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L'Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia rappresenta il proprio sconcerto per il contenuto dell’articolo apparso su Repubblica il 7 ottobre 2016 a firma di Giuliano Foschini, dal titolo "Minori a rischio, gli
sprechi delle coop".

Prescindendo dai dati riportati in modo apodittico e senza riferimento alle fonti, ci preme soprattutto ribadire con forza che i giudici onorari che compongono per legge il collegio giudicante nei Tribunali per i Minorenni non hanno alcuna
autonomia decisionale né in campo penale né in campo civile, con la conseguenza che ogni scelta di collocamento in comunità è assunta sempre in modo rigorosamente collegiale, salvo nel caso in cui la misura sia applicata dal GIP, magistrato togato che decide in via monocratica.

Per di più, quand’anche il Tribunale decida di collocare il ragazzo in comunità, la struttura viene individuata dai servizi sociali o sanitari che fanno capo agli enti locali, ovvero nel penale da organismi ministeriali.

Un giudice onorario pertanto non può mai decidere dove collocare un minore. Il contenuto dell'articolo delegittima una componente fondamentale dell’organo giudicante in materia minorile, e le accuse relative a possibili interessi economici di giudici onorari rispetto ai collocamenti di minori in comunità, pur molto utilizzata da alcuni media, sono infamanti e generiche, tanto più che vi sono regole precise sulle incompatibilità dettate dalle circolari del Consiglio Superiore della Magistratura la cui eventuale violazione va denunziata in modo circostanziato nelle sedi opportune.

Diversamente si tratta di aggredire gratuitamente un'intera categoria senza che possa esservi difesa.

Non deve dimenticarsi che l’alta specializzazione e la competenza nelle scienze umane dei giudici onorari consente alle Autorità Giudiziarie minorili di adottare collegialmente le scelte più confacenti a perseguire il migliore interesse del
minore, come ha più volte ritenuto necessario la stessa Corte Costituzionale.

 

Il Segretario Generale                                                                              Il Presidente
Susanna Galli                                                                                           Francesco Micela


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