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In un momento di grandi cambiamenti anche fisici, che provocano ansie e desiderio di sapere, tra le competenze che deve sviluppare un adolescente per prepararsi all’età adulta, c’è quella di imparare a occuparsi in autonomia della gestione della propria salute e dell’assistenza sanitaria.

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Le visite pediatriche per gli adolescenti sono in genere predisposte anche per sostenere gradualmente ragazzi e genitori in questo processo evolutivo.

Molti pediatri impostano le visite accogliendo inizialmente insieme il ragazzo adolescente e il genitore. Il medico pone le tipiche domande, riferite alle vicende fisiche e cliniche dell'ultimo periodo e eventuali problemi passati e attuali, l'uso di medicinali o di integratori, e così via.

Oltre a questo, chiederà anche informazioni sulle abitudini alimentari, del sonno e dell'esercizio fisico del giovane adolescente, come vanno le cose a scuola, in famiglia e nei rapporti con gli amici.

Questa parte della visita rende protagonista in particolare il genitore, anche l'adolescente può intervenire se necessario. Prima dell'esame fisico, il medico chiederà al genitore di essere lasciato un po' da solo con l'adolescente.

Il pediatra in questo modo costruisce con il genitore e con il suo ragazzo, o ragazza, una relazione che, indipendentemente dal momento in cui è iniziata, si basa, con tutte le relazioni medico-paziente, sulla fiducia reciproca e sul rispetto.

Gli obiettivi di un pediatra includono non solo la tutela della salute del giovane paziente ma anche l’obiettivo di prepararlo prendersi attivamente cura della sua salute. In questo modo, attraverso una fase di progressiva responsabilizzazione, si fa in modo che il giovane si prepari a relazionarsi in autonomia con la dimensione sanitaria per adulti.

In questo senso, gli esperti sostengono che l’impegno più grande per i genitori di adolescenti non è quanto possano fare di più per i loro figli, ma come possano fare meno in modo efficace. Permettere ai figli di provare, fallire, imparare e crescere. Devono preparare gli adolescenti all'indipendenza e alle responsabilità che li aspettano sia nell'ambito dell'assistenza sanitaria che nella vita in generale.

Genitori e pediatri possono collaborare in questo sforzo per sostenere i ragazzi nel loro percorso verso l'età adulta. È un grande passo evolutivo anche per gli adulti. È comprensibile che un genitore possa avere dubbi e esitazioni. Di solito, quando il pediatra dice che vuole restare da solo con il ragazzo, il genitore in genere si stupisce che sia già arrivato il momento.

L'obiettivo, tuttavia, per il medico, è cominciare a costruire una relazione più adulta con il ragazzo in una fase ancora precoce, prima che l'adolescenza sia già pienamente sviluppata.

Considerando che uno degli obiettivi della genitorialità è preparare i ragazzi a diventare indipendenti, gli adolescenti devono iniziare presto a comprendere e accettare la loro responsabilità anche in questo campo.

Avviare presto questa transizione favorisce il senso di fiducia nell’occuparsi in modo sempre più autonomo della propria salute.

Molti ragazzi hanno bisogno di tempo per farlo. Spesso quando un medico pone domande dirette, con i genitori presenti, sull’alimentazione o su quando è stato l'ultimo ciclo mestruale e su come vadano le cose a scuola, molti giovani si rivolgono inevitabilmente al genitore per le risposte. Man mano che crescono, però, il pediatra allinea gli argomenti discussi nelle visite di controllo con il loro stadio di sviluppo, spingendoli così a essere autonomi nelle risposte.

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Iniziando questo processo un po' prima, i ragazzi potrebbero avere più possibilità di essere più autonomi e a proprio agio quando dovranno rispondere a domande più difficili.

Quando è il momento del ragazzo di lasciare l’ambulatorio per consentire a medico e genitore di parlare da soli, e lui non è contento di farlo, si può prendere questa contrarietà come un segno positivo di maturazione, verso l’obiettivo di imparare a pensare in modo indipendente, comportarsi in modo responsabile, relazionarsi con gli adulti e saper conversare con loro.

In altre parole, stabilire un legame separato con il proprio medico può giovare allo sviluppo delle competenze per l’indipendenza. Con il sostegno dei genitori, un adolescente può essere spinto a muoversi in questa direzione.

Gli adolescenti sono naturalmente più aperti su certi argomenti quando i genitori non stanno ascoltando. Questo semplicemente perché potrebbero non volerli deludere o allarmare. Tutto quello di cui hanno bisogno sono delle risposte.

A volte, un adolescente sta vivendo una situazione molto stressante e seria nella sua vita, e non si sente a suo agio a parlarne senza privacy e riservatezza. Questo tempo da solo con il pediatra lo rassicura che ci sarà sempre la possibilità di discutere questioni urgenti con un esperto che potrà dare risposte e suggerimenti.

I genitori si chiederanno se il pediatra poi condividerà queste informazioni private e delicate. Nel rispetto della legge e dell’opportunità, il medico rispetterà la riservatezza, con l’eccezione di quando l'adolescente rivela di essere maltrattato o di voler fare del male a se stesso o agli altri.

In generale, i pediatri valuteranno le esigenze mediche ed emotive dell'adolescente. Lo incoraggeranno a condividere informazioni importanti sulla sua salute con i genitori e cercheranno di promuovere il più possibile il loro coinvolgimento.

Daranno consigli agli adolescenti su come comunicare efficacemente con i genitori. Potrebbero anche offrirsi di fare da mediatori della comunicazione.

Rispetteranno anche la richiesta dell'adolescente di riservatezza se il pediatra ritiene che sia ciò che è meglio per la sua salute e il suo benessere.

La relazione di una famiglia e dei giovani con un pediatra, in definitiva, è uno dei tasselli da giocare a livello non solo sanitario ma, più in generale, educativo nell’esercizio della propria genitorialità, per promuovere indipendenza e responsabilità nei figli.


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