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Quando i ragazzi vivono gli adulti come fonte di paura e traumi, le fondamenta della fiducia nell’altro si infrangono e nasce in loro un senso di vulnerabilità e impotenza nei confronti dell’autorità che permane poi per il resto della vita, se non affrontato.

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Questa percezione negativa delle figure che hanno un ruolo di potere si può manifestare anche nelle situazioni più semplici e quotidiane, in particolare per giovani che si avviano all’età adulta. Un responsabile al lavoro può anche essere sempre gentile e rispettoso ma, nondimeno, provocare in alcuni dipendenti un senso di disagio, irrigidimento dei muscoli, desiderio di allontanarsi ogni volta che si avvicina.

Se accade con chiunque occupi una posizione di autorità: colleghi più anziani, agenti di polizia, controllori dei mezzi pubblici, e così via, questo sentimento può nascondere una sofferenza non risolta che risale ai primi anni di vita.

Genitori estremamente autoritari, che impongono rigide regole, che puniscono spesso anche fisicamente, che prestano attenzione ai figli solo quando si trovano nei guai, possono essere all’origine di questa paura.

Esperienze infantili negative, spiega la psicologia, che vanno dall'abuso fisico o emotivo alla negligenza o all’essere testimoni di violenza, possono avere effetti duraturi fino all'età adulta. I terapeuti che lavorano con persone cresciute in famiglie traumatiche spesso scoprono che queste esperienze si manifestano in paure e ansie radicate che riguardano le figure autoritarie.

Un nervosismo e un’inspiegabile incertezza nei confronti di capi, polizia, proprietari di casa, professori e persino cassieri di banca.

Uno dei meccanismi principali attraverso cui il trauma infantile influenza il rapporto con l'autorità è attraverso la compromissione della fiducia, spiegano gli esperti.

Per i minori, figure autorevoli come genitori, insegnanti o altri adulti che si prendono cura di loro fungono da fonti primarie di supporto, guida e sicurezza. Tuttavia, quando questi adulti sono abusivi, negligenti o comunque traumatici, lo stesso fondamento della fiducia viene infranto.

Di conseguenza, giovani adulti che abbiano vissuto questo tipo di relazioni possono sviluppare una diffidenza o una paura intrinseca delle figure autorevoli, considerandole come potenziali minacce piuttosto che come fonti di protezione.

L’incapacità di fidarsi porta le dinamiche di potere insite nelle relazioni con figure autoritarie a esacerbare i sentimenti di vulnerabilità e impotenza. Le figure autoritarie spesso esercitano un'influenza e un controllo significativi su vari aspetti della vita di una giovane adulto, che si tratti di famiglia, scuola o della comunità più in generale.

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Per coloro che hanno subito traumi da parte di figure autoritarie, questo squilibrio di potere può evocare sentimenti di impotenza e innescare intense risposte di timore mentre affrontano interazioni con loro.

A causa dell'impatto del trauma subito da piccoli sul cervello, incluso lo sviluppo del senso di sé, queste esperienze influenzano non solo il modo in cui vengono percepite le figure autoritarie, ma anche il modo in cui si percepisce se stessi in relazione all'autorità.

Si possono sviluppare sentimenti di inferiorità, indegnità o inadeguatezza e ci si può sentire nei guai anche se non si è fatto nulla per giustificare questa sensazione di panico.

Il sentirsi a disagio con coloro che hanno autorità in contesti sanitari, ad esempio, perpetua un ciclo di evitamento in risposta alle minacce percepite, portando a rifiutarsi a determinate interazioni che possono scatenare questa risposta di panico. Con ovvie conseguenze sulla tutela della salute. E questo effetto negativo dell’evitamento si può riprodurre in qualunque contesto sociale in cui entra in gioco l’interazione con l’autorità.

I terapeuti consigliano, quando ci si accorge che la paura dell'autorità sta causando disagio emotivo o addirittura evitamento, anzitutto di riconoscere questa paura, ammettendo a se stessi come ci si sente in presenza di un'autorità.

A volte questo processo provoca vergogna, riconoscerlo può essere difficile e potrebbe richiedere un po' di esercizio. Il consiglio è quello di iniziare osservando i cambiamenti del proprio corpo: la mascella che si stringe, i muscoli che si irrigidiscono, il cuore che accelera.

Occorre fare un elenco delle risposte del corpo senza vergognarsene o esprimere giudizi.

Bisogna poi ricordare a se stessi di essere di fatto al sicuro, di non essere nei guai e di avere gli strumenti, essendo ormai degli adulti, per gestire facilmente questa situazione di rapporto con l’autorità.

Anche se inizialmente può sembrare troppo semplice o addirittura banale, dire queste cose a se stessi aiuta, ricordando che non si è più dei ragazzi impotenti in balia di un adulto arrabbiato, ma giovani ormai indipendenti, con  precisi diritti e la capacità di farli rispettare.


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