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Gli adolescenti in genere non riposano abbastanza. Le conseguenze di questa diffusa mancanza di sonno sono ampie e includono livelli crescenti di ansia e depressione che, nei casi più gravi, possono anche portare a pensieri e azioni suicidarie.

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Gli adolescenti con problemi di sonno inoltre hanno maggiori probabilità di essere coinvolti in incidenti stradali e corrono un rischio maggiore di subire lesioni durante le attività sportive.

Gli esperti che si sono occupati della questione hanno indicato varie ragioni che possono spiegare per il deficit cronico di sonno negli adolescenti: aumento dei compiti a casa, troppe attività extra-curriculari, consumo eccessivo di caffeina, orari di inizio delle scuole medie e superiori che contrastano con i ritmi circadiani naturali e l'uso di dispositivi elettronici e di schermi retroilluminati, prima dell’ora del riposo, che possono avere un impatto negativo sulla qualità del sonno.

Tuttavia i ricercatori dell'Università di Rochester hanno scoperto che esiste una soluzione semplice e antica per questo problema, la quale porta a risultati consistenti e duraturi: una chiara e precisa “buona notte” che venga rispettata regolarmente anche dai genitori.

"Un maggiore rispetto e ‘applicazione’ delle ore di sonno che i genitori hanno stabilito per i figli adolescenti, di età compresa tra quattordici e i diciassette anni, risulta associata a una maggiore durata del sonno" afferma Jack Peltz, autore principale di un recente studio, pubblicato sulla rivista accademica Sleep.

Peltz, professore associato di psicologia, ha condotto lo studio nell'ambito di una ricerca presso il Dipartimento di Psichiatria del Medical Center dell'Università di Rochester.

Tra i partecipanti allo studio c'erano adolescenti e i loro genitori. Il team hanno chiesto ai ragazzi di tenere un diario degli orari del sonno due volte al giorno, sera e mattina, per sette giorni, raccogliendo informazioni sulla sua durata, sui livelli di energia durante il giorno e sui sintomi depressivi. I genitori, nel frattempo, hanno fornito informazioni sull’applicazione da parte loro delle regole relative al riposo e all'ora di andare a letto.

Tra i risultati chiave, ci sono i seguenti:

  • L'ora di andare a letto con i genitori - insieme alle successive ore di inizio della scuola - sono i principali predittori di durata del sonno, livello di energia durante il giorno e sintomi depressivi.
  • Oltre il cinquanta percento degli intervistati tra i genitori non ha riferito di regole specifiche o del loro rispetto, in merito all’ora di andare a dormire, risultato coerente con quanto rilevato in ricerche precedenti condotte su famiglie negli Stati Uniti.
  • Il tempo serale di permanenza davanti a schermi e il consumo di caffeina non hanno, contrariamente alle ipotesi dei ricercatori, influenzato significativamente la durata del sonno degli adolescenti nel corso dello studio.

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Nel 2014, l'American Academy of Pediatrics ha risposto al problema della diffusione della privazione del sonno sollecitando i distretti scolastici a iniziare le lezioni non prima delle otto e trenta del mattino, specialmente per le scuole medie e superiori. Ma, ad oggi, solo circa il quattordici per cento delle scuole superiori statunitensi ha seguito questa raccomandazione, il che rende ancora più importante il ruolo di regole precise stabilite e fatte rispettare da parte dei genitori.

I ricercatori riconoscono che potrebbe essere difficile stabilire l'ora alla quale si debba andare a letto per un adolescente; ma i loro risultati suggeriscono che, anche se dovesse produrre un “conflitto” prima di coricarsi, l'applicazione da parte dei genitori delle regole stabilite produce una condizione di salute mentale migliore nei loro figli.

Detto questo, "idealmente i genitori dovrebbero essere in grado di operare in collaborazione con i loro figli per ottenere che riposino le ore necessarie, senza contraddire o contrastare il processo di sviluppo verso l’autonomia dei ragazzi" afferma Peltz.

La conclusione, secondo il coautore Ronald Rogge, professore associato di psicologia a Rochester, è che "anche se gli adolescenti iniziano a guadagnare autosufficienza e indipendenza, hanno ancora bisogno di dormire e potrebbero non dare a questo la priorità, se lasciati a se stessi".

Anche in assenza di una regola “ferrea”, esiste comunque un range di orario ancora salutare all’interno del quale si possono stabilire margini di flessibilità, tenendo presente che la maggior parte degli adolescenti ha bisogno di dormire dalle otto ore e mezza alle nove ore e mezza ogni notte.

Per quanto riguarda il momento giusto per andare a dormire, questo dipende ovviamente dall’ora del risveglio.

"È intrinsecamente più difficile per gli adolescenti addormentarsi prima che dopo a causa del loro ritmo circadiano" affermano i ricercatori. "Ecco perché è così importante che gli orari di inizio della scuola siano posticipati, come raccomandato dall'American Academy of Pediatrics".

L'ideale è sentirsi ben riposati durante il giorno e svegliarsi spontaneamente intorno all'orario di sveglia programmato, anche quando sarebbe permesso dormire ancora.


I materiali della ricerca sono disponibili sul sito dell’University of Rochester.

Riferimento bibliografico:

Jack S Peltz, Ronald D Rogge, Heidi Connolly.
Parents still matter: the influence of parental enforcement of bedtime on adolescents’ depressive symptoms.
Sleep, 2019.


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