L’intervento armato richiede addestramento e qualità personali non comuni, l’azione nonviolenta invece è per tutti. Lo dice bene Alexander Langer quando prefigura i Corpi civili di pace europei, approvati dal Parlamento UE nel 1995 e non ancora realtà istituzionale.
Continuando a leggere le storie dei 28 giovani Alfieri della Repubblica nominati dal Presidente Mattarella, tutti tra i 9 e i 18 anni, e dei giovani segnalati per iniziative collettive, penso a un corpo civile di pace informale. Una forza spontanea, creativa, piena di freschezza, che rinnova la nostra società dall’interno, senza clamore.
La settimana scorsa ho presentato chi si è distinto per azioni solidali attraverso l’arte o la tecnologia e chi ha affrontato ostacoli e malattie con forza non comune. Introduco oggi coloro che hanno compiuto scelte di solidarietà diretta, e così concludo questa carrellata colma di speranza.
Quattro Alfieri sono stati attivi in Croce Rossa durante il lockdown: Maria Piera Calandra (16 anni, trapanese), Maria Sole Franceschi (18 anni, fiorentina), Ginevra Scudiero (17 anni, torinese) e Matteo Zini (15 anni, bolognese).
Maria Piera sembra di vederla, a scuola in un giorno qualsiasi, quando viene a sapere della nomina. Sbianca per l’emozione, il professore chiede se va tutto bene. Proprio non se l’aspettava. Durante il primo lockdown ha distribuito la spesa alle famiglie meno abbienti, consegnato farmaci a domicilio, e più di recente ha assistito gli anziani in coda in ospedale del vaccino.
Maria Sole l’ha saputo da un’amica quando era già tornata a Londra, dove studia. Nel lockdown, oltre a distribuire la spesa a chi non poteva uscire e al supporto telefonico per chi chiedeva spiegazioni o semplicemente un po’ di ascolto, ha ideato una campagna social per spiegare ai giovanissimi le precauzioni sanitarie. “Ho imparato che anche un giovane può fare la differenza”, ha affermato. Una restituzione di valore che sarebbe bello arrivasse a tutti e a tutte.
“Quando sono entrata in Croce Rossa la mia famiglia era preoccupata – racconta Ginevra – poi i miei genitori si sono accorti di quanto ero felice nel fare questo lavoro, di quanto mi ha aiutato a crescere, e mi hanno sostenuta. Per me è una gioia tutte le volte che presto servizio. In Croce Rossa ho i miei più cari amici e da qualche mese anche il mio amore, un ragazzo con il quale sto condividendo momenti straordinari”. Difficile immaginare qualcosa di più entusiasmante.
Matteo è convinto di non avere fatto niente di straordinario. Durante la prima ondata di pandemia ha telefonato a più di 2.000 anziani isolati in casa per sapere se avevano bisogno di aiuto per la spesa, reperire farmaci o avere consulti di medici specialisti. Si è congratulata con lui la sezione locale dell’Anpi cui, pure, è iscritto.
Sono stati attivi negli Scout Aruna Rossi (18 anni, ferrarese), Francis Fernando Chkrawarthige Praveen (17 anni, vicentino) e Alice Chiozza (18 anni, piacentina).
Aruna ha aderito al progetto “Amici di penna”, una corrispondenza epistolare tra giovani e anziani per abbattere le barriere dell’isolamento e quelle generazionali. Esercitava l’amore per la scrittura e leniva la mancanza dei nonni. “Avevo finalmente la possibilità di rendere felice qualcuno e l’ho colta subito, e io stessa risentivo psicologicamente del lockdown. Condividere quello che sentivo e che pensavo con qualcuno che non conoscevo, e nel quale ritrovavo le mie stesse incertezze, mi ha aiutata molto”. Ora aspetta l’occasione propizia per incontrare di persona questa nonna acquisita.
Anche Francis Fernando si è impegnato negli scout in favore degli anziani, dei più poveri, dei più svantaggiati. “La sua capacità di ascolto”, scrive il Quirinale, “lo rende interlocutore apprezzato da chi si trova in condizione di bisogno, ma anche degli adulti che organizzano i servizi di assistenza”.
