Si commette spesso l’errore di preoccuparsi che i figli adolescenti siano sempre di buonumore e felici, impensierendosi subito quando li si vede più tristi e silenziosi. La ricerca psicologica suggerisce però che provare una varietà di emozioni può essere positivo per la salute mentale e fisica dei giovani, e non solo.
L'idea che il benessere non consista nell'essere sempre allegri ed evitare la tristezza come la peste non è nuova agli studiosi che svolgono ricerche sulla felicità.
Diversi studi hanno rilevato che potrebbe essere meglio per la nostra felicità generale provare emozioni come la rabbia nei momenti appropriati, piuttosto che cercare la felicità indipendentemente dalla situazione in cui ci si trova.
Chi tiene un diario della gratitudine, ad esempio, utilizzandolo in eccesso, rischia di perdere gli effetti positivi della gratitudine, riportandola in una routine che alla fine produce noia.
Per questo nuovo studio, i ricercatori hanno esaminato la tendenza dei partecipanti alle ricerche a provare emozioni positive (come divertimento, stupore e gratitudine) e negative (come rabbia, ansia e tristezza). In particolare, hanno misurato la varietà e l'abbondanza di queste emozioni, formulando un nuovo concetto: l’"emodiversità".
Un punteggio di emodiversità tiene conto di quante emozioni provano le persone e di quanto sono equamente distribuite. C'è un motivo per cui abbiamo la capacità di avere così tante emozioni? L'emodiversità può svolgere un ruolo nel benessere, al di là dei semplici livelli di emozioni positive e negative?
Gli studi hanno scoperto che l'emodiversità è legata a una minore depressione.
Questo sembra sia il caso per tutti i tipi di emodiversità: positiva (sperimentare molte diverse emozioni positive), negativa (molte diverse emozioni negative) e generale (un mix di entrambe). In effetti, le persone ad alto contenuto di emodiversità avevano meno probabilità di essere depresse rispetto alle sole persone ad alto contenuto di emozioni positive.
Altri studi hanno collegato l'emodiversità a una salute migliore. Secondo queste ricerche, le persone più emodiverse facevano meno uso di farmaci, meno visite mediche e ricoveri in ospedale. Avevano anche una migliore dieta, esercizio fisico e abitudini riferite al fumo. Sorprendentemente, l'effetto dell'emodiversità sulla salute fisica è stato più forte degli effetti (positivi o negativi) delle sole emozioni positive o negative.
L'emodiversità, secondo i ricercatori, è una metrica molto efficace e importante, precedentemente non identificata, per valutare la salute dell'ecosistema emotivo umano.
La sola possibilità che sia un fattore che promuove una salute migliore è un buon motivo per arricchire la propria vita emotiva. Come si può farlo?
Riferendosi in particolare ai giovani, l’emodiversità di un adolescente potrebbe essere bassa per vari motivi, forse ha difficoltà a identificare e a dare un nome alle sue emozioni e tende a sentire di provare cose generiche come essere "felice" o "di cattivo umore".
Forse, osservando le abitudini e i comportamenti degli adulti che sono in rapporto con lui, pensa che non sia dignitoso essere gioiosi; quindi, si limita a “sentirsi” contento; o crede che la tristezza sia una forma di debolezza, e quindi si lascia più facilmente alla rabbia. Forse pensa di essere di essere una persona ansiosa, quindi tutto quello che osserva sono i suoi sentimenti ansiosi.
In ogni caso, coltivare la consapevolezza di sé e permettersi di esprimere le proprie emozioni autentiche può essere molto utile per un ragazzo. Potrebbe essere una sorta di auto educazione emotiva, attraverso la quale impara a riconoscere e a dare un nome ai suoi sentimenti.
È bene che i genitori, e gli adulti in generale, nelle situazioni difficili guidino i ragazzi a permettersi di provare vergogna, senso di colpa o gelosia piuttosto che di quello che "dovrebbero" sentire.
Vivere e comprendere una gamma completa di stati d’animo, piuttosto che negarli, è sicuramente un modo migliore per arricchire la propria personalità e sostenerne lo sviluppo verso l’età adulta.