L’infelicità sembra contraddistinguere una parte piuttosto elevata degli adolescenti europei, secondo un’indagine OCSE, la quale riferisce che un ragazzo su tre, mediamente, indica su una scala da uno a dieci, una soddisfazione di vita al di sotto della “sufficienza”, con picchi del cinquanta percento in alcuni paesi come il Regno Unito.
Come può il genitore di un ragazzo adolescente riconoscere che il figlio è infelice, soprattutto se il ragazzo non ne parla con lui, ritenendo questa confidenza imbarazzante o fuori luogo con suo padre o sua madre?
L’adolescenza è un momento della vita che può essere anche molto difficile. Si ha a che fare con molte emozioni e con “sbalzi ormonali” tali per cui l’umore può cambiare rapidamente, ma è importante indagare se qualcosa eventualmente vada oltre la “normale” angoscia adolescenziale.
I giovani si stanno adattando a molti cambiamenti man mano che crescono, quindi è normale per loro esprimere emozioni forti e autentiche e cambiare rapidamente umore. Ma se un figlio sembra costantemente in difficoltà, ad esempio, se si vede un cambiamento rilevante nelle sue abitudini di sonno o di alimentazione, o se sembra essere sottosopra per un lungo periodo di tempo, è importante prendere queste manifestazioni di disagio sul serio.
I genitori spesso sanno istintivamente quando il loro ragazzo sta attraversando un momento problematico - quindi un genitore deve fidarsi del suo istinto, sottolinea l'esperto.
Tenere gli occhi aperti per accorgersi di comportamenti problematici
Se un figlio inizia a comportarsi in un modo non normale, bisogna provare a scoprire se qualcosa lo disturba. Bizze, litigi con amici o fratelli o cose come evitare la scuola possono essere tutti segni che sta succedendo qualcosa di negativo "dentro" di lui.
Se si notano cambiamenti molto forti nell'umore, nella salute mentale o nel comportamento generale di un figlio, è importante essere di supporto ma non in modo prepotente o invadente.
Solo rendendosi conto del suo disagio, non sottovalutandolo, e offrendo il proprio sostegno, si può far sentire un figlio migliore e oggetto di attenzioni.
Potrebbe essere vittima di bullismo?
Il bullismo è un problema molto diffuso e non il voler andare a scuola può essere più di una semplice pigrizia. I dati OCSE hanno rilevato che quasi un quarto dei ragazzi (27%) ha riferito di essere stato vittima di bullismo alcune volte al mese.
I segni che un figlio è vittima di bullismo includono una riluttanza ad andare a scuola o il fatto che non voglia più uscire con i soliti compagni. Un genitore potrebbe anche accorgersi che alcuni beni del ragazzo mancano o sono stati danneggiati. Al ritiro sociale si aggiungono la perdita di interesse per le cose che gli piacevano, il sonno disturbato e le "malattie" inspiegabili.
Se si teme che un ragazzo figlio sia vittima di bullismo a scuola o fuori dalla scuola (ad esempio sui social media), la prima cosa da fare è parlarne con i suoi insegnanti.
Incoraggiare alla socializzazione
Alcuni genitori potrebbero pensare che stanno ancora portando in giro i loro ragazzi adolescenti come se fossero bambini piccoli, spingendoli ad andare con loro da qualche parte se li vedono sempre chiusi in casa, e che questo non sia un bene.
Se un figlio inizia a ritirarsi socialmente, tuttavia, bisogna a provare a parlare con lui per capire se c’è qualcosa che non va e se c'è qualcosa che l’adulto potrebbe fare.
Si potrebbe provare, ad esempio, a portarlo in qualche posto dove possa fare nuove amicizie o consentirgli di invitare a casa alcuni amici, in modo che possano trascorrere più tempo insieme in un posto più tranquillo in cui si sentano a loro agio.
Parlare con loro
Gli adolescenti non vogliono sempre dire ai loro genitori cosa sta succedendo nella loro vita, quindi occorre avvicinarsi e mettersi in comunicazione con loro in un modo in cui si sentano a loro agio. Ad esempio, facendo con loro attività che li divertano, durante la quale si possa stimolarli a dialogare.
Può essere davvero difficile iniziare una conversazione sul benessere interiore e mentale, ma è un primo passo cruciale da compiere.
Quando si parla a un ragazzo, occorre ascoltarlo in un modo non giudicante e assicurarsi che sappia che il genitore è dalla sua parte e lo aiuterà a superare questo momento problematico. Ricordagli che lo si ama e che si è orgogliosi di lui.
Come genitori e adulti in relazione con loro, il modo migliore per iniziare è "connettersi" con il ragazzo, comprendere i suoi desideri e bisogni. Chiedergli quale sia la cosa che si possa fare insieme come famiglia che lo possa rendere più felice. Quasi sempre esce qualche attività che implica socializzazione e maggiori rapporti con gli altri.
Si può iniziare con piccole modifiche alla vita in comune per poi continuare a cambiare in quella direzione.
Lavorare con loro per ottenere aiuto
Se un figlio si confida sui suoi sentimenti, un genitore deve parlargli di quello che vorrebbe fare dopo questa apertura. È importante che il ragazzo si senta coinvolto nelle decisioni.
A volte i ragazzi adolescenti possono avere difficoltà a parlare con genitori o fratelli, quindi possono trarre vantaggio dall'avere una voce e una prospettiva esterne, come ad esempio uno psicologo. Parlare con un professionista può anche consentire ai genitori di acquisire capacità e ottenere suggerimenti su meccanismi di coping.
Se un figlio sta diventando sempre più solitario, è importante cercare supporto. Gruppi di supporto per adolescenti e organizzazioni impegnate nelle attività di socializzazione.
Avere cura di sé
Quando un figlio è in difficoltà, la sua sofferenza può essere sconvolgente anche per il genitore.
I ragazzi possono trasferire le loro emozioni sulle persone più vicine a loro, quindi è bene ricordare che se si comportano diversamente anche verso un genitore, questo atteggiamento negativo non deve essere "preso di petto" o vissuto come uno sgarbo personale. Bisogna in altre parole cercare di rimanere tranquilli, evitando anche di non incolpare se stessi per quello che sta vivendo.
Un genitore che ha cura di sé e del proprio equilibrio ha molto più possibilità di essere davvero di aiuto per il suo ragazzo infelice.