Ogni anno il 10 settembre, dalla sua istituzione del 2003, si celebra la Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, iniziativa promossa dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dall’Associazione internazionale per la prevenzione del suicidio (IASP).
L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte riconosce all’evento la funzione primaria di sensibilizzazione dei diversi settori della società (il pubblico, le associazioni, le comunità, i ricercatori, i clinici, i medici di base, i politici, i volontari e tutti coloro che hanno avuto a che fare con il suicidio), elemento cruciale nelle messa a punto di interventi preventivi.
In occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio dello scorso anno, l’Istituto nazionale di statistica ha diffuso un quadro di sintesi del fenomeno, rilasciando i dati provvisori per l’anno 2015.
E’ emerso un dato rassicurante: significativa e trasversale, per genere ed età, la diminuzione dei suicidi nel ventennio 1995-2015 (-14,0%). Nel 1995 erano 8,1 i suicidi ogni 100 mila abitanti che sono scesi a 6,5 nel 2015 (3.935 decessi). L’Italia si colloca, in riferimento ai dati 2015, in basso nella graduatoria europea (6,3 il tasso standardizzato di mortalità per età nel 2014; 11,2 la media Ue28).
Come segnalato dall’ISTAT, le caratteristiche strutturali della popolazione – genere, età, livello di istruzione, territorio – rappresentano variabili da tenere in considerazione: il suicidio è un fenomeno non gender-neutral, ogni 100 mila abitanti i deceduti per suicidio sono 10,4 fra gli uomini e 2,8 fra le donne.
Emerge inoltre come anche il gradiente per titolo di studio si riscontra tra gli uomini ma non tra le donne: 14,8 suicidi ogni 100 mila uomini con nessun titolo o basso livello di istruzione, 9,2 suicidi fra uomini con laurea o titolo di studio superiore.
Elemento di rilievo è la correlazione all’età in quanto si osservano quozienti crescenti al crescere dell’età (1,4 i suicidi ogni 100 mila abitanti fino a 24 anni, 10,4 oltre i 65 anni). Ancora secondo i dati ISTAT è possibile affermare che a livello territoriale il Nord-est presenta i livelli di mortalità più elevati (8,3 suicidi ogni 100 mila abitanti), il Sud quelli più contenuti (4,5 ogni 100 mila abitanti) ed il fenomeno ha un andamento crescente nella prima metà dell’anno – maggio, giugno e luglio i mesi più critici – e trend in diminuzione nel secondo semestre.
Sebbene, come detto, si tratti di un fenomeno in diminuzione, è sufficiente leggere alcuni recenti articoli giornalistici per verificare come nella nostra Regione, negli ultimi mesi, il numero di suicidi o tentativi di suicidio sia da tenere in considerazione e imponga una riflessione ed una attenzione da parte dei professionisti dell’aiuto, del sistema dei servizi, ma anche da parte di ciascuno di noi come cittadino.
Afferma la Presidente dell’Ordine regionale degli Assistenti Sociali che le indicazioni dell’IASP sottolineano come “ascoltare con attenzione, empatia, assenza di giudizio può aiutare le persone a riacquistare speranza”. Queste sono competenze degli assistenti sociali e vengono espresse nell’azione quotidiana: “Ascoltiamo le persone, chiediamo loro cosa fanno, come si sentono, le incoraggiamo nel portare avanti i loro progetti di vita, le loro aspirazioni, offriamo indicazioni nelle situazioni di difficoltà per arrivare ad un cambiamento dei comportamenti e delle situazioni che possono portare disfunzioni nella loro vita ed in quella delle loro famiglie. Sono spesso piccoli gesti di attenzione all’altro che consentono di creare significative relazioni di fiducia”.
Rosina evidenzia: “Questo compito non può essere lasciato unicamente ai professionisti dell’aiuto, occorre una attenzione diffusa della comunità nei confronti delle persone, delle loro storie, delle loro difficoltà, soprattutto nelle situazioni di vulnerabilità come la perdita del lavoro, la presenza di malattie nelle famiglie, di lutti. Sappiamo bene, per esperienza professionale e personale, quanto sia difficile trovare il coraggio di stare a fianco di persone in difficoltà. Questo avviene per molte ragioni tra le quali anche la paura di non sapere cosa dire. È importante ricordare che non esiste una specifica formula o precise parole. Un autentico interesse all’altro, alla sua vita, il desiderio di aiutare possono essere abbastanza per prevenire una tragedia”.
Rosina, ricordando la campagna “Take a minute” lanciata per la celebrazione del 2018 dall’IASP, conclude: “La comunità professionale degli assistenti sociali si associa al richiamo dell’Associazione internazionale per la prevenzione dei sucidi quando afferma di prendersi un minuto per parlare con qualcuno nella nostra comunità, un membro della nostra famiglia, un amico, un collega o anche una persona sconosciuta. Questo gesto potrebbe cambiare la traiettoria di una vita”.
Carmela, Francesca Longobardi - Consigliere delegato alla Comunicazione esterna e ai Rapporti con i mass-media / tel: 333.4896751