Problemi e avversità che minacciano il benessere dei ragazzi non si trovano solo all’esterno delle loro famiglie, nel mondo che devono imparare a conoscere e affrontare per costruire una loro dimensione personale e relazionale, ma anche all’interno delle mura domestiche.
Genitori sempre più sopraffatti e stressati non rispondono ai bisogni emotivi dei loro figli adolescenti.
In uno studio di recente realizzazione, realizzato negli Stati Uniti dai Centers for Disease Control è stato chiesto a ragazzi adolescenti di indicare le avversità che hanno affrontato nelle loro vite e di esaminare come queste avversità li abbiano influenzati.
Tale studio ha scoperto che non solo gli studenti delle scuole superiori stanno oggi vivendo alti livelli di difficoltà ma che le maggiori avversità cui devono far fronte sono a casa. Il 61 percento degli adolescenti ha affermato di aver avuto esperienza di "essere umiliati o insultati da un genitore o da un adulto a casa" (quello che i ricercatori definiscono come " abuso emotivo ").
Un risultato altrettanto preoccupante dello studio è stato che il 28% degli studenti delle scuole superiori ha affermato di vivere con un genitore che soffre di depressione, ansia o di un altro disturbo di salute mentale (fattore definito dai ricercatori "pessima salute mentale in famiglia").
In particolare, molti adolescenti in diverse parti del paese affermano che non solo hanno queste difficoltà, ma sentono di non avere un adulto a cui rivolgersi a casa. Vorrebbero poter parlare con i loro genitori, ma, prima di tutto, i loro genitori dovrebbero essere più affidabili e calmi, per essere sentiti come adulti su cui poter contare per ricevere protezione.
Quello di cui gli adolescenti avrebbero più bisogno
Alla domanda: "Cosa vorresti dire ai tuoi genitori ma non puoi dire?" i ragazzi hanno risposto che vorrebbero che gli adulti fossero più maturi emotivamente dei figli che li circondano.
Vorrebbero essere liberi di parlare di cose “difficili” senza sentirsi sminuiti o giudicati, o sentirsi dire che devono semplicemente reprimere cere curiosità, evitare certe esperienze o non parlare del tutto di determinati argomenti.
I giovani vivono lo stress di sentire scaricati su di loro i problemi dei genitori, come se non fossero dei figli ma dei terapeuti. Soffrono di sentirsi un peso, una delusione e un fallimento per i genitori.
Si trovano spesso di fronte adulti che li accusano di rendere eccessivi i loro problemi, che non credono loro o che si arrabbiano quando i figli vorrebbero confidare qualcosa di quello che vivono.
Si bloccano nel parlare perché sentono che i genitori prendono tutto sul personale e reagiscono in modo aggressivo. Sentono inoltre che mentono, anche tra di loro, senza ascoltare o prendere sul serio le emozioni espresse dai figli.
Quando gli adolescenti sentono di non potersi rivolgere agli adulti per questioni difficili senza essere giudicati, sminuiti, presi in giro, criticati, le conseguenze per loro sono grandi. Lo studio ha scoperto che il 65% dei "sentimenti persistenti di tristezza o disperazione di un adolescente erano associati all'esperienza di una o più di queste modalità di avversità precoci".
Gli adulti, sottolineano i ricercatori, devono migliorare le loro capacità di autoregolazione in modo da poter contestualmente aiutare a regolarsi anche i giovani di cui hanno cura. In questo modo possono rappresentare l'adulto che li sostiene, li rassicura sul loro valore e sul loro essere degni di amore, al di là di quello di difficile che stanno attraversando.
Parte della crisi della salute mentale dei giovani di oggi risiede in questa verità: esiste una discrepanza tra ciò che i ragazzi vogliono dai genitori emotivamente e ciò che loro stanno dando loro. Gli adulti non li stanno davvero “incontrando”, non sono in una vera relazione con loro.
Questo sembra essere drammaticamente vero non solo nel contesto di realizzazione della ricerca, ma anche nel nostro paese, in queto momento storico.
Come si può diventare quell’adulto di cui hanno bisogno i giovani?
Anzitutto, dicono gli studiosi, dovrebbero rivolgere l’attenzione su se stessi e prendere coscienza di come le loro esperienze di vita difficili abbiano influenzato i loro livelli di reattività e il modo in cui reagiscono. Studi che esaminano le scansioni cerebrali fMRI mostrano che più stress e avversità precoci si sono affrontate crescendo, più è probabile che si sarà reattivi allo stress più avanti nella vita. E la genitorialità è certamente un’esperienza stressante.
I ricercatori suggeriscono di fare un esercizio molto rapido di scrittura curativa che aiuterà a riflettere su come si potrebbe offrire maggiore sicurezza emotiva e connessione a un figlio adolescente.
Si deve prendere un foglio di carta e una matita, chiudere gli occhi, fare un respiro profondo, espirare lentamente, e quindi chiedersi: “Cosa volevo da mia madre o da mio padre che non ho mai ricevuto?”
A questo punto, occorre annotare tutto quello che viene in mente. Occorre scrivere più velocemente di quanto non si farebbe normalmente, come se la propria mente stesse dettando, senza preoccuparsi di scrivere in modo chiaro e ordinato.
Un esercizio di scrittura come questo consente di scaricare rapidamente i propri pensieri.
I pensieri scritti possono fornire indizi che saranno importanti quando si prenderà in considerazione la propria storia e si analizzerà come le proprie ferite infantili potrebbero ancora influenzare il rapporto con gli altri. La consapevolezza, a sua volta, migliorerà la capacità di un adulto di sintonizzarsi su quello che un figlio potrebbe aver bisogno di ricevere.
Questo esercizio, sottolineano i ricercatori, dovrebbe essere accompagnato da un senso di autocompassione e amore per quel bambino che si era una volta, che potrebbe non aver avuto il genitore di cui si aveva bisogno.
Molti adulti sono cresciuti in famiglie in cui "ascoltare" significava solo fare ciò che i genitori dicevano e obbedire senza fare domande o lamentarsi. Potrebbero aver imparato che quando si esprimevamo, gli altri reagivano male o si arrabbiavano. Di conseguenza, hanno evitato di esprimere i loro sentimenti o bisogni.
Una dinamica interiore che può rendere più difficile da adulti parlare ai propri figli in modi che costruiscano sicurezza emotiva. Riconoscere questa origine del proprio atteggiamento è essenziale per cambiare la relazione con i figli.
Un genitore, inoltre, dovrebbe chiedersi cosa un figlio possa desiderare o di cui possa aver bisogno e che non sta ricevendo.
Anche questo va annotato. Vedere la connessione tra la storia di un figlio e la propria porta a un momento di consapevolezza che può aiutare a fermarsi e a regolarsi quando i livelli di stress aumentano e un ragazzo ha bisogno del proprio amore e delle proprie rassicurazioni, non del giudizio.
In altre parole, non si può calmare un figlio se non si è in grado di calmare se stessi, e questo diventa impossibile senza prima capire cosa stia scatenando i propri sentimenti aggressivi e reattivi. Affrontare le radici delle proprie emozioni è il primo passo verso la creazione di sicurezza emotiva sia per sé che per i propri figli, concludono i ricercatori.
Si dovrebbe fare di più per i giovani adolescenti e questo studio dice che è possibile farlo, a partire soprattutto da un lavoro su se stessi.