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Nel corso degli ultimi due anni, soprattutto a partire dai periodi di lockdown, tutti, e in particolar modo i più giovani, hanno acquisito nuova familiarità con il concetto di solitudine.

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Si lavorava e studiava da casa, si usciva solo per fare la spesa e si vedevano amici e conoscenti esclusivamente attraverso gli schermi. I ragazzi si sono dovuti rintanare in casa con le persone a loro più vicine, cosa che ha creato un nuovo tipo di solitudine: quella dell’essere "soli insieme" e di affrontare insieme una separazione collettiva dagli altri, come hanno osservato alcuni psicologi.

La solitudine era un problema molto prima dell’epidemia. Nel 2014, uno studio della British Mental Health Foundation aveva rilevato che i sentimenti di isolamento erano quattro volte più comuni nelle persone di età compresa tra i 18 e i 24 anni rispetto a quelle di età pari o superiore a 70 anni.

Da allora le cose non sono certo migliorate per i giovani: a marzo 2022, una ricerca su Instagram per l'hashtag "#lonely" ha prodotto quasi 9 milioni di post.

Forse la solitudine tra gli adolescenti di oggi è stata causata, almeno in parte, dalle caratteristiche principali della loro vita: il tempo trascorso sugli schermi dei dispositivi, la ridotta partecipazione ad attività comunitarie come il volontariato, i gruppi sportivi e un aumento della diffusione della vita da single.

I giovani hanno anche maggiori probabilità di avere problemi con le loro identità personali e questo tipo di difficoltà può anche rendere più evidenti i sentimenti di solitudine.

Non c'è niente di intrinsecamente sbagliato nello scegliere di trascorrere del tempo da soli o godersi la “propria compagnia”. Ma la solitudine cronica e l’isolamento possono effettivamente danneggiare la salute, forse anche in misura maggiore del fumo o della pressione alta, secondo quanto sottolineano alcuni studi.

Le persone sole hanno un rischio elevato di soffrire di demenza e depressione, e la solitudine indesiderata può creare o esacerbare problemi di salute mentale come questi anche a livelli moderati.

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In altre parole, rimarcano le ricerche e la psicologia, trovare modi per sentirsi meno soli può migliorare la anche salute fisica.

Lo sviluppo di relazioni strette può anche avere un effetto maggiore e più salutare di quello della genetica. Costruire buone relazioni interpersonali potrebbe di per sé portare a un prolungamento della durata della vita di oltre il venti per cento. Anche essere benestanti o avere tutti i beni materiali che si sono sempre desiderati probabilmente non offrirà così tante soddisfazioni nella vita.

Quindi, se si è soli per la maggior parte del tempo e ci si sente giù di morale, cosa si può fare?

Gli psicologi e i terapeuti offrono alcuni suggerimenti utili. In primo luogo, bisogna cercare di non cedere alla tentazione di nascondersi. La solitudine ha un effetto insidioso: fa sentire socialmente ansiosi, il che mina la propria fiducia e rende più difficile intraprendere l'azione semplice e utile di raggiungere gli altri.

Se si nota che sta succedendo, o si crede che stia accadendo a un giovane di cui ci si occupa, bisogna provare e indurre a provare di respingere l'impulso di evitare le altre persone. Raddrizzare la propria postura, stabilire il contatto visivo, parlare con estranei e ricordare che non si ha nulla da perdere.

Anche una piccola conversazione può aiutare a "voltare pagina" introducendo qualcosa di nuovo in quella che altrimenti potrebbe essere una giornata solitaria.

Essere soli può creare una profezia che si autoavvera, in quanto sottrae il conforto che altrimenti si potrebbe provare partecipando a nuove attività. Occorre provare a lavorare contro questo fattore.

Esplorando i propri interessi oppure considerando di voler intraprendere un nuovo hobby o una nuova attività attraverso la quale si potrebbero incontrare persone che condividono i propri interessi. Partecipare ad alcune attività di volontariato. Fare progetti anche con i vecchi amici o compagni di studio. Essere attivi, ricordando di fare esercizio e cercando di completare un proprio programma di impegni.

Se si sono passate molte ore interminabili e non strutturate da soli, può anche essere d'aiuto creare una routine. Fare passeggiate regolari all'aperto; frequentare un corso; unirsi a un gruppo amatoriale di lettura o altro.

Qualunque cosa si faccia, la si dovrebbe pianificare in un modo che renda impossibile stare semplicemente seduti in isolamento, stare da soli.

Un giovane dovrebbe essere spinto ad assumere un ruolo attivo nella propria salute rivolgendosi ad altre persone e cercando di evitare che l'isolamento lo opprima.


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