Ad Alice sono stati assegnati compiti organizzativi per la consegna a domicilio della spesa, o dei libri presi in prestito in biblioteca. “La situazione per noi ragazzi continua a essere molto difficile”, ha commentato, “ma il consiglio che mi sento di dare a chi ha la mia età è di non vivere questo tempo come se fosse vuoto, come se la nostra vita fosse stata messa in pausa. Anzi, è il momento di rendersi utili alla collettività”.
Davide Siciliano (17 anni, bresciano) ha sostenuto gli anziani soli con l’associazione “Alberi di vita” e ha messo a frutto le sue capacità informatiche in parrocchia e a scuola per proseguire on line il doposcuola, la catechesi e altre attività. “Non voglio meriti”, commenta. “Sono solo un rappresentante di altre persone della mia generazione che, a differenza di ciò che si pensa oggi con pregiudizio, non è una generazione di indifferenti”.
Giulio Carchidi (18 anni, calabrese) è membro della Consulta Giovani dell’Avis di Catanzaro e ha contribuito alla raccolta del sangue attraverso un video pubblicato sui suoi profili Facebook e Instagram nella campagna #Escosoloperdonare lanciata da AVIS Nazionale. Anche lui afferma: «Credo di non aver fatto niente di speciale, solo la cosa giusta».
Angelo de Masi (18 anni, di Trani) aveva da poco subito un grave lutto quando il lockdown ha cambiato la vita di tutti e lui si è rimboccato le maniche per aiutare i compagni affinché non restassero esclusi dalla didattica a distanza e Andrea Lo Guzzo (17 anni, siciliano), testimone di un incidente stradale che ha travolto un bambino di 8 anni, ha avuto la prontezza di annotare la targa e il coraggio di testimoniare, rendendo così possibile l’individuazione del conducente.
Ci sono infine 5 giovani Alfieri della Repubblica scelti per la dedizione dimostrata verso familiari e amici.
Mattia Piccoli (11 anni, veneziano) accudisce il papà colpito da Alzheimer precoce. La loro storia è narrata dal libro di Serenella Antoniazzi “Un tempo piccolo”.
Niccolò Brizzolari (18 anni, rodigino) per la bisnonna affetta da glaucoma, ma appassionata lettrice, ha realizzato un audiolibro di “Uno, nessuno e centomila”, per poi metterlo a disposizione di altri che non riescono più a leggere in autonomia. È attivo in Legambiente e tra i fondatori di Fridays for Future nella sua città. Sogna di diventare magistrato.
Anche Silvia Artuso (9 anni, bergamasca) ha scelto la lettura per portare sollievo. Un capitolo alla volta, ha registrato per i compagni “Furbo, il signor volpe” di Roald Dahl. La mamma la riprendeva con il cellulare. A chi non riusciva a ricevere i video, leggeva la storia al telefono. Saputo dell’onorificenza, Silvia ha sgranato gli occhi: non capiva cosa ci fosse di tanto straordinario nel leggere un libro per gli amici. Nella stessa provincia Silvia Cavalleri, 13 anni, ha avuto a cuore un compagno disabile che ha perso il padre a causa del covid. Il ragazzo era isolato in classe e Silvia ha incominciato a passare davanti alla sua casa, a recapitare dolcetti e piccoli regali, fino a scalfire la solitudine dell’amico.
L’ultimo pensiero è per Giulia Muscariello (18 anni, salernitana). Il 20 luglio scorso era con l’amica più cara quando un’automobile fuori controllo si è diretta verso di loro. D’istinto Giulia ha protetto l’amica, che è rimasta indenne, ma ha subito l’amputazione di una gamba. “Questo attestato ora è un motivo per non rimanere in trappola in quella notte buia, è uno stimolo per tornare alla mia vita. Non riesco a capire come mai mi vogliono tutti bene, ma mi piace che lo facciano e che tra i tanti ci sia anche il capo dello Stato Sergio Mattarella”.
testo precedentemente pubblicato da Azione nonviolenta