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Il bullismo è un comportamento antisociale, pericoloso e nocivo, presente nelle scuole di tutto il mondo. Il coinvolgimento nel bullismo, sia come responsabili che come vittime, ha gravi conseguenze a breve e lungo termine per tutti i membri della comunità scolastica, la famiglia e la società in generale, in quanto provoca problemi futuri di depressione e difficoltà nei rapporti sociali.

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Inoltre, gli studi sul bullismo collegano questo fenomeno all'uso di droghe e anche al fatto che le vittime, a loro volta, diventino autori di reato.

Il bullismo tra adolescenti è un problema serio che deve essere affrontato in modo tempestivo. Anche se il numero di studi sul bullismo è aumentato negli ultimi anni, esistono ancora lacune nella conoscenza delle sue conseguenze a lungo termine.

L'evoluzione del bullismo e delle sue manifestazioni attraverso comportamenti specifici, man mano che gli adolescenti crescono, sono stati al centro degli studi di un team internazionale di ricerca, che ha compreso ricercatori dell'Università di Cordoba, dell'Università di Cambridge e dell'Università di Zurigo.

Questo gruppo di studiosi ha identificato comportamenti di bullismo specifici in ciascuna fascia d'età, e ha stabilito in che modo gli adolescenti continuino a essere coinvolti nel bullismo oppure, al contrario, riescano a trovare una via d'uscita prima dell'età adulta.

I risultati sono stati recentemente pubblicati su Child Development, all’interno di un'analisi in cui viene spiegata l'evoluzione del bullismo.

In particolare viene descritto come questa forma di prevaricazione divenga meno fisica con il crescere dell'età. In questo senso, il danneggiamento fisico è un comportamento bullistico comune in età più precoce, mentre forme più sottili di bullismo, come gli insulti e l’esclusione sociale, vengono sviluppate durante l'adolescenza.

Lo studio si basa su quasi 1000 adolescenti, i quali hanno risposto a un questionario sulla perpetrazione e la vittimizzazione del bullismo all'età di 11, 13, 15 e 17 anni.

Le novità di questo studio risiedono in particolare nel fatto che lo stesso gruppo di partecipanti è stato seguito dall'età di 11 anni all'età 17, cioè per sei anni, per osservare in che modo si evolva il bullismo.

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La ricerca mostra che esistono ruoli differenti nel bullismo: responsabili, vittime e bulli/vittime (che sono sia autori e che vittime di atti di bullismo).

Quasi il 15% dei 1000 componenti del campione è stato coinvolto nell’esperienza del bullismo, assumendo uno di questi ruoli durante gli anni dell'adolescenza, cioè all'età di 11, 13, 15 e 17 anni. Inoltre, è stato riscontrato che la maggior parte dei partecipanti che non erano toccati dal bullismo a 11 anni, non sono mai stati colpiti da questo problema, o che lo sono stati solo episodicamente durante la loro adolescenza.

Al contrario, è risultato comune che i ragazzi che hanno fatto esperienza di bullismo a 11 anni continuino a esserne coinvolti per diversi anni anche successivamente.

Le vittime in genere continuano a essere vittime, o passano a essere non più coinvolte, mentre i responsabili del fenomeno continuano a essere perpetratori o, anch’essi, smettono di esserne parte. I bulli / vittime tendono invece a ricoprire ruoli di bullismo diversi, ma raramente finiscono per sfuggire alla spirale di questo fenomeno e, di solito, ne rimangono invischiati per anni.

Man mano che gli adolescenti diventano grandi, si rileva una diminuzione notevole della percentuale di chi ricopre il ruolo di bullo / vittima.

La ricerca, svolta in modo trasversale su un campione di ragazzi internazionale, ha permesso di comprendere l'evoluzione del bullismo. Questa traiettoria del fenomeno potrebbe essere la chiave per individuare fenomeni di bullismo, dato che il bullismo fisico è più facile da riscontrare, mentre accorgersi dei modi più sottili di bullismo richiede abilità e addestramento specifici.

Lo studio apre nuovi orizzonti nella ricerca sui fattori di rischio e protezione dal bullismo, i quali nel prossimo futuro potrebbero concentrarsi anche sulle conseguenze dell’essere coinvolti in episodi di bullismo a lungo termine o sporadicamente.

Le conoscenze sulla stabilità e sul cambiamento nell'evoluzione del bullismo possono aprire nuovi orizzonti nella ricerca sulla prevenzione e sull'intervento precoce, al fine di aiutare i giovani a non lasciarsi coinvolgere o a sottrarsi al bullismo, concludono i responsabili della ricerca.


I materiali sono disponibili sul sito della Università di Córdoba

Riferimento bibliografico:
Izabela Zych, Maria M. Ttofi, Vicente J. Llorent, David P. Farrington, Denis Ribeaud, Manuel P. Eisner.
A Longitudinal Study on Stability and Transitions Among Bullying Roles. Child Development, 2018.


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