La discriminazione e il bullismo sperimentati dagli studenti entro il primo anno di scuola media che sono in sovrappeso o addirittura obesi, porta ad un grave aumento dei problemi emotivi entro la fine di terza media.
È quanto si evince da una nuova ricerca pubblicata nel Journal of Child Psychology Clinical & Adolescent. I risultati suggeriscono che per ridurre i problemi emotivi, gli sforzi non devono solo concentrarsi sulla perdita di peso di bambini e adolescenti , ma devono anche affrontare l’allarmante comportamento irrispettoso e di esclusione messo in atto dal loro gruppo di pari.
"L'equivoco diffuso è quello di credere che chiunque sia eccessivamente corpulento si senta in difficoltà a causa del proprio peso, ma i nostri risultati suggeriscono che l’umiliante reazione dei pari all’eccesso di peso sia il fattore sociale primario alla base di questi problemi emotivi" ha spiegato Jaana Juvonen, autore principale dello studio e professore di psicologia dello sviluppo presso l'Università della California.
"Questi problemi emotivi si possono sviluppare proprio quando un adolescente sta iniziando a frequentare la scuola media, che di per sé è già un momento di transizione molto difficile e carico di problematiche emotive nella vita di molti adolescenti".
Lo studio ha preso in considerazione i dati relativi a 5.128 ragazzi di un più ampio studio longitudinale fatto in 26 scuole medie della California. I dati sulla demografia e sull’indice di massa corporea (BMI) sono stati raccolti nel corso della primavera del primo anno di scuola media e la salute emotiva è stata valutata sia al primo che al terzo anno.
Agli studenti è stato chiesto di riferire le esperienze di discriminazione, relative al loro socrappeso, vissute durante il secondo anno, per vedere come avessero influenzato i cambiamenti intervenuti nella loro salute emotiva nel corso del successivo periodo di scuola media.
I ricercatori hanno esaminato gli effetti del BMI e della discriminazione in base al peso in seconda media su quanto riscontrato al termine del terzo anno, e hanno anche esaminato l'effetto indiretto del livello di BMI che i ragazzi avevano in prima media, sui cambiamenti emotivi rilevati in terza media.
In totale, circa un terzo dei ragazzi del campione di studio ha riportato almeno un'esperienza di discriminazione legata al peso, vissuta entro il secondo anno di scuola. Inoltre, i dati hanno mostrato che, entro la terza media, le ragazze hanno fatto rilevare livelli più elevati di solitudine e di sintomi somatici, come mal di testa, stanchezza, dolori di stomaco, nausea e inappetenza.
Molti programmi anti-obesità nelle scuole si concentrano sulla riduzione del livello di sovrappeso e obesità, sottolineando l'importanza della responsabilità personale nella gestione del proprio peso.
Tuttavia, i risultati di questo studio suggeriscono che i programmi "salutistici", pur ispirati da buone intenzioni, possono contribuire ai tassi crescenti di stigmatizzazione del peso, incolpando senza volerlo i giovani stessi della propria condizione di obesità.
"Nonostante le buone intenzioni, molti programmi di miglioramento della salute possono tuttavia aumentare la diffusione dello stigma del peso, in quanto i giovani in sovrappeso o obesi vengono disapprovati per il loro aspetto" ha sottolineato la professoressa Juvonen.
"I nostri risultati suggeriscono in definitiva che i programmi scolastici che aspirano a ridurre l'obesità dovrebbero promuovere non solo comportamenti sani, ma sostenere parallelamente l'accettazione del proprio peso e della diversità delle forme del corpo tra gli studenti".
I materiali dello studio sono disponibili presso il sito della Society for Healthcare Epidemiology of America.
Riferimento bibliografico: Jaana Juvonen, Leah M. Lessard, Hannah L. Schacter, Luisana Suchilt. Emotional Implications of Weight Stigma Across Middle School: The Role of Weight-Based Peer Discrimination. Journal of Clinical Child & Adolescent Psychology, 2016.