25 novembre, Torino. In occasione della Giornata Mondiale contro la violenza di genere, l’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte segnala la drammaticità del fenomeno, richiamando l’attenzione delle istituzioni sull’importante ruolo degli operatori che lavorano con le vittime e con i maltrattanti.
In Piemonte, il 13,3% delle donne ha subito violenza fisica o sessuale da un qualsiasi uomo (dati Istat 2014). Nel 60-70% dei casi, le reazioni immediate (come chiedere aiuto, difendersi, rivolgersi alle forze dell’ordine) risultano essere inutili, 1 volta su 3 se l’autore è il partner e 1 su 7 se non lo è.
«Appare condiviso – afferma Barbara Rosina (Presidente degli Assistenti Sociali del Piemonte) – che il fenomeno della violenza sulle donne è pervasivo, diffuso e sommerso. E che rappresenta una problematica sociale con effetti devastanti per la vita delle vittime, dei loro figli, dei familiari e più in generale per la società».
«Tuttavia la negazione e la minimizzazione, che possono emergere in risposta ad una richiesta di aiuto, favoriscono l’esito negativo dei tentativi di uscita e l’aggravarsi di molte situazioni. In primo luogo occorre che si attivi una sensibilizzazione della collettività che richiami alle responsabilità di ciascuno di noi, come cittadini, spettatori, madri, padri, donne e uomini. Ben vengano, quindi, le campagne come #25novembreognigiorno o #dauomoauomo. Nonostante il rischio di generalizzazione - non solo non condivisibile ma anche pericoloso - di tale campagna, è importante accendere i riflettori su un problema che riguarda tutti!»
«Riteniamo che non si debba mantenere un’ottica prevalentemente emergenziale nell’affrontare la violenza di genere e che la fase iniziale di conoscenza, in termini non solo sanitari, necessiti, a fianco di quello dei volontari, dell'intervento di professionisti formati, capaci di avere un atteggiamento non giudicante, empatico, garante della privacy. Sappiamo che non è affatto semplice la comprensione delle dinamiche violente e dei meccanismi traumatici attivati nelle vittime».
Conclude Rosina: «È necessario un chiaro ruolo di regia, di governo, di monitoraggio e di networking sia nelle campagne mediatiche che nei percorsi di accompagnamento della vittima. Prevenzione e fronteggiamento, quindi. L'Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte ha appoggiato in questi anni diverse campagne finalizzate alla conoscenza di fenomeni sommersi, complessi, sottaciuti. Ci guidano la consapevolezza che per scegliere occorre conoscere e che per conoscere occorre essere informati e la convinzione che il servizio sociale professionale, laddove messo nelle condizioni per intervenire, possa accompagnare le persone in percorsi di cambiamento e riduzione della complessità delle vicende della vita».
Carmela, Francesca Longobardi – consigliere CROAS Piemonte / addetto stampa
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