1.300 studenti delle scuole medie a Los Angeles. Gli intervistati avevano un'età compresa tra i 10 e i 15 anni, con un'età media di 12,3 anni. I ricercatori hanno scoperto che anche quando i giovani adolescenti che avevano inviato più di 100 messaggi al giorno avevano maggiori probabilità, rispetto agli altri, di essere sessualmente attivi.
Altri risultati importanti sono stati:
- i ragazzi che inviano sext hanno quasi quattro volte in più, rispetto agli altri, di probabilità di fare sesso reale;
- invio e ricezione vanno di pari passo: chi riceve un sext ha 23 volte in piu' le probabilita' di inviarne uno;
- gli studenti che si sono identificati come LGBTQ* hanno 9 volte più probabilità degli altri di avere inviato un sext.
- tuttavia, a differenza delle ricerche precedenti sugli studenti delle scuole superiori, lo studio ha mostrato che i giovani adolescenti dichiaratisi LGBTQ non avevano più probabilità degli altri di essere sessualmente attivi.
- i ragazzi che mandano piu' di 100 sms al giorno hanno il doppio delle possibilita' di ricevere un sext e quasi 4,5 volte in piu' le probabilita' di inviarlo.
La forte correlazione tra gli studenti che hanno inviato sexts e hanno riferito di avere un'attività sessuale sottolinea la necessità di fare ulteriori ricerche e di porre grande attenzione al rapporto tra l'uso della tecnologia e il comportamento sessuale tra i giovanissimi adolescenti.
"I nostri risultati mostrano che l'eccessiva, senza limiti o non controllata abitudine di inviare sms sembra portare alla pratica del sexting", ha detto il professor Rice. "I genitori dovrebbero controllare apertamente il cellulare di un loro figlio nella prima adolescenza, effettuando il controllo insieme a lui, verificando con chi sta comunicando, e forse limitare il numero di sms consentiti al mese."
Nel complesso, il 20 per cento degli studenti che ha a disposizione telefoni cellulari in grado di inviare sms, ha dichiarato di aver mai ricevuto un sext, e il 5 per cento di averne inviato uno. I ricercatori hanno definito "sext" nella loro indagine un testo o una foto sessualmente suggestivi.
*acronimo di “L”esbian, “G”ay,“B”isexual, “T”ransgender, “Q”ueer or “Q”uestioning.