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La maggiore carica emotiva che porta in una famiglia l’inizio dell’adolescenza può essere meglio compresa considerando la sensazione di perdita che i cambiamenti di questa fase provocano.

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Per i genitori, se n’è andato il bambino adorabile e tranquillo; per l'adolescente, non ci sono più i genitori idealizzati e onniscienti. L'infanzia, quel periodo magico di reciproco “incantamento”, è finita.

Al suo posto inizia l'altrettanto meraviglioso ma più difficile, da genitori, passaggio di formazione che inizia dai dieci ai dodici anni, che trasformerà con il tempo una bambina in una giovane donna e un bambino in un giovane uomo. L’“adolescenza”, appunto.

Rispetto alla vicinanza dell'infanzia, ora i crescenti cambiamenti possono introdurre stress nella relazione genitore/figlia o genitore/figlio. Adesso c'è più distanza e disaccordo, dovuto al distacco adolescenziale nella direzione dell'indipendenza, alla differenziazione per affermare l'individualità, inizia a separare genitori e figli, che, di fatto, è quello che dovrebbe fare l'adolescenza.

Di conseguenza, genitori e adolescenti possono trovarsi in una relazione emotivamente più intensa l'uno nei confronti dell'altro, in particolare durante quei momenti di disaccordo che si verificano sempre più spesso.

Il ragazzo l'adolescente può diventare più irrequieto (frustrato e arrabbiato) quando non ottiene la libertà che desidera avere, mentre i genitori possono diventare più agitati (preoccupati e ansiosi) per i rischi crescenti che il loro ragazzo potrebbe dover affrontare, non sapendo con certezza cosa è meglio decidere.

Un genitore si trova pertanto a sostenere la sfida di gestire una maggiore intensità emotiva nelle relazioni familiari.

Saper apprezzare l'emotività

Si può iniziare riconoscendo l'importanza delle emozioni nel funzionamento umano. Le emozioni, sottolineano gli psicologi, fanno parte del sistema di consapevolezza affettiva di tutti, il quale aiuta a sentire che qualcosa di significativo sta avvenendo nel loro mondo interiore o all’esterno, qualcosa che merita di essere preso in considerazione.

Ogni tipo di consapevolezza emotiva si concentra su un aspetto diverso di un'esperienza di vita. Ad esempio, la paura avverte del pericolo, la rabbia risponde a una violazione o a un’offesa, e la frustrazione mette a fuoco una condizione di impossibilità o di blocco, e così via.

Sul versante positivo, altresì, l'amore afferma il legame verso qualcuno, la gioia celebra l'appagamento e la curiosità esprime l’interesse.

Senza avere accesso alle proprie emozioni, le persone mancherebbero di un'importante consapevolezza di sé. Le emozioni aiutano a rimanere in contatto con se stessi.

Tuttavia, le emozioni possano essere ottime fonti di informazione ma pessimi consiglieri.

"Pensare" attraverso i propri sentimenti può mettere le persone in difficoltà. Cedere all'infatuazione può portare un giovane ad accettare attenzioni pericolose. Reagire con rabbia può peggiorare una brutta situazione. Evitare una sfida spaventosa può limitare le opportunità di crescita.

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Quindi, tra genitori e adolescenti, è importante valorizzare il messaggio che l'emozione porta quando, ad esempio, ci si sente delusi dalla risposta dell'altro. In questo caso, piuttosto che seguire il consiglio e l'accusa infelici contenute nell'emozione, può servire meglio alla relazione fare affidamento sul giudizio e rispondere cercando di chiarire l’incomprensione che sta alla base dell’emozione che divide.

La gestione sicura delle emozioni forti richiede la disciplina dell'autocontrollo.

Il ricatto emotivo

A volte, un genitore o un adolescente in disaccordo possono essere tentati di usare l'espressione di una forte emozione per fare pressione e sull’altro, offrendo la cessazione del rancore, ad esempio, in cambio di qualche concessione da parte dell’altro.

Qualsiasi uso del ricatto emotivo è un comportamento negativo perché corrompe l'espressione onesta di sentimenti intensi e riduce la fiducia dell’altro, in quanto questo le emozioni forti vengono usate per ottenere un guadagno manipolatorio. I genitori devono evitare questo comportamento e non devono cedere quando un adolescente lo impiega con loro.

In queste occasioni, un genitore dovrebbe dire semplicemente al proprio ragazzo che, invece di usare i suoi sentimenti per ottenere quello che vuole, dovrebbe dichiarare esplicitamente quello che vuole o non vuole, in modo da poterne parlare assieme.

Mantenere la sobrietà emotiva

Una sfida importante nell'essere genitori di un adolescente è quella di mantenere la sobrietà emotiva, accogliendo i sentimenti di rabbia e di agitazione con l'accettazione, senza assecondarli con una reazione anch’essa emotiva. Quando si è stressati, sorpresi o turbati, occorre fare un esercizio di "maturità adulta".

Quando si è in disaccordo, quando si è criticati, di fronte all'imprevisto causato dall'adolescente, può essere necessario fare uno sforzo per non perdere la calma o l’equilibrio, per non finire per riversare sul fuoco emotivo un linguaggio a sua volta infiammatorio fatto di critiche, biasimo o insulti.

Agire da arrabbiati con un figlio adolescente arrabbiato lo fa solo arrabbiare di più. Quindi urlare di smettere di urlare incoraggia solo a gridare seguendo l'esempio dell’adulto, perché il conflitto incoraggia l’assunzione atteggiamenti simili.

In momenti di “intensità emotiva” con un ragazzo adolescente, occorre dare esempio del comportamento che si vorrebbe vedere nel giovane. Prima di reagire, meglio prendersi un po' di tempo per riflettere e chiedersi cosa si vorrebbe dire e fare, e cosa sarebbe saggio dire o fare, e quindi scegliere quest’ultima possibilità.


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