Cosa cambia per lo sviluppo cerebrale di un adolescente il fatto che cresca o meno in un ambiente in cui c’è una forte presenza della musica? E se poi a questo si unisse la pratica di studiare e suonare uno strumento?
La psicologa dello sviluppo Lina van Drunen della Leiden University comprende bene il valore e l’importanza della musica e quanta dedizione occorra per imparare a suonare bene uno strumento, in quanto suona la chitarra e canta personalmente; quindi, era particolarmente interessata a scoprire come queste attività influenzano lo sviluppo del cervello.
Per esplorare la questione e raggiungere un risultato significativo, la dottoressa Van Drunen ha studiato centinaia di gemelli. Le sue scoperte rivelano che la pratica della musica rallenta lo sviluppo del cervello, offrendo, grazie a questo, opportunità uniche.
Mentre approfondiva la letteratura a riguardo dello sviluppo cerebrale degli adolescenti, si è resa conto che: "Sono state condotte molte ricerche sugli effetti degli ambienti svantaggiati sul cervello, come crescere con molti fattori di stress, subire abusi, vivere in povertà ecc. Tuttavia, sono state condotte poche indagini sugli effetti degli ambienti cognitivamente arricchenti, come quelli pieni di musica".
Per il suo dottorato di ricerca, la Van Drunen ha esaminato l’influenza di un ambiente musicale e della pandemia sullo sviluppo del cervello di 500 coppie di gemelli di età compresa tra 7 e 14 anni.
Un'opportunità unica
"La raccolta dei dati per la mia ricerca è iniziata otto anni fa, ma il mio percorso di dottorato è durato quattro anni" spiega la studiosa. Quando nel 2020 è iniziato il terzo studio sulla risonanza magnetica, più di 100 coppie di gemelli avevano già partecipato alle attività di analisi prima dell’inizio della pandemia.
"Poi la ricerca si è interrotta per tre mesi. È stato uno shock, ma fortunatamente abbiamo potuto riprendere le misurazioni e le valutazioni in seguito".
Questo periodo ha offerto un'opportunità unica: "Ora potevamo misurare l'impatto della pandemia come ambiente svantaggiato sullo sviluppo del cervello. Avevamo già i dati di un gruppo di giovani che non avevano vissuto la pandemia, che ci permettevano di confrontarli con quelli che stavano crescendo durante la pandemia."
Nel corso di sei anni, i gemelli sono stati sottoposti a tre scansioni MRI, hanno eseguito compiti cognitivi, compiti di comportamento sociale e un compito di sincronizzazione senso motoria per misurare la musicalità e gli effetti dello studio musicale.
Ascoltare musica rallenta lo sviluppo del cervello
Nel compito sulla musicalità, i ricercatori hanno misurato la capacità dei partecipanti di muovere le dita al ritmo di un metronomo e della musica. Hanno poi esaminato il modo in cui lo sviluppo del cervello prevedeva quanto i giovani fossero bravi in quel compito.
"Abbiamo visto che alcune regioni del cervello si sviluppavano più lentamente nei giovani che erano bravi nei compiti musicali e si esercitavano molto su uno strumento rispetto ai giovani che erano meno bravi nei compiti musicali".
Questo a prima vista sembra un dato negativo, ma la Van Drunen e i suoi colleghi ricercatori in realtà interpretano questo risultato come un segno che il cervello si sta sviluppando in modo più accurato e qualitativamente alto.
"La nostra ipotesi è che il cervello dei giovani musicisti si sviluppi più a lungo e che la cosiddetta finestra di apprendimento sia più ampia. Abbiamo già visto questo effetto nei giovani che occasionalmente suonano musica a livello amatoriale".
Anche il fatto che un ambiente musicale arricchisca lo sviluppo del cervello è coerente con ricerche precedenti. Ciò dimostra che ascoltare musica riduce lo stress, migliora la regolazione emotiva ed è positivo per l’interazione sociale perché si interagisce “musicalmente” con gli altri.
Effetti della pandemia
Al contrario, i ricercatori hanno notato un effetto opposto quando hanno esaminato l’impatto della pandemia del coronavirus.
La Van Drunen continua spiegando che: "Lì abbiamo visto uno sviluppo accelerato di alcune regioni del cervello, in particolare la corteccia prefrontale mediale e l'ippocampo, che sono associati alle interazioni sociali e alla regolazione dello stress.
Tale sviluppo accelerato non è necessariamente una cosa negativa. Il cervello sembra adattarsi in modo che si possa sopravvivere al meglio nell'ambiente in cui si cresce. La pandemia ha richiesto ai giovani di maturare più velocemente in alcune aree cerebrali".
Inoltre, dopo un po’, la regione del cervello coinvolta nell’assumere la prospettiva di un’altra persona si è sviluppata a un ritmo simile a quello precedente alla pandemia.
"Così, a quanto pare, i ragazzi hanno trovato il modo di mantenere i contatti sociali in un modo nuovo. Anche questo indica resilienza".
Il benessere degli adolescenti
La Van Drunen sottolinea che i suoi risultati non dicono nulla su quanto sia negativo o auspicabile che il cervello si sviluppi ad un certo ritmo.
"Ora sappiamo che l’ambiente gioca un ruolo importante nel modo in cui ciò avviene durante l'adolescenza, ma non è ancora chiaro quale influenza questo abbia sul benessere dei giovani".
Nei prossimi anni indagherà ulteriormente questo aspetto come attività post dottorato del progetto ActiveMinds presso l'Università Erasmus di Rotterdam.
"Insieme ai giovani scopriremo come pensano al benessere mentale e fisico e come possiamo misurarlo al meglio. In questo modo impareremo con loro cosa possono fare per aumentare il loro benessere".