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Essere sempre un genitore "giusto" durante l'adolescenza dei propri figli può essere una cosa difficile da realizzare. L'adolescente è incline a lamentarsi dell'autorità genitoriale “ingiusta” e del favoritismo familiare: parte del cambiamento adolescenziale consiste proprio nella maggiore insoddisfazione nei confronti dei genitori provata dai ragazzi, rispetto a quando erano bambini.

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Il bambino tendeva a idealizzarli, ma ora l'adolescente trova più motivi per criticarli, e questo può essere un cambiamento inquietante per i genitori

Parte di questa “caduta” degli adulti al di fuori dalla “grazia” di cui godevano nell'infanzia dei figli è una “retrocessione” necessaria. Un adolescente più indipendente e più incline agli errori non può permettersi di avere genitori impeccabili con cui identificarsi e con cui misurarsi. C'è bisogno di rimuovere i genitori dal loro tradizionale piedistallo di perfezione, per ridefinirli in termini più fragili e umani. Un termine di confronto ammissibile in quanto imperfetto.

In questa fase le accuse di ingiustizia rivolte agli adulti possono aumentare. Ci possono essere lamentele sull'ingiustizia dell'autorità adulta e sull'iniquità del favoritismo familiare, quando ai genitori viene attribuito un trattamento di favore rivolto ad altri componenti della famiglia.

Essere genitori durante l'adolescenza di un figlio non è una passeggiata. A volte i genitori devono dire ciò che l'adolescente non vuole sentire. A volte devono chiedere cose di cui l'adolescente non vuole discutere. A volte devono fare richieste con cui l'adolescente non è d'accordo, devono rifiutare le libertà che l'adolescente vuole con urgenza concesse. A volte devono controllare che gli impegni degli adolescenti vengano mantenuti, e così via.

Il bambino accettava come giustificate e ovvie le espressioni del potere genitoriale, l'adolescente può invece contestarle a difesa di una crescente indipendenza.

I genitori possono spiegare che, esercitando un’autorità a volte contrarie alle richieste dei figli, stanno onorando il lavoro per la definizione di limiti e richieste responsabili. Essere fermi quando occorre, essere flessibili quando possono, spiegando le loro esigenze e ragioni. E ascoltando sempre qualunque cosa i figli abbiano da dire, purché ​​pronunciata in modo rispettoso e tranquillo.

Suddividere l'attenzione, l'interesse, il sostegno e l'approvazione dei genitori in modo che i figli “rivali” possano sentirsi adeguatamente seguiti, apprezzati e sostenuti è una sfida costante per i genitori.

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Poiché a ciò che è specifico può essere attribuito un valore simbolico, una decisione imparziale per un ragazzo può sembrare preferenziale all'altro. E da qui può nascere muovere l'accusa di favoritismo.

Questo non vuol dire che il favoritismo sia solo negli occhi del giovane. Anche se maggior parte dei genitori non fa favoritismi, ad alcuni accade. Ad esempio, il favoritismo può essere basato sul sesso, sull’età, sulle capacità, sulla somiglianza o sullo sviluppo e maturità dei figli.

Quando si verifica regolarmente, il favoritismo dei genitori può inasprire la rivalità tra fratelli con l’invidia e causare risentimento.

Un trattamento preferenziale continuativo e una valutazione non imparziale di un figlio rispetto a un altro possono creare un'esperienza duratura di ingiustizia difficile da annullare. Nel peggiore dei casi, può diventare una “ferita” emblematica per altre cose che accadranno nella loro vita adulta.

I genitori dovrebbero spiegare che nel trattare con i figli non possono mai essere del tutto equi, perché l'equità ha sempre un doppio aspetto. In nome dell'uguaglianza, dovrebbero infatti amare tutti allo stesso modo e, in nome dell'individualità, dovremmo trattare ciascuno in modo diverso. Quindi, con ognuno dei figli, cercano di soddisfare entrambi gli obblighi nel miglior modo possibile.

Meglio, dunque, per i genitori essere chiari e spiegare sempre la loro posizione, quando si avvicina quel periodo per molti versi accusatorio che è l’adolescenza di un figlio.


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