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La relazione con i pari promuove lo sviluppo dei ragazzi e segna un passaggio fondamentali del loro processo di autonomia dal nucleo familiare. La maggior parte dei giovani sembra essere istintivamente cosciente che l'adolescenza non è un momento da affrontare tutto da soli.

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L’isolamento sociale può generare solitudine, mancanza di informazione, ignoranza delle cose del mondo. A volte, i genitori si preoccupano o si sentono persino offesi quando, rispetto a quanto non avveniva nell'infanzia, il loro ragazzo adolescente è più preoccupato dai compagni e meno interessato a stare con loro in famiglia. Tuttavia, diventare socialmente inseriti con gli amici è un passaggio importante verso l'indipendenza sociale.

Far parte di un gruppo può dare struttura alla crescita sociale durante un periodo di grande cambiamento. Può fornire un senso di appartenenza, stabilità, identità e supporto, sia che si faccia parte di un gruppo di coetanei o di una cerchia sociale.

La differenza tra queste due definizioni può essere di natura esperienziale. Una distinzione approssimativa potrebbe essere questa che, mentre un gruppo di coetanei può sembrare più inclusivo, tollerante e rilassante, una cerchia sociale può sembrare più esclusiva, conformista e esigente. Una dimensione in cui tenersi al passo con gli altri per appartenere.

Entrambi possono fornire l’esperienza di avere un punto di riferimento, come una seconda famiglia sociale.

Mondi diversi

Sebbene i genitori amino i figli, in quanto adulti spesso non "capiscono" più ciò che è importante per un ragazzo man mano che l'adolescenza si sviluppa. Il divario generazionale e culturale contribuisce ad ampliare la crescente separazione sociale tra il genitore più tradizionale e l'adolescente più al passo con i tempi.

Per evitare che questo allargamento del divario culturale diventi alienante, i genitori possono, innanzitutto, colmare le differenze di interesse con i figli.

Possono esprimere un’onesta ignoranza su ciò che attrae il loro ragazzo adolescente, che ora ha molto da insegnare sulla crescente diversità delle sue passioni.

I genitori possono, in altre parole, esprimere il desiderio di imparare, chiedendo che il figlio li aiuti a capire la musica che ama ascoltare ora, ad esempio. E, in secondo luogo, possono accogliere gli amici del figlio. Conoscendo questi suoi compagni, capiranno meglio il mondo del loro ragazzo adolescente. Posso così scoprire che ragazzi all’apparenza diversi o aggressivi, sotto sotto sono persone amabili.

Questa accoglienza da parte degli adulti può anche risultare benefica per i figli, quando gli amici diranno che è piacevole passare del tempo nella sua casa.

Gruppi e crescita

La frequentazione di gruppi di coetanei svolge un ruolo funzionale nel promuovere i due principali obiettivi dello sviluppo adolescenziale.

Innanzitutto, forniscono una relazione in cui ci si può distaccare dall'infanzia e dalla famiglia per diventare più indipendenti. L'affiliazione a un gruppo di coetanei aumenta la crescente separazione sociale dall'infanzia e dai genitori. I ragazzi voglio passare sempre più tempo con gli amici e meno con la loro famiglia.

E, in secondo luogo, forniscono un luogo in cui ci si può differenziare dall'infanzia e dalla famiglia per diventare più “individui”. L'adozione di gusti comuni e l'identificazione con personaggi popolari aumentano il crescente contrasto con l'infanzia e con i genitori.

I giovani sentono di essere meno simili ai loro genitori e più simili ai loro amici.

In entrambi i casi, passare del tempo con coetanei consente la ridefinizione di sé in termini più maturi.

La progressione della crescita sociale comporta uno spostamento dai modelli familiari a quelli convogliati, all’esterno, dai pari. Da giovani adulti, poi, i ragazzi di definiranno in modo decisamente più autonomo e indipendente.

In questa progressione, la partecipazione a gruppi di coetanei svolge un ruolo preparatorio essenziale. Nell'adolescenza non si è ancora adulti, ci si prepara a esserlo. I gruppi di coetanei offrono molte occasioni per imparare, fanno compagnia e garantiscono supporto mentre i giovani si confrontano con le necessità di questo momento di transizione e cambiamento.

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I vantaggi dell’avere amici

I genitori temono spesso che un gruppo di coetanei possa coinvolgere il loro figlio in situazioni pericolose, che con gli altri si azzardi a fare cose che da solo non proverebbe mai. Questo può anche succedere.

Tuttavia, in molti casi di assunzione di rischi, gli amici si controllano a vicenda. Nei gruppi di coetanei, i ragazzi possono anche essere protettivi. Gli amici possono fare attenzione gli uni agli altri, e intervenire per soccorrere.

Esiste poi anche il beneficio dell'apprendimento per procura dall'ascolto delle esperienze altrui. Quello che gli altri hanno letto, ascoltato, visto, viene condiviso.

Nei gruppi di coetanei, molte esperienze vengono condivise non solo facendole insieme, ma anche parlando insieme, imparando dalla vita degli altri. Cosa fare, come farlo, cosa evitare, cosa non fare sono tutti argomenti discussi. Ci sono molte cose di cui un giovane vuole parlare con i coetanei che sarebbe molto meno propenso a discutere con i genitori. Gli amici possono istruirsi a vicenda.

Detto questo, esiste anche il grande problema della disinformazione tra giovani coetanei: ciò che a un giovane viene detto da un amico di fiducia non è sempre vero. I genitori devono pertanto prestare attenzione alle informazioni scorrette, che spesso hanno a che fare con questioni delicate, come la legalità, la droga, il sesso.

Ecco perché i genitori devono parlare delle questioni fondamentali legate alla sicurezza in merito a pericoli comuni come la posizione legale, l'uso di sostanze e il comportamento sessuale.

Pressione del gruppo

I gruppi di amici non vivono senza produrre influenza, anche se in modo meno imperativo rispetto alle cerchie sociali. Quando il pensiero di gruppo in un certo momento prende il sopravvento, quando quasi tutti vengono attratti da una possibilità allettante, può sembrare difficile resistere al conformarsi.

A un ragazzo occorre insegnare che anzitutto, in queste situazioni, può giocare per guadagnare tempo, per non adeguarsi a compiere un’azione che eviterebbe se fosse da solo. Può fare domande per avviare una discussione prima di buttarsi in un’avventura. Se non vuole farlo, è probabile che anche altri si sentano incerti. La discussione può creare dubbi.

Potrebbe suggerire un’alternativa o forse anche allontanarsi un momento per avere il tempo di riflettere, e mentre è lontano, l'impulso di gruppo di agire potrebbe essere passato.

 In definitiva, l’appartenenza a un gruppo presenta anche lati meno positivi, può far sorgere problemi e complicazioni, ma è meglio correre questo rischio, in adolescenza, piuttosto che non avere amici o averne troppo pochi.


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