I genitori, è risaputo, fanno da modello per i figli, nel bene o nel male, e la loro influenza diventa particolarmente importante nella fase dell’adolescenza, quando i ragazzi stanno costruendo la loro individualità, e lo fanno anche per imitazione o contrapposizione con quella dei genitori.
Questo vale anche per comportamenti, abitudini, predilezioni, che diventano particolarmente delicate e potenzialmente critiche quando si entra nel terreno del consumo di sostanze.
Gli adolescenti che pensano che i loro genitori facciano uso di cannabis hanno maggiori probabilità di avere atteggiamenti favorevoli nei confronti della droga e di prendere in considerazione l'idea di provarla loro stessi, secondo un nuovo studio di recente pubblicazione.
La ricerca rivela anche che il controllo dei genitori e la forza e continuità delle relazioni genitore-figlio svolgono un ruolo cruciale nelle opinioni degli adolescenti sulla cannabis, spesso con effetti distinti in base al genere del genitore.
Lo studio è stato realizzato dalla Washington State University e ha preso in considerazione la percezione degli adolescenti in riferimento all’esperienza personale dei genitori con le sostanze stupefacenti.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Child and Family Studies, rivela inoltre l’importanza, per questa influenza, della qualità delle relazioni in famiglia e ha distinto per il “peso” specifico tra madri e padri.
I risultati potrebbero in ultima analisi, spiegano i ricercatori, aiutare i genitori che fanno uso di cannabis a elaborare strategie più efficaci per comunicare ai propri figli i rischi per la salute della droga, soprattutto in quei paesi dove la cannabis è legale e messaggi contrastanti e confusivi complicano le discussioni sull'uso delle sostanze.
"I genitori devono riconoscere che il loro uso e la percezione che ne hanno i giovani è importante per il loro comportamento" ha affermato Stacey JT Hust, autrice principale dello studio e professoressa di comunicazione alla WSU.
"Se gli adolescenti percepiscono o credono che i loro genitori usano cannabis, che lo facciano effettivamente o meno, questo può trasmettere il messaggio che il comportamento è accettabile anche per loro, soprattutto senza conversazioni esplicite che stabiliscano dei limiti per l'adolescente".
Per lo studio, i ricercatori hanno intervistato 276 adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni nello stato di Washington sulle loro percezioni dell'uso di cannabis da parte dei genitori, sulla loro vicinanza ai genitori e sul livello di controllo genitoriale nelle loro vite.
I risultati principali mostrano che il 32% degli adolescenti credeva che i loro padri facessero uso di cannabis, mentre il 25% pensava che lo facessero le loro madri. Queste percezioni erano fortemente associate a una corrispondente diminuzione degli atteggiamenti negativi nei confronti della cannabis e a maggiori intenzioni di farne uso.
È interessante notare, sottolineano gli studiosi, che lo studio ha scoperto che l'influenza della vicinanza dei genitori differiva in base al genere. Gli adolescenti vicini a madri non consumatrici hanno segnalato minori intenzioni di usare cannabis. Al contrario, gli adolescenti vicini a madri consumatrici di cannabis hanno mostrato atteggiamenti più positivi e maggiori intenzioni di usare la sostanza.
Per i padri, la vicinanza era associata ad atteggiamenti più positivi nei confronti dell'uso di cannabis, indipendentemente dal fatto che il padre facesse uso di cannabis o meno.
I ricercatori hanno anche scoperto che il controllo genitoriale può essere un potente fattore protettivo contro l'uso di cannabis da parte di minorenni, in particolare per i ragazzi. I ragazzi che hanno segnalato livelli più elevati di controllo dei genitori, misurati dal fatto che i genitori sapevano dove si trovavano e chi fossero i loro amici, hanno espresso atteggiamenti più negativi nei confronti della cannabis rispetto alle ragazze sotto un livello di supervisione simile.
"La genitorialità, in questo caso, è fortemente legata al genere" ha affermato la dottoressa Hust. "Questo studio fa luce su come madri e padri influenzino in modo unico le opinioni dei loro figli sulla cannabis, fornendo una tabella di marcia per la ricerca futura per esplorare ulteriormente queste differenze".
La dottoressa Hust e Jessica Willoughby, professoressa associata di Comunicazione alla WSU e coautrice dello studio, hanno affermato che il messaggio generale per i genitori è che discussioni aperte e oneste sulla cannabis, combinate con un monitoraggio costante, possono aiutare a mitigare la probabilità che gli adolescenti vedano la sostanza in modo positivo o ridurre le loro intenzioni di usarla.
Raccomandano ai genitori di inquadrare la cannabis come una questione e una decisione da adulti, simile a quelle sull'alcol o per il tabacco, e di sottolinearne i rischi, che solo da adulti si può decidere di assumersi.
"I genitori devono essere attenti a come parlano del loro uso con i loro figli" ha detto la dottoressa Willoughby. "Devono chiarire che la cannabis è un prodotto pensato per gli adulti e comunicarne i potenziali danni, specialmente per i cervelli degli adolescenti in via di sviluppo".
Per il futuro, il gruppo di ricerca ha in programma di ampliare lo studio indagando su come i genitori comunicano con i loro ragazzi adolescenti in merito all'uso di sostanze. Il prossimo lavoro esplorerà argomenti come il ruolo del calore e della vicinanza dei genitori nel promuovere conversazioni efficaci sulla cannabis e altri comportamenti collegati alla salute dei ragazzi.