Una mattinata densa di contenuti quella che ha visto impegnati amministratori locali, professionisti della cura, esponenti del Terzo settore, operatori sociali nella cornice dell’omonimo convegno che si è svolto il 26 gennaio a Palazzo Reale, in una Sala conferenze gremita di partecipanti.
Difficile riassumere in poche righe gli interventi articolati da una quindicina di relatori autorevoli e competenti; tuttavia, si può individuare un filo conduttore in alcuni punti critici che derivano dalla gestione prettamente emergenziale del fenomeno migratorio:
- la diffusa ignoranza – in Italia e in Europa - delle radici, delle tradizioni e della struttura culturale e religiosa delle popolazioni a cui i migranti appartengono, che vengano dall’Est europeo, dal Medio Oriente o dall’Africa;
- la scarsa elaborazione su quali aspetti del nostro modello di convivenza sociale e politica siano da valorizzare, comprendere e accettare, affinché non scatti, nei confronti dei migranti, un meccanismo di rifiuto da chi sente minacciati sicurezza, identità culturale, equilibri politico-sociali;
- insufficienti studio e lavoro con ragazzi e ragazze che non rientrano nelle nostre categorie: siamo di fronte a minori adultizzati o semplicemente a giovani adulti?
A partire dai punti critici evidenziati, si è cercato di tratteggiare alcune linee guida per lavorare al superamento degli ostacoli rilevati:
- i percorsi di accoglienza e integrazione vanno costruiti sui veri bisogni dei minori migranti non accompagnati, offrendo loro un progetto di vita praticabile.
- Diventa prioritario per servizi e operatori capire chi sono questi ragazzi, da dove vengono, quali percorsi di maturazione hanno compiuto, quali livelli di autonomia e di capacità hanno raggiunto.
- Il viaggio e l’adultità: la migrazione, ancor più per i minori non accompagnati, prevede rischi, a volta individuali, altre volte condivisi socialmente. Una sorta di rito di passaggio, che spinge i ragazzi a ritenersi adulti: accoglierli come tali e confrontarsi su queste basi diventa necessario.
Per concludere, il convegno “Minori non accompagnati: storie di legami e migrazioni” ha rappresentato una proficua mattinata in cui si sono poste domande e aperte questioni, affinché amministratori e operatori riflettano e cerchino meglio e più a fondo risposte adeguate, confrontando esperienze e risultati, valutando successi ed errori, accettando critiche, superando pigrizie e luoghi comuni.
Sul convegno, un articolo del Corriere della SeraCorriere della Sera
Il Melograno Cooperativa Sociale