In un intervento pubblicato lo scorso 21 dicembre sulla rivista Neuron, lo psicologo di Harvard Leah Somerville sostiene che l'utilizzo degli strumenti delle neuroscienze attuali per definire quando un cervello "raggiunge la maturità" è molto più complicato di quanto possa sembrare.
I neuroscienziati non sanno dire quando il nostro cervello possa essere considerato “ufficialmente” adulto. Mentre la legge deve tracciare una linea tra l'adolescenza e la maturità, periodi della vita che vanno indicativamente dai 10 ai 20 anni, le diverse parti del cervello maturano a velocità diverse, invece di crescere uniformemente durante la notte.
In primo luogo, i ricercatori dovrebbero essere d'accordo su ciò che dovrebbe caratterizzare un cervello come "maturo".
"Negli ultimi 10-15 anni, quello che le neuroscienze hanno dimostrato, ad esempio che il cervello sta ancora maturando, è quel tipo di dato molto convincente che i responsabili delle politiche pubbliche, fino ai membri della Corte Suprema degli Stati Uniti, pesano e tengono in considerazione nel loro processo di pensiero" afferma il professor Somerville, che dirige l’Harvard Affective Neuroscience & Development Lab.
"I neuroscienziati non sono molto interessati al cercare di individuare l'età della maturità - perché ci sono un sacco di problemi nel fare questo - ma la politica e l’interesse pubblico, ci ha davvero trascinati in questo dibattito, che sta facendo chiedere alla società in generale come possiamo tradurre, e dare conseguenze concrete, a queste ricerche in modo responsabile."
La ricerca ha dimostrato che, mentre esistono differenze strutturali molto evidenti tra un cervello adolescente e uno adulto (queste differenze includono una riduzione della materia grigia e un aumento della materia bianca), la maturazione del cervello si situa e caratterizza in un’unica linea temporale di sviluppo, e differisce da un individuo all’altro quando le diverse parti del cervello si sviluppano.
In uno studio di grandi dimensioni, diverse regioni del cervello non risultavano ancora stabilizzate anche all'età di trent’anni.
La plasticità del cervello - la sua capacità di interagire con l'ambiente, aggiungere nuove connessioni e far crescere nuovi neuroni nel tempo - fa anche sì che il cambiamento sia costante per tutta la vita.
Un semplice sguardo al volume della materia bianca o alle strutture di connessione tra le cellule cerebrali, non sarebbe un modo efficace per identificare un riferimento fisso che definisca la maturità o immaturità. Ad esempio, uno studio ha trovato che certi cervelli di bambini di 8 anni mostrano maggiori livelli di maturazione delle connessioni cerebrali rispetto ad alcuni cervelli di venticinquenni.
"Quando si chiedere se valutare se uno specifico cervello possa permettere di diagnosticare qualcuno come maturo o immaturo, i neuroscienziati provano grandi resistenze. Cercare di fare questo tipo di inferenze, desta in loro grandi preoccupazioni e timori" dice il professor Somerville.
"L'idea che si possa trovare una qualche “cifra” che comprenda tutta la complessità coinvolta nello sviluppo del cervello, è una sfida. Mentre esistono da decenni prove che gli adolescenti si comportano in modo diverso dagli adulti, l'età dei 18 anni non ha alcuna biologica e magica influenza su questi comportamenti".
Somerville è membro di un gruppo di lavoro sulla “traduzione” delle neuroscienze presso l'Hospital Center Massachusetts General for Law, Brain and Behavior.
Questo gruppo di ricerca spera di poter arrivare a prendere posizione su come lo sviluppo del cervello possa dire quando una persona dovrebbe essere responsabile delle proprie azioni, tanto da produrre documenti utili per i legislatori e l’amministrazione giudiziaria. Il Centro organizza regolarmente anche eventi su tali questioni, tra cui conferenze pubbliche libere e tavole rotonde.
"Vogliamo aiutare i responsabili politici a comprendere che l'idea stessa di maturità non può essere statica" conclude il professore.
"Il cervello è in continua evoluzione, ma in modi che sono più sottili rispetto ai grandi eventi evolutivi che consideriamo usualmente come punti di riferimento e svolta nel corso dell'infanzia e dell'adolescenza".