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Molti genitori si trovano oggi di fronte a un uso problematico dello smartphone da parte dei figli adolescenti e non trovano il modo di limitarlo. Una nuova ricerca da poco pubblicata sulla rivista Addictive Behaviors descrive alcune strategie efficaci per provarci.

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Lo studio sottolinea l'importanza di un approccio equilibrato, consigliando ai genitori di condividere e prender parte alla vita digitale dei figli, piuttosto che esercitare una mera supervisione.

Comprensione dell’uso problematico degli smartphone

L’uso problematico dello smartphone si riferisce a un utilizzo eccessivo, al punto da interferire significativamente con la vita quotidiana di una persona, compromettendone la salute personale, il lavoro e le interazioni sociali. È caratterizzato da un intenso desiderio di interagire con il cellulare, da un uso prolungato che va oltre i periodi che aveva previsto e da stress o irritazione quando non è possibile farlo.

Gli impatti dell'uso problematico degli smartphone sono molteplici, tra cui abitudini di sonno disturbate, diminuzione della produttività e relazioni personali tese. Per gli adolescenti, che stanno ancora sviluppando abilità sociali ed emotive, l'uso problematico degli smartphone può essere particolarmente negativo, in quanto genera la possibilità di uno scadimento delle prestazioni scolastiche e conduce a pessime interazioni sociali.

"Come genitore, l'impatto degli smartphone sugli adolescenti è una questione che mi ha sempre riguardato da vicino" ha detto l'autore dello studio Yaniv Efrati, responsabile del Laboratorio di Comportamenti da Dipendenza presso la Facoltà di Educazione dell'Università Bar-Ilan. "Insieme ai miei cari amici e colleghi, Hananel Rosenberg e Yaakov Ophir, discutiamo spesso delle nostre preoccupazioni comuni sull'uso degli smartphone dei nostri figli (così come delle esagerazioni per cui l'uso dello schermo è completamente distruttivo e del senso di colpa infinito che i genitori oggi provano)".

Obiettivi e metodologia dello studio

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno cercato di comprendere meglio l'influenza della dinamica familiare e del coinvolgimento genitoriale sull'uso problematico degli smartphone tra gli adolescenti. Esaminando come diverse strategie genitoriali influenzano i comportamenti degli adolescenti con gli smartphone, lo studio ha cercato di individuare metodi più efficaci per i genitori per mitigare questi problemi.

Lo studio ha coinvolto 1.187 gruppi familiari in Israele, ognuno composta da una madre, un padre e un adolescente. L'età degli adolescenti variava dai 14 ai 18 anni, consentendo di mettere a fuoco una fase critica dello sviluppo. La ricerca ha utilizzato uno schema longitudinale, con dati raccolti in due momenti temporali - baseline e un follow-up di sei mesi. Questo approccio ha permesso ai ricercatori di osservare cambiamenti e sviluppi nel tempo.

Migliorare la comunicazione: un percorso per ridurre l'abuso degli smartphone

I ricercatori hanno valutato vari aspetti delle interazioni genitore-adolescente: come genitori e figli discutono dell'uso degli smartphone, la qualità generale della comunicazione e il livello di supporto genitoriale fornito agli adolescenti.

I ricercatori hanno scoperto che miglioramenti nella comunicazione tra genitori e figli riguardo all'uso degli smartphone erano collegati a significative riduzioni del loro uso problematico, delle pressioni sociali legate all'uso e della dipendenza emotiva dagli smartphone nel tempo.

Inoltre, hanno scoperto che una migliore comunicazione generale con i padri (ma non con le madri) era anch’essa associata a riduzioni simili nell'uso problematico degli smartphone e nelle relative pressioni e impatto emotivo.

D'altra parte, un aumento del supporto emotivo da parte delle madri (ma non dei padri) ha portato specificamente a una riduzione dei livelli emotivi che i ragazzi raggiungevano con l'uso degli smartphone.

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Quattro diverse strategie di mediazione genitoriale

I ricercatori hanno anche esaminato varie strategie di mediazione genitoriale per capire come questi approcci influenzassero l'uso problematico degli smartphone. Queste strategie sono state categorizzate in quattro tipi principali: mediazione restrittiva, mediazione attiva negativa, mediazione attiva positiva e mediazione di co-utilizzo.

La mediazione restrittiva comporta l'impostazione di regole e limiti chiari riguardo all'uso degli smartphone. I genitori che adottano la mediazione restrittiva possono imporre limiti sul tempo che i loro figli possono trascorrere al telefono, limitare l'accesso a determinate app o stabilire specifici momenti in cui è consentito l'uso degli smartphone. La caratteristica chiave della mediazione restrittiva è l'accento sul controllo e la regolamentazione per prevenire un uso eccessivo o inappropriato senza necessariamente coinvolgere una discussione sui motivi di queste regole.

