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Quando i ricercatori hanno chiesto ai ragazzi di individuare soluzioni e proposte per ridurre la violenza nella loro comunità, gli adolescenti hanno espresso raccomandazioni chiare: migliori opportunità di lavoro, più attività di dopo-scuola e un ambiente più pulito nella città.

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Le proposte degli adolescenti sono arrivate come parte di un progetto di collaborazione e scambio tra accademici e membri della comunità di New Haven, nel Connecticut. I risultati del progetto, che si chiama Youth Haven, sono stati presentati all'American Academy of Pediatrics (AAP) Conference & Exhibition a Washington, DC.

Come parte del progetto, dodici “ambasciatori dei giovani” tra i 16 ei 18 anni sono stati reclutati dalle scuole pubbliche della città per il loro interesse, espresso in diverse occasioni, per la prevenzione della violenza. I ragazzi erano stati riuniti nell’ambito di un Congresso della Gioventù a livello cittadino, per raccogliere anche il punto di vista degli adolescenti sulla violenza. I dati raccolti provenivano sia da sondaggi realizzati in plenaria che da sessioni di piccolo gruppo, e sono stati analizzati attraverso metodi qualitativi.


le priorità mettevano a fuoco le questioni delle opportunità di lavoro
delle attività di doposcuola per tutte le età e delle condizioni dell'ambiente fisico della città


Ogni gruppo è stato guidato da un “ambasciatore dei giovani” e facilitato da adulti appartenenti agli accademici o ai collaboratori della comunità. I risultati principali della ricerca indicano che:

  • Il 61 per cento dei giovani presenti alla conferenza hanno riferito che un membro della loro famiglia è stato ucciso in un atto di violenza;

  • l’81 per cento ha detto che un membro della loro famiglia era stato ferito da un atto di violenza;

  • Le priorità di prevenzione della violenza che sono state individuate, mettevano a fuoco in particolare le questioni delle opportunità di lavoro per gli adolescenti, delle attività di doposcuola per tutte le età e delle condizioni dell'ambiente fisico della città.

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Gli ambasciatori della gioventù hanno presentato i risultati della loro ricerca ai responsabili della città, compresi i funzionari delle forze dell'ordine, e hanno contribuito direttamente alla produzione di un documento di programmazione cittadina sulle politiche di prevenzione della violenza, ha detto l'autore della ricerca, James Dodington, un pediatra dell’ospedale di Yale, il quale illustrerà i risultati del progetto durante la conferenza dell’AAP.


i giovani possono essere a pieno titoli coinvolti nelle ricerche
effettuate in materia di prevenzione della violenza


Poiché i giovani che vivono nelle aree urbane sono sproporzionatamente colpiti dalla violenza, e soffrono la carenza di sistemi di supporto e subiscono stress cronici duraturi derivanti dal vivere in ambienti non sicuri, dovrebbero essere più spesso impegnati in attività di prevenzione della violenza, sostiene il dottor Dodington.

"Il nostro studio dimostra che i giovani possono essere a pieno titoli coinvolti nelle ricerche effettuate sulla popolazione cittadina in materia di prevenzione della violenza, e possono contribuire efficacemente alla relativa discussione sulle prassi di intervento, potendo contare sul consenso dei loro coetanei, conducendo  direttamente l’impegno di una ricerca che si fondi sulle evidenze dell’esperienza" ha detto il dottor Dodington.

"L’inclusione del punto di vista, delle esperienze e delle priorità dei giovani, è sia fattibile che decisivo per la creazione di strategie di prevenzione della violenza e di piani d’azione che possano essere approvati e condivisi da coloro ai quali tali piani sono spesso destinati".


Materiali di approfondimento sono disponibili sul sito della American Academy of Pediatrics.
 


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