Un genitore deve imparare, e in genere fatica a farlo, a decifrare i bisogni emotivi di un figlio nella vita reale. Quanto potrà essere difficoltoso per lui doverlo fare, oggi, anche per quella online?
Si usa ormai da tempo il termine “sadfishing” per indicare la pubblicazione online di post e contenuti che esprimono sofferenza o condizioni problematiche ma in modo non autentico, solo per ottenere simpatia e vicinanza.
Il problema è che non tutti i post emotivi online sono un tentativo di ottenere affetto o attenzione, ed è impossibile conoscere l'obiettivo del post di qualcuno senza chiederglielo direttamente.
In effetti molti, soprattutto preadolescenti e adolescenti, pubblicano messaggi su problemi emotivi molto reali con intenzioni autentiche. Tuttavia, chi legge potrebbe non credere alla loro buonafede.
Secondo alcuni psicologi che studiano i comportamenti online dei più giovani, gli adolescenti attraverso i loro post stanno solo imparando ad esprimersi e possono utilizzare i social media in modi che gli adulti non prenderebbero mai in considerazione.
Per i genitori, il problema è sapere come determinare quando i loro figli sono autentici e affrontano un problema, ad esempio, di sofferenza interiore molto reale e quando sono semplicemente alla ricerca di attenzione.
I social media possono rendere difficile determinare il contesto e leggere i segnali non verbali. In effetti, non c'è modo di sapere con certezza se un ragazzo stia soffrendo emotivamente o cerchi solo attenzione senza parlare con lui di quello che sta succedendo.
E, anche in questo caso, in alcune situazioni potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo.
La pubblicazione di post che esprimono difficoltà, sottolineano gli esperti, può essere il segno che l’adolescente ha un grande bisogno di attenzione.
Potrebbero mancargli attenzioni positive da parte dei suoi compagni. Oppure, potrebbe essere insicuro su come comunicare i suoi bisogni in modo efficace. Potrebbe anche essere il suo tentativo di mettere alla prova la lealtà degli altri in modo da poter vedere a chi sta davvero a cuore dal modo in cui gli altri rispondono.
Detto questo, ci sono alcuni segnali di avvertimento che un ragazzo è in difficoltà e ha bisogno di cure immediate da parte di un esperto di salute mentale. Ad esempio affermazioni come "tutti starebbero meglio senza di me", "la vita è inutile" o "non ho niente per cui vivere o che mi appassioni davvero " potrebbero essere un segnale che sta prendendo addirittura in considerazione il suicidio.
Un altro segno che potrebbe esserci un problema più profondo in gioco è quando un adolescente che in genere non pubblica nulla di emotivo o “drammatico” online, improvvisamente inizia a farlo. Se questo stesse accadendo, potrebbe essere un segnale che ha bisogno di aiuto.
Quando si tratta dei post emotivi di un figlio sui social media, è importante parlare con lui di quello che pensa e prova, chiedendo come si senta e perché abbia deciso di pubblicare online quello che prova. È bene poi ascoltare attentamente la sua risposta senza giudicarlo o cercare di “sistemare le cose”, mostrando invece empatia.
Occorre non minimizzare quello che sta vivendo o fare affermazioni superficiali che cerchino di sdrammatizzare.
Pubblicare post su un'esperienza difficile o su sentimenti contrastanti può essere davvero un modo di trovare forza interiore per alcuni giovani. È anche importante riconoscere il coraggio che hanno dimostrato nel chiedere aiuto anche se i social media non sono sempre un veicolo efficace per ricevere aiuto e supporto.
Un genitore però è bene che ricordi a un figlio di pensare attentamente a quali informazioni mette online, perché non tutti risponderanno nel modo in cui aveva sperato e potrebbe finire per sentirsi peggio dopo la pubblicazione.
Uno dei maggiori rischi con la creazione di post emotivi sui social media è quello di diventare vittime di cyberbullismo, soprattutto quando i post sono autentici. Potrebbe ad esempio essere preso in giro o insultato per il fatto di sentirsi depresso o ansioso, e questo farà sprofondare ulteriormente nella depressione un preadolescente o un adolescente già vulnerabile, potrebbe provare più ansia o iniziare a credere di non avere importanza.
Essere accusati di non essere sinceri riguardo ai loro sentimenti può anche indurli a pensare che nessuno li prenda sul serio e che a nessuno importi di quello che stanno attraversando. Questi tipi di sentimenti possono risultare devastanti per un giovane.
Quando si tratta di rischi online, la maggior parte dei genitori pensa che la risposta migliore sia portare via i loro smartphone o vietare loro di avere account sui social media. Ma in questo modo non si insegna ai ragazzi figli come navigare nel mondo online e si rischia di isolarli dai coetanei. Invece, è importante che i genitori insegnino ai figli come utilizzare i social media in modo responsabile.
La cosa più importante resta tuttavia che i genitori parlino con i propri figli non solo di come identificare i loro sentimenti, ma anche di dove trovare aiuto e assistenza quando sono in difficoltà.
Un adolescente può trarre beneficio dallo scrivere un diario o avere uno spazio online privato per scrivere, o avere un piccolo gruppo di amici con cui condividere i loro sentimenti senza renderli pubblici.
Anche se tenere il passo con la moltitudine di modi in cui i giovani usano i social media a volte può sembrare opprimente, oggi è una parte importante della genitorialità. Dopotutto, social media, smartphone e altre tecnologie sono una parte inseparabile della vita degli adolescenti.
Importante è assicurarsi di rimanere in sintonia quello che i propri figli stanno facendo online e usare i loro post e le loro esperienze online come opportunità di insegnamento e dialogo. Questo li aiuterà anche a diventare adulti in grado di trarre ogni possibile beneficio dalle tecnologie, evitandone le insidie.