C'è una differenza tra prendersi cura dei propri figli e fare tutto per loro...
"Non fare mai per un ragazzo ciò che è in grado di fare da solo, perché qualsiasi aiuto non necessario è un ostacolo allo sviluppo del bambino" scriveva Maria Montessori. Questa indicazione si applica sia a un bambino molto piccolo che deve imparare a mettersi le scarpe, sia a un adolescente che deve scrivere, ad esempio, una relazione di argomento scientifico.
Nathalie de Boisgrollier, che da più di vent’anni lavora come counsellor per genitori, fa notare che molti genitori restano alzati fino a tarda notte per fare i compiti dei loro figli, comprano nuovi abbonamenti per i mezzi pubblici dopo che l’ultimo è stato per l’ennesima volta perso, o scrivono loro stessi la lettera di candidatura per i figli che sono alla ricerca di un lavoretto estivo.
È un "eccesso di aiuto" che, in realtà, non gioca a favore dei ragazzi.
Crescere in autonomia
Crescere ed educare i ragazzi significa aiutarli a svilupparsi in modo che un giorno possano contare su loro stessi. Questa indipendenza si ottiene gradualmente e in base all'età e alle capacità dei giovani.
“C'è una differenza tra il prendersi cura di loro e fare tutto per loro" afferma la de Boisgrollier. Facendo le cose al posto dei loro figli, cercando di controllare tutto, i genitori impediscono loro di acquisire autonomia e indipendenza.
"Attraverso questi comportamenti, si ostacola la felicità dei propri figli e le loro possibilità di successo nella vita" avverte l’esperta.
Prende ad esempio il curriculum e la lettera di presentazione per il primo lavoro di un sedicenne. Il vero obiettivo per i ragazzi è ottenere un ottimo lavoro per impressionare amici e vicini o per imparare qualcosa di utile per il loro futuro?
Uno dei rischi nel fare queste cose per i propri figli è che si continuerà a farle.
“Ho incontrato genitori che stavano ancora scrivendo domande di lavoro per i loro ragazzi di 23 anni dopo che avevano lasciato già lasciato la scuola post diploma. “Può davvero far piacere a un genitore avere questa responsabilità quando i suoi figli raggiungono quell'età e, soprattutto, vorrebbe davvero mantenere quel tipo di controllo su di loro?” si domanda l'esperta.
Imparare facendo errori
Certo, i figli adolescenti faranno le cose meno bene e più lentamente di un genitore te e faranno errori che un padre o una madre avrebbero potuto evitare loro!
Gli errori, però, contribuiscono attivamente all'apprendimento e all'educazione. Ecco perché Nathalie de Boisgrollier invita i genitori a lasciare che i loro ragazzi adolescenti li commettano: “Il lavoro dei genitori non è proteggere i ragazzi dagli errori che possono commettere, né evitare alcuna difficoltà o inconveniente possano doversi trovare di fronte.
Esercitare la genitorialità non significa anticipare tutti i loro desideri e bisogni. Questo è ancora più vero nel corso dell'adolescenza! Piuttosto, il ruolo degli adulti è insegnare loro che gli errori fanno parte di qualsiasi processo di apprendimento”.
Essere presenti e offrire supporto
Lasciare che i ragazzi commettano errori è una cosa; essere disponibili e vicini a loro per aiutarli ad affrontare le loro delusioni è un’altra cosa. Questo è quello che deve accadere quando i genitori fanno la loro parte.
“Bisogna lasciare che i propri ragazzi agiscano anche se si sa che non ce la faranno o che non sta andando bene per loro. L'unica cosa importante è essere presenti quando loro chiedono a un genitore di esserlo" spiega la de Boisgrollier.
Si può in ogni caso aiutarli a trovare soluzioni da soli, facendo domande del tipo: “Quale sarebbe in questo caso la soluzione ideale? Se non cambiassi nulla in quello che stai facendo, cosa accadrebbe? Dimmi tre linee d'azione per quello che devi affrontare, anche se ti sembrano impraticabili o folli. Quale pensi sia il migliore?“.
Una presenza dei genitori attiva e premurosa consente agli adolescenti di riprendersi e raccogliere i frutti dei loro errori.
Questo non vuol dire che i genitori non dovrebbero mai fare nulla per i loro ragazzi; un modo logico per aiutarli a crescere in autonomia è fare le cose per loro la prima volta, in modo che possano vedere e imparare, e poi lasciarli provare la volta successiva da soli.
Crescere dei ragazzi e indirizzarli in autonomia nel mondo è un processo bello, difficile, e talvolta complicato, di transizione dalla completa dipendenza di un bambino alla completa indipendenza dell'età adulta.
Lungo questa strada, i genitori devono "lasciare andare" un po’ alla volta, sfidando i loro figli a fare sempre di più da soli, senza abbandonarli completamente alle loro tecniche o tentativi da un lato o essere iperprotettivi dall'altro.
Probabilmente avverranno errori, fallimenti, delusioni da tutte le parti, sia quella dei ragazzi sia quella dei genitori, e momenti di progresso e regresso. Tutto quello che si può fare è fare del proprio meglio affinché i ragazzi che sono possano diventare adulti responsabili, conclude l’esperta.