L’umorismo ha un posto in quasi tutte le famiglie. Può far del bene quando risolleva un po’ gli spiriti da eventi non positivi, quando provoca risate e allevia un po’ i dolori, quando consente di essere giocosi e incoraggia l’accettazione anche di cose non facili e lo fa fare con un sorriso.
Se si perde senso dell’umorismo, spiega la psicologia, si può contemporaneamente perdere capacità di resilienza. Tutto quello che accade diventa serio e pesante, e anche fastidi di nessun conto vengono vissuti come avversità impegnative.
Se ci sono conflitti, tuttavia, l’umorismo può però provocare danni. Può offendere, sminuire, essere segno di minacciosità e prepotenza, esprimere aggressività e fare del male, provocando dolore a chi lo subisce.
Lo scherzo, la battuta, spesso ferisce i sentimenti di chi li riceve. Questo può essere provocato con più facilità dagli adulti, che hanno maggiori capacità espressive e esperienze; tuttavia, anche i più giovani possano essere capaci di ferire con sottigliezze e frecciatine non opportune o dette nel momento sbagliato.
Quando si tratta di relazioni affettive, di rapporto genitori-figli, l’umorismo deve dunque essere esercitato per il bene, con grande attenzione al fatto che non provochi ferite.
Umorismo con gli adolescenti
Per molte madri e molti padri, gli anni dell’adolescenza dei figli sono spesso quelli più seri e difficoltosi, portano i compiti più gravosi dell’essere genitori. Non c’è paragone con quelli dell'infanzia, più socievoli, facili e giocosi, e sono anche meno faticosi, in genere, rispetto a quelli della maturità e della giovane età adulta.
I genitori di fronte al loro ragazzo cresciuto, più distaccato e con una vita che è fatta anche di cose non conosciute e rischiose, possono facilmente diventare più seri e ansiosi.
La separazione inizia quando il giovane inizia a pretendere indipendenza sociale, maggiore libertà e desiderio di affermare la sua individualità. L'adolescenza, nei suoi diversi processi, è un momento di crescita e cambiamento non solo dei figli ma anche dei genitori.
La crescente manifestazione di una individualità indipendente è fonte di preoccupazione per padri e madri, che si preoccupano per i rischi possibili comportati dai nuovi interessi, dal desiderio di sperimentare e dall’influenza dei compagni. Gli adulti devono decidere quanta “corda” lasciare e quanta trattenere.
Con l'adolescenza dei figli, i genitori rischiano di perdere il senso dell'umorismo, diventando meno sorridenti, meno disposti alla leggerezza mentre le crescenti ansie li opprimono. Questo cambiamento viene avvertito e risulta pesante per i ragazzi.
Sorridere e allo stesso tempo prendersi cura
Più affetto c'è in una relazione, maggiore è la sensibilità al dolore che a volte si può produrre. L'intimità crea infatti anche una grande vulnerabilità. A questa maggiore vulnerabilità si deve la sofferenza che può produrre una semplice presa in giro. Una battuta fatta per scherzo può provocare un danno non previsto e duraturo.
In generale, poiché l'adolescenza è un'età più sensibile, spiegano gli psicologi, in quanto i cambiamenti fisici e interiori creano maggiore coscienza e permalosità, è bene evitare con loro prese in giro che possano ferire. Questo vale anche i fratelli maggiori nei confronti dei più piccoli. L'umorismo che ferisce non è divertente; è ostile e punta, in sostanza, a fare del male. In casa si può certo scherzare ma è bene evitare di prendere deliberatamente in giro qualcuno.
L'umorismo e le risate
La risata può essere un'esperienza positiva, che alleggerisce una situazione e modifica un umore negativo o pesante. Si ride per divertirsi, per alleviare una avversità, per far fronte a un imprevisto, per sollevare il morale a sé o qualcuno, allentare la tensione in una certa situazione e creare una via d’uscita a uno stallo doloroso.
Per questo, perdere il senso dell'umorismo può essere particolarmente triste, persino deprimente. Tutto può risultare poco divertente, la vita una cosa solo seria e pesante. Mantenere il senso dell'umorismo ha di conseguenza un valore anche di sopravvivenza. È la capacità di trovare un lato divertente pur trovandosi in una situazione difficile.
Essere capaci di fare umorismo può far sentire accettati ed empatici. Nella peggiore delle ipotesi, al contrario, essere oggetto di un attacco umoristico può far sentire sofferenti e umiliati.
Ridere o piangere
Ridere e piangere non sono esattamente degli opposti, spiegano gli psicologi, perché sia riso che pianto possono essere usati per elaborare il dolore. Capita spesso di alleggerire un momento difficile con una risata o, anche, con qualche lacrima di sfogo.
Ridere può aiutare ad accettare qualcosa di indesiderato. Quando ci si trova di fronte a un figlio adombrato per qualche problema, riuscire a farlo sorridere lo porterà a sentirsi un po’ meglio. Può essere anche un importante insegnamento da un punto di vista educativo. Saper ridere di se stessi è in genere rassicurante, persino ristoratore. Porta ad accettare le proprie debolezze e anche le avversità che ci opprimono.
Trovare il lato divertente nella vita può in parte alleviare il peso di molti problemi che gravano sui ragazzi, ridimensiona il loro predominio.
Sebbene alcuni aspetti della vita possano essere stati percepiti dai giovani come un caos doloroso, ce ne sono sempre altri cui si deve gratitudine e anche un sorriso. Quando parte di quanto sta vivendo un adolescente è afflitto dalla sofferenza, l'umorismo può ripristinare in lui la capacità di vedere oltre, portandolo a una condizione di positiva sospensione emotiva. Nonostante l'infelicità che si prova, sorridere a quello che risulta ancora divertente può aiutare a dare energia per superarla.
L'umorismo come aiuto
L'umorismo può in definitiva essere utile quando consente di vedere il lato divertente delle cose serie che sono accadute o stanno accadendo. Alleggerisce i momenti difficili.
Quando un ragazzo entra nell'adolescenza, mantenere un senso dell'umorismo da parte dei genitori può essere una delle chiavi per aiutarlo non lasciarsi abbattere dalla complessità e dai problemi che sta affrontando. Lo aiuta a rimanere positivo e a mantenere un senso di prospettiva e di futuro.