La mediazione attiva negativa si concentra sulla disapprovazione attiva dei genitori di determinate modalità di utilizzo degli smartphone. I genitori che adottano questo approccio criticano spesso gli aspetti negativi di un uso estensivo degli smartphone, come i potenziali rischi per la salute mentale, la distrazione dalle responsabilità scolastiche o l'esposizione a contenuti inappropriati. Potrebbero discutere frequentemente dei pericoli e degli svantaggi degli smartphone, mirando a scoraggiare certi comportamenti attraverso avvertimenti e rimproveri.

In contrasto alla mediazione attiva negativa, la strategia attiva positiva enfatizza l'uso costruttivo dei cellulari. I genitori che adottano la mediazione attiva positiva incoraggiano i loro figli a utilizzare gli smartphone in modi benefici. Questo potrebbe implicare indirizzarli verso app educative, discutere criticamente i contenuti e incoraggiare un uso equilibrato che potenzia l'apprendimento e lo sviluppo. Qui, l'attenzione è posta sul favorire una relazione sana con i dispositivi digitali attraverso il rinforzo positivo e il coinvolgimento di supporto.

La mediazione di co-utilizzo è riferita ai genitori che partecipano all'uso degli smartphone con i loro figli. Questa strategia riguarda esperienze condivise, dove genitori e adolescenti utilizzano app insieme, giocano ai videogiochi o esplorano internet collettivamente. L'intenzione è rendere l'uso degli smartphone un'attività condivisa, che permette ai genitori di supervisionare e interagire direttamente con i loro figli nello spazio digitale. Questo approccio può aiutare i genitori a comprendere il fascino di determinate applicazioni e giochi, fornendo una base per discussioni più informate sui comportamenti digitali.

Risultati delle strategie di mediazione

I ricercatori hanno scoperto che un aumento dell'uso della mediazione restrittiva, sia da parte delle madri che dei padri, era associato a una significativa diminuzione dell'uso problematico degli smartphone e delle pressioni sociali ridotte per utilizzare gli smartphone. Regole più rigide impostate dai padri hanno anche portato a una diminuzione dei benefici emotivi ottenuti dai ragazzi dall’uso dei cellulari.

Tuttavia un aumento dell'uso della mediazione attiva negativa ha avuto effetti negativi non intenzionali. Questo approccio ha comportato un aumento dell'uso problematico degli smartphone quando utilizzato dalle madri e a un'accentuata pressione sociale quando utilizzato dai padri.

In contrasto, un aumento della mediazione attiva positiva da parte delle madri (che incoraggia un uso benefico degli smartphone) ha portato a una diminuzione delle emozioni ottenute dagli smartphone, indicando che il rinforzo positivo nelle discussioni sull'uso degli smartphone può ridurre efficacemente la dipendenza dai dispositivi digitali per la soddisfazione emotiva.

Inoltre, un aumento del co-utilizzo degli smartphone, dove padri e figli utilizzavano i dispositivi insieme, ha portato a una diminuzione delle pressioni sociali associate all'uso degli smartphone nel tempo, contrariamente alle previsioni iniziali. Questo suggerisce che l'uso condiviso può mitigare alcuni degli incentivi sociali per un uso eccessivo dei telefonini.

"Sono stato sorpreso dalla gamma di strategie emerse nello studio" ha affermato il professor Efrati. "Tipicamente, gli studi indicano una o due strategie, sostenendo che queste strategie specifiche siano le soluzioni definitive per questo uso problematico degli smartphone. In questo studio, abbiamo scoperto che il mondo, come sempre, è più complicato di quanto pensassimo".

Il principale consiglio: un approccio equilibrato

Insieme, i risultati suggeriscono che un approccio sfumato, che combina una comunicazione aperta, una genitorialità di supporto e una mediazione attenta, è essenziale per aiutare gli adolescenti a navigare in modo sano nei loro ambienti digitali.

"I genitori non dovrebbero scoraggiarsi poiché semplici azioni, come presenza e coinvolgimento, possono proteggere i loro figli dall'uso problematico dei dispositivi. I nostri risultati promuovono un equilibrio tra orientamento e utilizzo condiviso - essenzialmente, far parte dell'esperienza digitale piuttosto che solo supervisori da lontano."

"L'idea che i genitori abbiano il potere di aiutare i loro figli a moderare l’utilizzo è naturalmente incoraggiante ma richiede loro di investire sforzi e risorse per questo. Quindi, sono conclusioni incoraggianti ma allo stesso tempo impegnative".


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