I comportamenti autolesionistici dei giovani, paradossalmente, vengono alimentati dal desiderio di trovare sollievo e sentirsi meglio con se stessi, nel tentativo di uscire da una situazione di sofferenza psicologica.
L'autolesionismo viene definito come il danneggiare se stessi di proposito ma senza l'intenzione di suicidarsi. La ricerca rileva che circa il 17% degli adolescenti si fa male intenzionalmente. Le ragazze, in genere, a differenza dei maschi, iniziano a ferirsi in giovane età e scelgono forme più gravi di autolesionismo. I ragazzi invece tendono perlopiù a farsi del male quando sono sono effetto di stupefacenti, o ubriachi, o quando si trovano in un contesto sociale e non da soli.
Una nuova ricerca sistematica sulla questione dell'autolesiosismo giovanile, pubblicato all'inizio di maggio 2018, esamina specificamente le ragioni per cui i giovani si feriscono. Ricercatori norvegesi hanno raccolto i dati di 20 studi sull'autolesionismo negli adolescenti per scoprire cosa fa sì che i giovani danneggino il proprio corpo.
"Le nostre nuove scoperte mostrano che i giovani usano l'autolesionismo per esprimere sentimenti che pensano di dover nascondere" ha detto l'autrice principale della ricerca, Indrevoll Stänicke, psicologa all'Università di Oslo.
"Fare del male a se stessi diventa un modo per condividere emozioni difficili che i giovani credono nessuna parola possa descrivere. Quando gli adolescenti credono che gli altri, e la società in genere, non vogliano conoscere e prestare attenzione a sentimenti o esperienze difficili, possono cercare altri canali per esprimerli, come il loro stesso corpo".
I ricercatori hanno trovato quattro ragioni principali per cui gli adolescenti si fanno del male.
In primo luogo, i giovani credono che l'autolesionismo offra sollievo dalle loro difficoltà emotive. Descrivono l'autolesionismo come un atto che li aiuta a sentirsi meglio con se stessi, a sentirsi vivi o a che li aiuta a produrre sentimenti positivi.
In secondo luogo, gli autori hanno trovato una categoria di adolescenti che cercano di evitare o ottenere il controllo su sentimenti negativi come la rabbia e la frustrazione.
In terzo luogo, hanno trovato che alcuni adolescenti diventano autolesionisti per far fronte a sentimenti che non credono che altre persone accetteranno, o per proteggere gli altri dai propri sentimenti negativi.
Infine, gli studiosi hanno scoperto che alcuni giovani usano l'autolesionismo come un modo per connettersi con gli altri. Spesso, infatti, i giovani che si auto-feriscono si mettono in comunicazione con altri ragazzi online, sentendosi come se avessero finalmente trovato altre persone che li capiscono. In relazione a questo, alcuni giovani utilizzano l’autolesionismo come un grido di aiuto.
Janis Whitlock, ricercatrice presso il Bronfenbrenner Center for Transnational Research e direttore del Cornell Research Program su Self-Injury and Recovery, sostiene che il nuovo studio fornisce un'importante conferma per l'idea che i giovani che si auto-feriscono lo fanno, in definitiva, per sentirsi meglio e raggiungere una condizione almeno momentanea di benessere.
"Per molti giovani, l'autolesionismo è un modo per tornare a uno stato di equilibrio o mettersi in relazione con gli altri" ha spiegato, illustrando i risultati della ricerca.
"È un'idea sbagliata quella per cui i giovani che si auto-feriscono vogliano mettere fine alla propria vita", conclude la professoressa Whitock, "Occorre distinguere tra le tendenze suicidarie, che sono più nascoste e spesso più difficili da riconoscere, e i comportamenti autolesionistici, quando si predispongono interventi per contrastare la sofferenza psicologica dei giovani".