Esistono cause e motivazioni comuni che spingono i giovani a far uso di stupefacenti o alcol? Che rapporto si stabilisce tra quel particolare tipo di sostanza o di droga e il malessere interiore che i ragazzi cercano di alleviare? È quello che ha cercato di stabilire un gruppo di ricercatori dell'Università di Cordoba, analizzando oltre 8.000 articoli scientifici sul tema.
L’obiettivo dello studio del rapporto tra sostanze stupefacenti e adolescenza era quello di individuare i fattori che proteggono gli adolescenti dall'uso di tali sostanze, quando vengono incoraggiati a farne consumo dalle persone che frequentano nelle loro cerchie sociali.
Gli studiosi hanno contestualmente lanciato un appello affinché le politiche di prevenzione vengano aggiornate per includere lo svapo come generatore di dipendenza, con una tossicità paragonabile a quella delle droghe più tradizionali, e i social media.
Secondo l' indagine del Ministero della Salute sul consumo di droghe nell'istruzione secondaria in Spagna , l'età media in cui i giovani iniziano a consumare alcol è di 13,9 anni; quella del tabacco di 14,1; e quella della cannabis di 14,9.
Uno dei fattori di rischio per l'uso di sostanze è l'influenza di coloro che ne fanno già uso e che condividono caratteristiche comuni con i coetanei con cui sono in contatto, tra cui compagni di classe e amici.
Non tutti i giovani, tuttavia, decidono di assumere queste sostanze. Sorge quindi spontanea la domanda su quali fattori proteggano un adolescente dall'uso di sostanze quando gli altri intorno a lui lo fanno.
Questa è la domanda che si sono posti i ricercatori del Laboratorio di studi sulla coesistenza e prevenzione della violenza (LAECOVI) dell'Università di Cordoba. Le analisi svolte hanno dimostrato che, sebbene vi sia una grande varietà di fattori protettivi (tra cui quelli individuali, familiari e scolastici), esistono in realtà due aspetti e caratteristiche molto significative che dovrebbero orientare le politiche di prevenzione: l’età e il tipo di sostanza.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Adolescent Research Review.
I responsabili dello studio lo hanno confermato dopo un'analisi bibliografica iniziata prendendo in considerazione oltre 8.000 articoli di ricerca, ridotti poi a 50 dopo aver accantonato quelli che non soddisfacevano i criteri di inclusione stabiliti nella revisione sistematica.
Sulla base di tutte queste prove scientifiche, hanno concluso che l'età è essenziale, poiché un adolescente non si relaziona alle sostanze allo stesso modo a 10 anni come a 17 anni.
Fattori familiari o scolastici, come la supervisione dei genitori e i sentimenti di attaccamento alla propria famiglia, il tipo di legame con il contesto scolastico, proteggono dall'uso di sostanze nella prima adolescenza, ma perdono la loro influenza e cessano di farlo con il passare degli anni.
"Man mano che l'adolescenza avanza e i coetanei diventano più influenti, le strategie di prevenzione dovrebbero porre maggiore enfasi sulla cultura dei coetanei, per comprendere e produrre un’azione di contrasto efficace e convincente.
A partire dall'età di 16 anni, quando il loro sviluppo è più avanzato, i ragazzi possono affrontare e comprendere questioni individuali come l’esercizio dell'autocontrollo e del processo decisionale responsabile" hanno sottolineato i ricercatori.
Allo stesso modo, bisogna tenere conto anche del tipo di sostanza. Secondo tutti gli studi analizzati, un fattore individuale come l'assertività non è efficace contro il consumo separato di alcol, tabacco o cannabis, ma protegge dal policonsumo.
Oltre a tenere conto della sostanza e dell'età, le strategie di prevenzione dovrebbero essere aggiornate, tenendo conto della grande e progressiva diffusione dello svapo e dell'influenza dei social media sia nello spingere un giovane a provare una qualche sostanza, sia di per sé come fattori che creano dipendenza.
Come spiega gli autori della ricerca: "Stiamo affrontando un fenomeno in evoluzione, con nuove forme di consumo e nuovi modi in cui gli adolescenti si relazionano tra loro, diffondendo e condividendo tra loro abitudini di consumo e comportamenti nocivi".
Lo studio esamina anche la necessità che le ricerche unifichino i loro criteri di analisi e di definizione della cornice all’interno della quale queste devono essere realizzate (ad esempio, definendo in modo univoco e chiaro l'adolescenza) e che ne espandano in modo variegato e inclusivo la diversità geografica, poiché la maggior parte delle ricerche si basa e si riferisce alla cultura americana.