Per alcuni anni ho svolto l’esperienza professionale di psicologo scolastico nelle scuole medie inferiori, attivando e realizzando lo Sportello d’Ascolto rivolto ad alunni, insegnanti e genitori.
Nell’ambito di questa attività spesso mi sono trovata a fronteggiare situazioni conflittuali che richiedevano, più o meno specificamente, un lavoro di mediazione per il quale, necessariamente, occorrevano un ruolo e delle competenze separate e differenziate.
La complessità del lavoro con i ragazzi di un gruppo-classe includeva anche la difficoltà nel coinvolgere gli stessi insegnanti che richiedevano l’intervento, in un lavoro congiunto alunni/insegnanti. Nonostante la buona volontà, il lavoro svolto risultava frammentato e poco incisivo.
Ed è proprio riflettendo su questi aspetti che mi è parso fondamentale poter fruire degli strumenti della Mediazione Scolastica per poter realizzare degli interventi efficaci, non solo in risposta all’emergenza o al singolo caso segnalato, ma anche per mettere i ragazzi nelle condizioni di produrre delle acquisizioni, su se stessi e sulle proprie abilità e capacità, trasferibili in altri contesti e tempi di vita, nell’ottica di una prevenzione primaria del disagio e della promozione della coesione e inclusione sociali.
La mediazione scolastica, infatti, offre l’opportunità di accrescere la capacità di riconoscere e denominare le emozioni; di imparare ad ascoltare; sviluppare l'empatia, la sensibilità verso le emozioni altrui e l’assunzione del punto di vista dell'altro; conoscere le tecniche di mediazione; potenziare l'autocontrollo, la capacità di analisi e l'autostima; favorendo, parallelamente, l'integrazione sociale.