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Le mamme più esperte non si agitano né urlano quando il loro bambino cade. Nei corsi di preparazione alla genitorialità viene insegnato che quando il piccolo cade, subito guarda la madre con viso corrucciato, inizia a esprimere angoscia e paura, in attesa della sua risposta.

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La mamma educativamente esperta, guardando quello che sta accadendo dall'altra parte della stanza, nonostante abbia il cuore in gola, risponde in modo rassicurante.

I bambini piccoli guardano alle reazioni emotive degli altri per valutare il modo appropriato di procedere in una determinata situazione. Questo comportamento viene definito “riferimento sociale”.

Il riferimento sociale è uno strumento essenziale, con cui i bambini piccoli capiscono quando devono avere paura o quando possono andare avanti con sicurezza. Un bambino che nell’espressione della madre legge angoscia e allarme è più probabile che scoppi a piangere di un bambino che vi vede la conferma che tutto va bene.

Il riferimento sociale non vale solo per i più piccoli. Man mano che i ragazzi crescono, continuano a prendere indicazioni dagli adulti su quello che stanno facendo e su come si stanno muovendo.

I genitori trasmettono ai ragazzi in continuazione messaggi sottili su quanto credono siano resilienti i loro ragazzi, e questi non possono fare a meno di rispondere di conseguenza a quanto percepiscono di tali messaggi.

Esiste una tendenza degli adulti ad avere difficoltà a sopportare i sentimenti non piacevoli che vedono negli adolescenti. Questo li può portare a trasmettere involontariamente un’aspettativa di fragilità emotiva, che a sua volta influenza ciò che i ragazzi si aspettano da se stessi.

È meglio affrontare una grande emozione di un adolescente in modo equilibrato, non come se fosse un'emergenza.

Gli adolescenti, ovviamente, hanno spesso grandi emozioni. Il modo in cui gli adulti rispondono a queste emozioni sovradimensionate orienta i giovani, portandoli a reagire alle avversità con la resilienza o con fragilità. Se i genitori, ad esempio, riconoscono la loro angoscia ma fanno sentire di essere fiduciosi nel fatto che la sappiano affrontare, li aiutano ad apprendere modi adattivi per gestire emozioni travolgenti.

Questo modo di atteggiarsi è importante, perché è provato che la difficoltà nel gestire i sentimenti può portare a sviluppare e a mantenere problemi di salute mentale.

La ricerca ha collegato l'uso di strategie di regolazione emotiva disadattive - come il rimuginare, il negare o l'evitamento - con un’ampia gamma di disturbi, tra cui depressione, disturbi alimentari, abuso di sostanze, ansia e disturbo borderline di personalità.

Con l'infanzia, l'adolescenza è un momento chiave in cui i genitori e gli altri adulti aiutano i giovani a imparare come regolare i loro sentimenti. Lo fanno dando l’esempio e incoraggiando risposte adattive per affrontare le emozioni che vengono percepite come fuori controllo - risposte come l’accettazione, il riconsiderare e il problem solving.

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Accettare sentimenti difficili ci permette di relazionarci con loro con curiosità e apertura.

Quando i sentimenti vengono accettati, possono essere discussi e elaborati. Questo può quindi preparare il terreno per la riconsiderazione: un processo che porta a raggiungere un giusto punto di vista sulle difficoltà e sui sentimenti che generano. L'accettazione e la riconsiderazione preparano a impegnarsi in un efficace problem solving, attraverso il quale trovare modi costruttivi per affrontare la difficoltà che ha dato origine alle emozioni negative.

Gli adulti non possono aiutare i ragazzi a imparare a gestire grandi emozioni se non permettono loro, anzitutto, di  avere  quelle emozioni.

I tentativi, anche se basati su buone intenzioni, di aiutare i giovani a evitare i sentimenti negativi avranno probabilmente l'effetto di assicurare che non imparino le importanti abilità della regolazione emotiva. Scavalcare il riconoscimento e la curiosità nei confronti dei sentimenti, per saltare immediatamente al problem solving, trasmette al ragazzo che il suo panico iniziale e la sua angoscia erano giustificati, e che il disagio emotivo dovrebbe essere evitato a tutti i costi.

Quando un adulto vede i ragazzi inciampare e cadere, farebbe bene a ricordare le lezioni degli anni dell'infanzia.

Facendo sentire loro che le loro intense emozioni non sono in realtà un'emergenza, si comunica loro la convinzione che li si ritiene in grado di poter gestire i sentimenti che vivono. Li si incoraggia a considerarsi competenti e resilienti, e si infonde in loro qualcosa di simile al coraggio.


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