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Non posso non pensare a lei nei giorni in cui si celebrano la giornata dei Giusti e, a poca distanza, la giornata internazionale della donna. Penso a lei che di Giusti nella sua strada ne ha incontrati pochi e decisamente tardi.

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Uno di loro l'ha ascoltata parlare nel suo italiano stentato, allo sportello dell'ufficio stranieri della Cgil e forse è stata la prima volta che qualcuno prestava attenzione alle sue richieste di aiuto.

Così lei ha bussato alla mia porta e poi altre se ne sono aperte: quella del centro antiviolenza genovese, che quest'anno ha già accolto e prestato aiuto a 90 donne vittime di abusi e maltrattamenti e quella del consolato del suo paese di origine che l'ha sostenuta come ogni consolato dovrebbe fare con i suoi concittadini.

Ma altre le sono state letteralmente sbattute in faccia. La chiamiamo Maria, non perché non abbia diritto alla sua identità, ma perché ha un'urgenza di protezione che purtroppo compromette e comprime in parte gli altri suoi pur inviolabili diritti.

Maria qualche tempo fa si innamora di un coetaneo Italiano, si scrivono lettere d'amore, si incontrano prima in sud America dove lei viveva e poi insieme si trasferiscono in Italia e si sposano.

Per amore Maria lascia il suo paese e la sua famiglia. Per paura e per amore sopporta senza denunciare i pugni in faccia e le minacce. Quando lui, che non merita neppure un nome di fantasia, la minaccia che comprerà una pistola "pulita" e ucciderà lei e sua figlia, Maria cede al terrore che la vendetta dell'uomo (ma forse sarebbe più appropriato definirlo "maschio bipede" perché gli uomini sono un'altra cosa) si ripercuota sulla figlia.

Subisce ogni male, ogni umiliazione. Lui la ricatta dicendole che potrebbe farle perderle anche il permesso di soggiorno, perché quel permesso, le dice, è legato indissolubilmente a lui e alla loro convivenza. La terra inizia a tremarle sotto i piedi e sente perdere ogni punto di appoggio.

Quando lui cerca di "venderla" dapprima ai suoi amici e poi a degli sconosciuti su internet, pubblicando video e foto scattate di nascosto che la ritraggono nuda e offrendola al miglior offerente, Maria si disgusta, si dispera, ma non riesce a reagire.

Sarà quel primo Giusto, incontrato in sindacato, che la convincerà a presentare denuncia alle forze dell'ordine.

Maria si vergogna troppo e davanti ai carabinieri non racconterà di internet e dei video ma "solo" delle botte e delle minacce.

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Dopo qualche giorno, recuperata un pò di fiducia nel genere umano, Maria racconterà, questa volta alla polizia, che il marito aveva cercato di "venderla" diffondendo sue immagini intime, confiderà la sua vergogna e la sua impotenza: "cosa avrei potuto fare, sono in Italia senza nessun tipo di aiuto o appoggio se non lui, che mi picchia e mi insulta per ogni cosa. Giornalmente mi urla: non vali niente, ti faccio male, ti ammazzo te e tua figlia."

Vorrei poter scrivere ora che lui è stato reso inoffensivo e Maria è salva. In realtà di lui non si sa più nulla, ma fino a qualche mese fa era libero, impunito e baldanzoso e continuava a minacciarla riuscendo ogni volta a scoprire il suo nuovo "nascondiglio”.

Maria ha cambiato già diverse città per tentare di fare perdere le sue tracce, ha trovato alcuni Giusti e molte Giuste che le hanno teso una mano di aiuto, l'hanno ascoltata, ospitata e protetta, ma il suo permesso di soggiorno le è stato tolto da una amministrazione a dir poco ottusa.

Maria è una guerriera e sta combattendo per riavere il suo titolo a risiedere legalmente nel nostro Paese. Ha subito botte e umiliazioni di ogni tipo, molte irriferibili, non si arrende di certo davanti ad un diniego della questura, di quella stessa questura che pure aveva ascoltato i suoi singhiozzi e ricevuto la sua denuncia.

Ma le divise che hanno tentato di difenderla stanno in una stanza diversa da quella, evidentemente insonorizzata e sterile, dove si è deciso di privarla dell'unica protezione che ancora le era rimasta, cosi in qualche modo dando seguito alle minacce del suo coniuge aguzzino.

Chiedeva di essere difesa Maria e si è imbattuta nella “banalità del male” in tutta la sua insipida ferocia.

Ora starà ad altri si spera "giusti" metterci una pezza. “Chi salva una vita, salva il mondo intero” è il mantra dei Giusti. Speriamo che Maria venga salvata e noi con lei.



articolo precedentemente pubblicato da Repubblica


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