La questione del razzismo sta occupando grande spazio nel dibattito pubblico e giornalistico, riportando in modo drammatico all’attenzione di tutti un tema ancora irrisolto e urgente nelle società occidentali. In questa situazione, molti genitori si pongono il problema di parlarne con i figli adolescenti, oltre che di comprendere davvero cosa ne pensino loro stessi.
Le proteste originatesi negli Stati Uniti e poi dilagate in molti Paesi europei, nascono da un fatto gravissimo come l’uccisione di un cittadino americano nero disarmato, George Floyd, da parte di un poliziotto bianco, mentre altri agenti stavano a guardare senza intervenire.
Simbolicamente, tuttavia, la protesta pubblica si rivolge contro qualcosa di molto più grande, mettendo in discussioni simboli e personaggi della storia moderna che hanno incarnato, a vario titolo, un atteggiamento razzista.
Cosa si intende per razzismo
Il "razzismo" è sia una credenza che un comportamento. È la convinzione che una razza sia "superiore" a un'altra. Tale convinzione diventa un comportamento quando viene utilizzata per giustificare maltrattamenti nei confronti di appartenenti a una razza ritenuta "inferiore". Il razzismo provoca molti danni sociali, psicologici e fisici.
Il razzismo si può verificare a molti livelli. Può essere una questione di idee individuali — personali sulla superiorità e inferiorità razziale, che possono influenzare percezione e l’idea di sé di un individuo.
Può avere inoltre conseguenze interpersonali, portando a evitare il contatto con una razza "inferiore" qualcuno che si ritiene di razza "superiore". Può diventare un fenomeno di gruppo e di esclusione dalla propria cerchia delle persone che si ritengono "inferiori".
A livello pubblico può guidare scelte politiche, laddove politiche e procedure neghino a persone ritenute "inferiori" diritti e un servizio.
Distinzioni
Il razzismo "pensa" per stereotipi, generalizzazioni che definiscono il proprio gruppo, il "noi" superiore in contrapposizione con il gruppo "loro" ritenuto inferiore e caratterizzato negativamente.
Gli stereotipi sono manifestazione di ignoranza perché definiscono un intero gruppo con un singolo descrittore e ignorano la realtà della vasta variazione individuale al suo interno.
I crimini d'odio sono spesso motivati da stereotipi. Nel peggiore dei casi si arriva al genocidio: l'annientamento deliberato da parte del "noi" di un intero popolo di "loro".
L’oppressione sociale
Come altri "ismi" (il sessismo, per fare un altro esempio), il razzismo è socialmente oppressivo, inteso a mantenere a basso livello sociale gli individui di minoranza, per garantire il dominio e il controllo della maggioranza.
Come può una persona sapere di essere perseguitata? Esistono atti evidente di oppressione che possono mettere un individuo in una posizione socialmente svantaggiata.
Si è vittime di pregiudizio quando si è socialmente svalutati a causa della categoria minoritaria cui si appartiene.
Si è discriminati quando vengono negate opportunità a causa del gruppo di cui si fa parte. E così avvengono molestie quando non risultata garantito al proprio “gruppo” lo stesso livello di sicurezza sociale.
E si verifica complicità quando il maltrattamento sociale a causa della categoria minoritaria cui si appartiene, viene ignorato e così giustificato.
Motivazioni per il razzismo
Tutti gli "ismi" dell'oppressione (razzismo, sessismo e simili) sono variazioni di uno, che possiamo chiamare “favoritismo” - un criterio di valutazione e trattamento preferenziale che avvantaggia un gruppo a spese di un altro.
In qualsiasi cultura, si può identificare chi e cosa viene favorito osservando le caratteristiche condivise tra i membri della maggioranza dominante al vertice di qualsiasi grande sistema sociale, organizzativo o istituzionale.
In molti stati occidentali, ad esempio, le posizioni socialmente dominanti sono sproporzionatamente detenute da maschi bianchi. Nei luoghi di lavoro, il razzismo e il sessismo possono influenzare le opportunità e la carriera professionale.
Il razzismo crea mancanza
Il razzismo crea un gruppo minoritario di persone che sentono di non avere i diritti di base e un trattamento umano che la maggior parte delle persone in genere dà per scontato.
Ad esempio, a volte le minoranze possono sentirsi negate, libertà, accoglienza, possibilità di affermazione, sicurezza, protezione, servizi, inclusione, rappresentanza sociale, rispetto, dignità, fiducia, ascolto, cortesia, indipendenza, e così via. Questi e molti altri diritti interpersonali spesso vengono negati o devono essere riconquistati continuamente.
Con gli adolescenti
Tutti i fattori descritti sono presenti anche nel quotidiano della vita dei ragazzi di oggi, a scuola, nei quartieri, nei luoghi di aggregazione.
Atteggiamenti aggressivi, bullismo, conflitti tra adolescenti possono avere sottotraccia se non esplicitamente, motivazioni di razzismo.
Ognuno di questi fattori, oggi drammaticamente all’ordine del giorno a livello anche pubblico, può essere occasione di discussione confronto con i ragazzi.
Alcuni ritengono altri inferiori o pensano che non meritino pari libertà. Quelle persone di quel particolare gruppo sono in costante minaccia e pericolo, o conducono vite che non contano socialmente. E così via. Temi su cui occorre sfidare i giovani a esprimersi, con la fiducia che, in gran parte di loro, non abbia ancora attecchito il pregiudizio del razzismo.