Una delle abilità che i genitori dovrebbero insegnare ai figli, è quella di saper gestire le emozioni e il desiderio di conoscere e fare esperienze. Come tutto ciò che provoca emozione, anche la curiosità ha sia un potenziale utile che uno dannoso.
La curiosità esprime sempre interesse e un genitore dovrebbe stimolarla, anche se si rivolgerà a volte verso quello che approva, a volte però verso ciò che biasimerà.
Ogni emozione ha una doppia polarità: la paura può scoraggiare dal fare uno ma può anche mettere in guardia dal pericolo. La rabbia può rendere aggressivi ma può anche portare a difendersi da maltrattamenti. La tristezza può essere deprimente ma può anche aiutare ad elaborare delusioni e perdite. La frustrazione può generare irritazione ma può anche permettere di mettere a fuoco gli ostacoli.
Allo stesso modo, la curiosità può mettere in pericolo ma può anche educare, avendo molto da insegnare.
Quando un genitore dice al figlio: "Non aver paura", "Non essere arrabbiato", "Non essere triste", "Non essere frustrato", "Non essere curioso", e così via, non dà un buon consiglio. Le emozioni possono essere infatti uno strumento efficace per attirano l'attenzione su ciò che sta accadendo.
I pregiudizi contro la curiosità
Esiste un pregiudizio di vecchia data contro la curiosità. La saggezza popolare la esprime con il proverbio: "la curiosità ha ucciso il gatto", suggerendo come le fascinazioni sbagliate possano essere fatali. La saggezza biblica avverte di non mangiare frutta dall'albero proibito, perché, con la conoscenza, si perde l'innocenza divina. La saggezza mitologica avverte come Pandora non abbia resistito all'apertura del vaso dell'ignoto, facendone uscire mali mai visti prima.
Nel corso della storia, l'umanità ha diffidato della curiosità.
Di conseguenza, la saggezza dei genitori mette in guardia il bambino curioso dal giocare con il fuoco, perché potrebbe bruciarsi, così come avvertono l'adolescente tentato di provare droghe, perché potrebbero danneggiare il suo corpo o la sua mente. La curiosità ai loro occhi è rischiosa.
Tuttavia, la storia umana celebra anche i contributi della curiosità. L'interesse per l'ignoto ha portato a grandi progressi. Basta considerarne le motivazioni che ha prodotto per l'esplorazione e la sperimentazione, l’ingegnosità e l’invenzione, e quanto su di essa si basi il potere della creatività. La curiosità ha potere di sopravvivenza: ci permette di scoprire e capire.
In questo periodo di pandemia, per esempio, molte persone a livello scientifico in tutto il mondo trascorrono lunghe giornate cercando di capire, comprendere e curare, e di trovare un vaccino per prevenire l'infezione da coronavirus.
I genitori sono bloccati nell’ambivalenza verso la curiosità giovanile, tra la proibizione di ciò che può essere pericoloso e l'incoraggiamento verso ciò che può essere benefico.
Curiosità e crescita
Osservando da piccolo il loro figlio, i genitori riconoscono come la curiosità favorisca una crescita precoce. Il piccolo cerca di copiare tutto quello che fanno. Dopo un’eventuale disavventura per aver provato il “proibito”, i genitori vogliono sapere cosa abbia imparato dalla curiosità e chiedono: "Cosa sai ora che non sapevi prima?" Le brutte esperienze però a volte possono impartire buone lezioni.
Preoccupati per i rischi, i genitori monitorano attentamente questa indagine senza freni, avvertendo il figlio di stare lontano da ciò che ha il potenziale di nuocere, ma anche istruendo a moderare i rischi per uno sviluppo sano man mano che cresce. Quando è piccolo, gli dicono di indossare sempre il casco quando va in bici, da neo-patentato gli dicono di non usare il cellulare mentre sta guidando.
Rispetto al bambino curioso, l'interesse adolescenziale è ancora più intenso, perché l'adolescenza è l'età della curiosità verso il mondo.
