Pochi giorni fa, sono stati presentati i risultati dell’Indice regionale sul maltrattamento dell’infanzia in Italia. E la Regione Piemonte ne è uscita sommariamente bene, attestandosi tra i primi dieci nella classifica per capacità di prevenzione e contrasto del fenomeno.
Nonostante i risultati parzialmente positivi, Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) non perde occasione di lanciare un appello alla politica regionale, a quella locale e agli amministratori impegnati nei vari enti gestori delle funzioni socio-assistenziali ma anche ai genitori, agli insegnanti, alle realtà associative regionali.
“Lo studio, – afferma Rosina – validato da un Comitato Scientifico composto anche da Gianmario Gazzi (Presidente Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali) e Donata Bianchi (Istituto degli Innocenti), ci conferma quanto si possa fare meglio e in modo più efficace. Ben otto Regioni dimostrano di fornire risposte migliori, rispetto alla media, e di riuscire a garantire una vita più tranquilla e felice ai bambini”.
L’indice aggregato è il risultante di 65 indicatori statistici selezionati, in grado di offrire un panorama completo di elementi di contesto e altri relativi alle politiche e ai servizi. Ne sono emerse situazioni regionali che presentano condizioni migliori/ peggiori rispetto alla vulnerabilità al maltrattamento dei bambini/e e la capacità/sensibilità delle amministrazioni locali di prevenire e contrastare questa problematica attraverso le politiche e i servizi.
“Il Piemonte - aggiunge Rosina - si attesta tra le Regioni incluse nel gruppo dei virtuosi, ma al confine con quello successivo definibile degli “stabili”. Alcuni indicatori ci dicono che talune aree sarebbero da monitorare più di altre. Ad esempio, risultiamo 19° - in penultima posizione - nella capacità di vivere una vita sicura. Qui ci si riferisce ai servizi esistenti per i potenziali maltrattanti e per le donne vittime di violenza. Il Piemonte, inoltre, è 20° sia per il tasso di dimissioni per disturbi psichici che per numero dei pediatri, mentre è 10° per numerosità dei consultori.”
“Come ricordato dal CESVI, che riporta puntualmente lo studio 2013 “Tagliare sui Bambini è davvero un risparmio?”, il costo dei maltrattamenti sui bambini/e si stima a circa 13,056 miliardi di euro annui, ossia lo 0,84% del PIL. I costi diretti ammontano a 338,6 milioni di euro, mentre i costi indiretti a 12,7 miliardi di euro. I nuovi casi di maltrattamento costano all’Italia ben 910 milioni di euro all’anno. Fare prevenzione è l’unica via certa, quindi, per ridurre il costo pubblico e soprattutto per far sì che i bambini (i futuri adulti) non debbano sopportare sulla propria pelle le gravissime conseguenze personali, relazionali e sociali del maltrattamento”.
“Ci sentiamo alleati dei genitori, - conclude Rosina - degli insegnanti, delle associazioni nella loro e nostra battaglia per la salvaguardia del benessere e la tutela dei diritti dei più piccoli! Lo studio evidenzia che "ulteriori fattori di rischio riguardano la capacità di vivere la propria vita in un contesto sociale sicuro. Uno scarso capitale sociale e l’isolamento sociale dei genitori sono variabili particolarmente significative in questo senso". Riteniamo anche per questo indifferibile un lavoro con le realtà associative, i cittadini e i professionisti impegnati a contrastare il maltrattamento verso i minori in un'ottica preventiva, di riduzione dei fattori di rischio, di miglioramento delle relazioni interpersonali, della capacità di accompagnare persone in difficoltà ai servizi."
Carmela Francesca Longobardi - Consigliere CROAS Piemonte / addetto stampa Torino
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