Anche dire di “sì” ha una sua efficacia nella relazione educativa con un figlio, quando si ha presente la sua funzione propulsiva e non risulti invece un cedimento alle pretese dei ragazzi.
Mentre il dire "no" ha il potere di porre dei limiti, il dire "sì" ha quello di crea opportunità. Dire “no” rappresenta per un genitore il tentativo di resistere a ciò che vorrebbe un figlio, al contrario il “sì” può indicare quello che si desidera da lui.
Per un ragazzo, poi, in modi diversi sia dire "sì" che dire "no" può richiedere del coraggio: dire "sì" alla sfida e all'avventura, dire "no" ai coetanei e ai genitori. Ad ogni modo, l'adolescenza spesso richiede coraggio mentre si affrontano le sfide della crescita.
È importante aver presenti e confrontare i modi più comuni del dire "sì" e del dire "no", ognuno prezioso a modo suo. Mentre il sì fa iniziare qualcosa, il no ferma; il sì partecipa, il no ignora; l’uno è aperto, l’altro è chiuso; l’uno aumenta, l’altro riduce; il sì accoglie, il no rifiuta; il sì impegna, coopera, acconsente, il no disimpegna, fa resistenza, rifiuta, e così via.
Sebbene tutte le persone prendano decisioni sia in una direzione che nell’altra, esistono tuttavia persone più inclini a dire "sì" nella vita (spesso positive ed espansive) e altre che sono più inclini a dire "no" (spesso negative e prudenti). Questa differenza può creare qualche incompatibilità tra un genitore ansioso, propenso al no, e un adolescente “avventuroso”, propenso al sì.
Inoltre si potrebbe vedere un bambino che diceva più dei "sì" diventare un adolescente che dice più dei "no". Allo stesso modo, genitori che in precedenza dicevano tendenzialmente "sì" possono diventare più inclini al no di quanto non lo fossero prima con un adolescente che è attratto dall’acconsentire alle proposte anche azzardate dei compagni.
Dire "sì" a nuove esperienze da parte di un adolescente apre alla realtà del rischio, dell’azzardo e della possibilità di farsi o fare del male. Anche per un adolescente attento, è sempre più facile controllare la scelta che il risultato di quello che decide di fare.
Ai genitori dare a un adolescente un permesso, un "sì" può spaventare. Tuttavia, essere più liberi è come respirare durante l’adolescenza; non si può crescere senza libertà.
Ogni “sì” apre le porte a una nuova esperienza. Pertanto, vale la pena consigliare all'adolescente di valutare i rischi che comporta la libertà nel modo più consapevole possibile, prendendosi un minuto di riflessione per pensare prima di essere d'accordo o buttarsi a provare qualcosa di nuovo con gli amici.
I genitori possono incoraggiare l'adolescente ad assumersi la responsabilità predittiva, chiedendo loro di porsi quattro rapide domande prima di decidere: Quali sono i vantaggi? Quali sono i rischi? I rischi valgono i vantaggi? Se lo sono ma poi le cose vanno male, qual è il piano d’emergenza?
A volte i genitori si lamentano che il loro figlio adolescente non riesce a pensare attentamente prima di fare qualcosa, ma non è proprio così. È vero piuttosto che il giovane potrebbe non prendersi il tempo per pensare al futuro. Questo è quello che i genitori devono incoraggiare quando si presenterà la prossima tentazione di fare qualcosa di rischioso in piena libertà.
Nei momenti di normale insicurezza e dubbio, il "sì" dei genitori può aumentare la fiducia dei giovani in molti modi. I ragazzi, anche se spesso non lo danno a vedere, hanno bisogno delle conferme che gli possono arrivare in famiglia.
Il sì di un genitore può dire a un figlio che è in grado di fare una cosa, che ce la farà a raggiungere un obiettivo, che sa, cha ha imparato, che è cresciuto e dunque è in grado di vivere una certa esperienza, che ha ragione. Che, in altre parole, si sta preparando nel modo giusto alla sua vita indipendente.
È importante che i genitori non permettano ai normali conflitti che si sviluppano con i ragazzi nel corso dell’adolescenza, di ostacolare la loro affermazione e la loro crescita, quel mettersi alla prova che è così necessario. Il loro dire "sì" può davvero essere importante perché questo avvenga.