Le persone con una storia di avversità nella prima infanzia sarebbero inclini in modo molto più elevato alla dipendenza da oppiacei, rispetto a quanto non accade a chi ha potuto godere di tranquillità e sicurezza nella prima fase della sua vita.
È quanto emerge da un nuovo studio condotto dall'Università della California e pubblicato dalla rivista Molecular Psychiatry.
Lo studio intitolato "Sulle origini della vulnerabilità alla dipendenza da oppioidi", esamina come le avversità del primo periodo di vita interagiscono con fattori che influenzano direttamente lo sviluppo e la funzione del cervello, causando un potenziale più elevato di dipendenza da oppioidi.
"Sappiamo già che la genetica gioca un ruolo importante nel fatto di essere più o meno vulnerabili alla dipendenza. Ma questo fattore da solo non può spiegare il recente aumento esponenziale dell'abuso di oppioidi" ha dichiarato Tallie Z. Baram, neuroscienziata e ricercatrice senior per lo studio.
"Il nostro team è stato determinato a scoprire se i fattori ambientali, come le avversità nella prima infanzia, stessero contribuendo allo sviluppo di una dipendenza da sostanze".
Fino ad ora, non era chiaro se le alterazioni della maturazione e della funzione dei circuiti di piacere / ricompensa nel cervello, risultanti da un’infanzia contrassegnata da avversità, rendessero effettivamente le persone più vulnerabili al disturbo da uso di oppioidi.
“Il nostro lavoro crea, per la prima volta, un legame causale diretto tra le avversità della prima infanzia e la vulnerabilità alla dipendenza da oppioidi" afferma Stephen V. Mahler, professore associato presso il Dipartimento di Neurobiologia, ricercatore senior per lo studio.
"Questa è la chiave per lo sviluppo di biomarcatori predittivi e possibili strategie di prevenzione volte ad affrontare la crescente diffusione dell’abuso di oppioidi".
Precedenti studi condotti su roditori hanno dimostrato che le avversità nell’infanzia sono caratterizzata da segnali materni caotici e imprevedibili per i cuccioli in via di sviluppo.
Evidenze di ricerca convergenti tra esseri umani e roditori mostrano che ambienti e contesti di crescita imprevedibili e frammentari nella prima infanzia possono portare a una maturazione anormale di alcuni circuiti cerebrali, che influisce profondamente sulla funzione cerebrale e persiste nell'adolescenza e nell'età adulta.
Per questo studio, i ricercatori hanno simulato avversità di contesto nei ratti limitando la lettiera e i materiali di nidificazione durante un breve periodo postnatale. Nei ratti di sesso femminile, questo ha portato caratteristiche molto simili alla dipendenza da oppiacei, tra cui un aumento di comportamento simile alla ricaduta. Sorprendentemente, come osservato negli umani dipendenti, i ratti erano disposti a lavorare molto duramente (pagando un prezzo molto alto) per ottenere il farmaco.
"Il nostro studio ha fornito nuove informazioni sulle potenziali origini e sulla natura di un malfunzionamento del circuito di ricompensa nel cervello", ha affermato la Baram.
"Alla fine, abbiamo scoperto che le condizioni durante i periodi di sviluppo sensibili possono portare alla vulnerabilità agli effetti di dipendenza da farmaci oppiacei, specialmente nelle femmine, risultato che è coerente con la prevalenza di esperienze avverse nella prima infanzia nelle donne dipendenti da eroina."
I risultati evidenziano l'importanza dell'attenzione alle differenze sessuali nei futuri studi relativi alle avversità nell’infanzia sulla dipendenza da oppiacei e nelle future strategie di prevenzione o intervento in fase di sviluppo per affrontare la crescente crisi di diffusione degli oppioidi.
Secondo il National Institute on Drug Abuse, più di 130 persone negli Stati Uniti muoiono ogni giorno a causa di sovradosaggio di oppioidi.
L'uso improprio e la dipendenza da oppiacei - inclusi antidolorifici, eroina e oppiacei sintetici come il fentanil - è una grave crisi nazionale che colpisce la salute pubblica e il benessere sociale ed economico, concludono i ricercatori, sottolineando la necessità di adeguate politiche di prevenzione che facciano tesoro delle evidenze della ricerca.
I materiali della ricerca sono disponibili sul sito della University of California.
Riferimento bibliografico:
Sophia C. Levis et alii.
On the early life origins of vulnerability to opioid addiction.
Molecular Psychiatry, 2019.