Che impatto avrà l’isolamento sui bambini “invisibili”? Un decreto subito.
Queste righe sono per Elia che vive in 50 metri quadri e sono in 6 in famiglia, la connessione internet non c’è e la didattica per lui è davvero a distanza, ma così lontana che ancora non l’ha vista passare.
Sono per Marisol che abita con la mamma, tossicodipendente, e uno o alcuni compagni di lei, tossicodipendenti come lei. Ogni giorno è diverso.
Nicola ha un papà che picchia la mamma e anche lui. Prima lo faceva soprattutto la sera quando tornava dal lavoro, ma ora che il lavoro è interrotto sta in casa tutto il giorno e Nicola vive nel terrore, la violenza può riprendere da un momento all’altro.
Laura ha pochi mesi e non viene mai presa in braccio, difatti un orecchio si è piegato a forza di stare premuto sul cuscino sempre nella stessa posizione. Il bilancio di salute dal pediatra è sospeso, nessuno se ne accorgerà.
Marco è l’uomo di casa, anche se ha sette anni. La mamma ha un problema psichiatrico e soffre di epilessia, lui è il primo ad accorgersi quando arriva una crisi, l’abbraccia forte e chiama il dottore.
Antonia dice le bugie. Sa che non deve dire la verità, nessuno le crederebbe o, se le credessero, papà la picchierebbe forte, poi arriverebbero dei signori con la divisa che la porterebbero via e farebbero del male al papà e alla mamma. Perciò dice le bugie per proteggere loro e se stessa, e non dice a nessuno quello che succede dopo pranzo, mentre mamma si occupa della nonna che è anziana e Antonia va a fare il riposino con papà.
Iniziavo a dirlo due settimane fa, non per tutti la casa è un luogo sicuro. Ci stiamo pensando in tanti, forse tutti quelli che per mestiere, volontariato, biografia, caso o passione abbiamo conosciuto davvero bambini e ragazzi come Elia, Marisol, Nicola, Laura, Marco, Antonia…
Pensando a loro un gruppo di operatori e di associazioni ha elaborato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri, che poi è diventata una petizione, perché si guardi con un’attenzione specifica a tutti quei bambini invisibili che vivono l’isolamento in modo diverso dagli altri. Non hanno più, proprio come gli altri, la quotidianità consueta fatta di scuola, sport, attività pomeridiane, possibilità di stare all’aria aperta e di giocare con gli amici… ma non ricevono in cambio abbracci, giochi, storie, invenzioni, colori, film e spettacoli adatti, avventure in cucina o supporto nei compiti online. E quasi mai dipende dal fatto che i loro genitori non gli vogliono bene o sono cattivi. Più probabilmente sono adulti in grave difficoltà – di salute, sociale, psicologica… prima e più che economica – che non ce la fanno da soli. Accanto a loro, per i bambini, l’obbligo di stare in casa aggiunge trauma su trauma.
Secondo l’unica ricerca disponibile, in Italia ci sono 450mila minorenni in carico al servizio sociale, di cui 91mila per una delle tante forme che compongono la grande famiglia dei maltrattamenti: violenza psicologica, sessuale, assistita, maltrattamenti fisici, trascuratezza, ipercura, discuria, sfruttamento sessuale ed altro ancora.
Più degli altri bambini e adolescenti, questi ragazzi fanno fatica anche a trovare informazioni, a capire che cosa sta succedendo intorno a loro. Una parte di essi si trova in una comunità, o in affido, e ha bisogno di essere rassicurato sul futuro e sul rapporto con la famiglia d’origine. Molti di più sono a casa e fino a qualche settimana fa potevano contare su relazioni e aiuti ora interrotti: educatori domiciliari, frequenza di centri educativi pomeridiani, supporto psicologico, logopedia, psicomotricità ed altro ancora.
Per chi è nelle difficoltà più gravi, poi, e magari non è neppure seguito dai servizi perché la sua situazione è sconosciuta alle istituzioni, figure come insegnanti, educatori, pediatri, allenatori, familiari… erano persone con cui parlare e a cui chiedere aiuto, ma ora anche questi contatti sono temporaneamente interrotti.
La petizione chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri un #decretobambini che preveda interventi speciali di sostegno alle famiglie e protezione per i bambini.
Tra gli interventi di sostegno: il supporto economico per le famiglie meno abbienti, la garanzia di continuità nel rapporto dei figli con i genitori non conviventi, eventualmente anche in forma protetta, e gli aiuti per la continuità scolastica fornendo tablet, pc o materiale di cartoleria a chi ne è privo. Su quest’ultimo punto il Ministero della Pubblica Istruzione ha già firmato un decreto ministeriale che stanzia 85 milioni per la scuola a distanza; di essi, 70 verranno distribuiti alle scuole per l’acquisto di dispositivi digitali da assegnare agli studenti meno abbienti in comodato d’uso gratuito, mentre il resto si distribuisce tra piattaforme e-learning e formazione degli insegnanti. Altri 43,5 milioni sono stati destinati alle pulizie straordinarie e all’acquisto di gel e prodotti igienizzanti per le scuole, verrà inoltre irrobustita la disponibilità di personale tecnico per supportare i docenti nella didattica online.
Tra gli interventi di protezione dell’infanzia la petizione chiede di: costituire task force locali tra scuola, autorità giudiziarie, servizi sociali, sanitari e terzo settore per organizzare monitoraggi quotidiani delle famiglie più a rischio; proseguire con gli interventi urgenti di tutela per mettere in protezione le vittime di violenza, se necessario anche tramite allontanamenti da casa; sensibilizzare le forze dell’ordine nel gestire nel modo corretto le chiamate di aiuto che ricevono dai bambini.
Per leggere e firmare, il link è qui.
testo precedentemente pubblicato da Azione nonviolenta