Uscendo dall'infanzia (intorno ai 9-13 anni), alle prese con i crescenti cambiamenti fisici e desideroso di esplorare e sperimentare la vita al di fuori della cerchia familiare protetta, con amici affini, il giovane adolescente può sentirsi sovraccarico e sovra stimolato da un grande interesse per prendere parte a nuove esperienze.
La rete
Paragonabile alla rivoluzione industriale nel generare un grande cambiamento sociale, la rivoluzione di Internet non ha avuto meno impatto. Basta considerare la sua influenza sulla curiosità adolescenziale.
Ai loro tempi veniva detto, quando chiedevano qualcosa cui non si voleva rispondere, di aspettare di essere più grande per saperlo. Quei tempi sono finiti, perché ora i giovani hanno accesso immediato a tutto, attraverso Internet. Le informazioni su qualsiasi cosa sono a portata di clic.
Cosa deve fare un genitore? Accettare la realtà della possibilità di un’informazione immediata, considerando qualsiasi domanda dell'adolescente o la stessa ricerca online come un'opportunità di discussione e istruzione. Può aiutare il figlio a valutare qualunque cosa abbia trovato online.
È importante essere aperti e seguire il giovane nella conversazione, ovunque porti la sua curiosità. Può essere ai loro occhi ancora presto, per quell’argomento, ma l’interesse del ragazzo in quel momento rivolto a quello, ed è bene non perdere l’occasione di essere al suo fianco e di confrontarsi con lui.
La sfida per i genitori è quella di tenere il passo rimanendo in comunicazione. Una figlia in prima media vorrebbe parlare di contraccezione. Il genitore pensavo che questa conversazione sarebbe avvenuta più tardi ma non deve sfuggire alla sua curiosità.
Il momento di discutere di qualsiasi argomento che riguardi il mondo in cui sta entrando, è quando l'adolescente esprime la curiosità di sapere. Meglio rispondere alla curiosità in quel momento che permettere ai malintesi della disinformazione di crescere in lui. Notizie false, rimedi spesso pericolosi.
Apprezzare la curiosità
Per apprezzare la curiosità come forza trainante nell'adolescenza, bisogna considerare alcune delle sue motivazioni. La curiosità si interroga sull'ignoto, esprime interesse, stimola lo sforzo, dirige l'apprendimento, è attratta dal proibito, vuole scoprire, cerca di capire, è creativa, è ispirata dall'ignoranza, è stimolante, è non convenzionale.
Un ragazzo curioso fa domande, esplora, sperimenta e indaga, è attento, è riflessivo, è tentato di provare, corre rischi, osa rischiare, è insoddisfatto e mai annoiato. La curiosità ha molto da offrire.
Assunzione del rischio consapevole
L'aspetto della curiosità adolescenziale che spaventa i genitori è la pericolosa assunzione di rischi che può generare. In questo caso, il divieto non è sufficiente; devono incoraggiare il ragazzo a prevenire il rischio. Come? Ad esempio possono consigliare al giovane di assumersi la responsabilità predittiva di pensare in anticipo alle possibili conseguenze, quando la curiosità lo preme, quando è tentato di provare ciò che è nuovo, diverso, sconosciuto, interessante o eccitante o qualunque cosa facciano gli altri.
I genitori potrebbero suggerire al giovane di prendersi qualche momento di riflessione prima di immergersi in qualche avventura, di porsi alcune semplici domande sulla valutazione del rischio.
Che cosa c’è di gratificante in questo? Quali sono alcuni possibili rischi? I rischi valgono i premi? In questo caso, come posso ridurre i rischi? E se i rischi diventano realtà, qual è il mio piano per sanarne le conseguenze?
Poiché la curiosità suscita interesse e l'interesse porta all'azione, e l'azione crea rischio, è meglio intraprendere consapevolmente una nuova esperienza.
Gli adolescenti non possono crescere senza la curiosità, ma possono fare attenzione a quanto si accingono a sperimentare.