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Il time-out può essere una strategia disciplinare efficace, ma la ricerca mostra che la maggior parte dei genitori non la utilizza correttamente, “violando” le regole che loro stessi hanno stabilito per ammonire o correggere un comportamento che ritengono non corretto da parte dei figli.

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Stabiliscono un momento di sospensione del rapporto che faccia riflettere i ragazzi ma sono i primi a non rispettarlo. Parlano con loro, permettono loro di continuare le loro normali attività ludiche o continuano a dare loro avvertimenti e rimproveri.

Questo rende di fatto i loro “time-out” inefficaci per cambiare il comportamento dei figli.

Gli esperti di genitorialità e di relazioni educative suggeriscono che, affinché i time-out siano efficaci, dovrebbero consistere in due tipi di “nulla": non dovrebbe succedere nulla durante il time-out e il ragazzo non dovrebbe poter fare nulla al riguardo, per sospenderlo.

Perché i time-out funzionano

Se implementato correttamente, il time-out rimuove il rinforzo positivo. La strategia offre a un ragazzo un breve periodo di distanza da un ambiente stimolante ed è una delle tecniche disciplinari più efficaci, soprattutto per quando i figli sono ancora piccoli.

L'obiettivo finale è che imparino a mettersi volontariamente in time-out prima di fare una scelta sbagliata che li metta nei guai. Prendersi una pausa è un'abilità che i ragazzi possono poi usare per tutta la vita. Anche da adulti, sapere come allontanarsi quando ci sente sopraffatti e sul punto di fare una scelta sbagliata può essere utile.

Identificare i comportamenti

Determinare quali comportamenti porteranno al time-out. Il time-out può essere particolarmente efficace per la sfida, l'aggressività o gli scoppi di rabbia.

 Alcuni comportamenti possono richiedere un avviso prima di arrivare a un time-out, avvertendo quello che accadrà se un certo atteggiamento non cessa.

Dopo un avvertimento è però bene essere pronti a termine il time-out. Dare più avvisi rende la conseguenza molto meno efficace.

Altri comportamenti, tuttavia, più offensivi o aggressivi, dovrebbero portare a un time-out immediato senza preavviso, spiegando in anticipo ai ragazzi quali comportamenti avranno una conseguenza immediata di questo genere.

Stabilire un'area di time-out

È bene stabilire un'area in cui può avvenire la sospensione, che sia priva di distrazioni e che possa fornire a un figlio l'opportunità di calmarsi. Può essere una stanza o una zona tranquilla della casa, dove sia più facile per i ragazzi pensare a quello che è accaduto.

In quella stanza non ci dovrebbe essere nulla che possa essere gratificante. Mandare un ragazzino nella sua stanza dove può giocare come se niente fosse successo, ad esempio, non sarà una conseguenza efficace.

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L'area di “sospensione” delle relazioni dovrebbe essere tranquilla e priva di distrazioni, senza che i ragazzi possono avere accesso a giochi o dispositivi elettronici.

Stabilire la durata del time-out

La durata del time-out dovrebbe dipendere dall'età del ragazzo. Una buona regola, suggeriscono gli esperti, è metterlo in time-out di un minuto per ogni anno di età. Ad esempio, un bambino di 4 anni richiede un time-out di quattro minuti mentre un bambino di 7 anni richiede un time-out di sette minuti, e così via.

Inoltre, l'”orologio” del time-out non deve essere avviato quando finché il ragazzo non è tranquillo. Se tuo urla o si lamenta, meglio ignorare questi comportamenti, e far iniziare il tempo quando sarà tranquillo.

E se si rifiutano?

È normale che i ragazzi resistano al time-out. A volte si rifiutano di andare nell'area stabilita e altre volte si rifiutano del tutto di rimanerci, in time-out.

È dunque importante pianificare in anticipo come gestire la resistenza. Se un figlio non è disposto a completare il time-out, bisogna avvisarlo riguardo al fatto che ci sarà un'ulteriore conseguenza.

E le conseguenze, in base all’età, possono sempre riferirsi alla disponibilità dei giochi o dei dispositivi elettronici preferiti. Quindi, se non obbedisce, si può dimenticare il time-out e mettere in atto le conseguenze più pesanti. Con coerenza, i ragazzi, soprattutto quando sono ancora piccoli, di solito imparano che è meglio “scontare” una breve pausa piuttosto che perdere i privilegi per un periodo di tempo prolungato.

Allenare le proprie abilità nel gestirlo

Sebbene il time-out sia una conseguenza efficace, richiede pratica. Potrebbe essere necessario provarlo alcune volte per determinare quale area della casa funzionerà meglio o come rispondere alle resistenze.

È anche importante ricordare che il time-out è uno dei tanti strumenti che possono essere messi in campo come conseguenza negativa a un comportamento scorretto, ci sono altri importanti strumenti genitoriali che possono aiutare con la gestione del comportamento.

Se usati correttamente, i time-out possono essere estremamente efficaci. La chiave è astenersi dal parlare con tuo figlio durante il time-out e rendere l'esperienza il più noiosa possibile.

È ovviamente una strategia che può funzionare al meglio fino alla preadolescenza. Oltre le cose diventano più complesse e servono altri approcci per educare i ragazzi, quando occorre, il migliore dei quali resta sempre una relazione autentica.


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