Molti genitori si sentono in colpa quando i loro figli passano ore e ore con i videogiochi. Alcuni temono addirittura che questo “passatempo” possa rendere i loro figli meno intelligenti e, in effetti, questo è un argomento su cui gli scienziati si confrontano e scontrano da molti anni.
Un nuovo studio ha affrontato la questione di come i videogiochi influenzano la mente dei più giovani, intervistando e valutando più di 5.000 ragazzi di età compresa tra i dieci e i dodici anni. I risultati, pubblicati su Scientific Reports, sono per alcuni versi sorprendenti.
Ai ragazzi è stato chiesto quante ore al giorno trascorrevano sui social media, guardando video o TV e giocando ai videogiochi. La risposta è stata: molte ore. In media, i giovani trascorrevano due ore e mezza al giorno a guardare video o programmi TV online, mezz'ora a socializzare online e un'ora a giocare ai videogiochi.
In totale, sono quattro ore al giorno per il ragazzo medio e sei ore per il 25% dei giovani più dediti a queste attività, una buona parte del tempo libero a disposizione di un ragazzo dopo la scuola. Altre ricerche hanno rilevato che questa abitudine è aumentata notevolmente nel corso dei decenni.
I dispositivi elettronici erano in circolazione già per le generazioni precedenti, ma al giorno d’oggi costituiscono un elemento imprescindibile di quel delicato periodo della vita che va dall’infanzia fino al termine dell’adolescenza.
È una cosa negativa? È complicato dirlo, rispondono gli esperti. Potrebbero esserci sia vantaggi che svantaggi per le menti in via di sviluppo dei più giovani. E questi potrebbero dipendere dal risultato che si sta osservando.
Per lo studio sopra citato, i ricercatori erano particolarmente interessati all'effetto del tempo passato davanti allo schermo sull'intelligenza: la capacità di apprendere in modo efficace, pensare razionalmente, comprendere idee complesse e adattarsi a nuove situazioni.
potrebbero esserci sia vantaggi che svantaggi
per le menti in via di sviluppo dei più giovani
i quali potrebbero dipendere dal risultato che si sta osservando
L' intelligenza è una caratteristica importante nella vita di un ragazzo e altamente predittiva della situazione economica futura, della felicità e anche della longevità.
Nella ricerca, viene spesso misurata come performance su un'ampia gamma di test cognitivi. Per lo studio i ricercatori hanno creato un indice di intelligenza basato su cinque compiti: due sulla comprensione della lettura e sul vocabolario, uno sull'attenzione e sulla funzione esecutiva (che include memoria di lavoro, pensiero flessibile e autocontrollo), uno sulla valutazione dell'elaborazione visuo-spaziale (come la rotazione oggetti nella mente) e uno sulla capacità di apprendimento su più prove.
Non è la prima volta che qualcuno studia l'effetto dei dispositivi elettronici sull'intelligenza, ma la ricerca, finora, ha prodotto risultati contrastanti. La novità del nuovo studio è che sono stati presi in considerazione i geni e il background socioeconomico.
Finora solo pochi studi hanno preso in considerazione lo stato socioeconomico (reddito familiare, istruzione dei genitori e qualità del contesto residenziale) e nessuno studio aveva tenuto conto degli effetti genetici.
I geni contano perché l'intelligenza è altamente ereditabile, spiegano gli esperti. Se non spiegati, questi fattori potrebbero mascherare il vero effetto del tempo passato davanti allo schermo sull'intelligenza dei giovani. Ad esempio, i ragazzi nati con determinati geni potrebbero essere più inclini a guardare la TV e, indipendentemente da questo, avere problemi di apprendimento. La “lotteria” della genetica è un importante fattore di confusione in qualsiasi processo psicologico, ma fino a poco tempo fa era difficile da spiegare negli studi scientifici a causa dei pesanti costi dell'analisi del genoma e dei limiti tecnologici.
I dati utilizzati dai ricercatori per il loro studio fanno parte di una massiccia raccolta di informazioni negli Stati Uniti per comprendere meglio lo sviluppo dell'infanzia: il progetto Adolescent Brain and Cognitive Development. Il campione era rappresentativo in termini di sesso, etnia e status socioeconomico.
I risultati
I ricercatori hanno scoperto che quando hanno chiesto per la prima volta al giovane all'età di dieci anni quanto giocava, sia la quantità di visione di video che dell’utilizzo dei social erano collegati a un'intelligenza inferiore alla media. Il gioco, tuttavia, non risultava affatto collegato all'intelligenza. Questi risultati legati al tempo trascorso davanti allo schermo sono per lo più in linea con la ricerca precedente. Ma quando hanno fatto un follow up in un secondo momento, hanno scoperto che i giochi hanno avuto un effetto positivo e significativo sull'intelligenza.
Mentre i ragazzi che giocavano di più ai videogiochi a dieci anni non erano in media più intelligenti di quelli che non giocavano, mostravano i maggiori miglioramenti in termini di intelligenza dopo due anni, risultato valido sia nei maschi che nelle femmine. Ad esempio, un ragazzo che passava il 17% in più di ore a giocare ha aumentato il proprio QI di circa 2,5 punti in più rispetto al ragazzo con un utilizzo medio nei due anni.
ma quando hanno fatto un follow up in un secondo momento,
hanno scoperto che i giochi hanno avuto
un effetto positivo e significativo sull'intelligenza
Questa è la prova di un effetto benefico e causale dei videogiochi sull'intelligenza, sostengono i ricercatori. Questo risultato conferma studi precedenti, più piccoli, in cui i partecipanti venivano assegnati in modo casuale a un videogioco o a un gruppo di controllo. La scoperta è anche coerente con linee parallele di studi che suggeriscono che le capacità cognitive non sono fisse, ma possono essere addestrate, su questo concordano anche gli studi fatti utilizzando programmi con app di formazione cognitiva.
E gli altri due generi di attività davanti a uno schermo? I social media non hanno influenzato il cambiamento nell'intelligenza dopo due anni. Le molte ore su instagram e con i messaggi non hanno aumentato l'intelligenza dei ragazzi, ma non sono risultate nemmeno dannose.
Infine, guardare la TV e i video online ha mostrato un effetto positivo in una delle analisi, ma nessun effetto quando è stata presa in considerazione il livello scolastico dei genitori (al contrario del più ampio fattore di "status socioeconomico"). Quindi questa scoperta dovrebbe essere presa con cautela. C'è un certo supporto empirico sul fatto che contenuti TV/video di alta qualità abbiano un effetto positivo sul rendimento scolastico e sulle capacità cognitive dei ragazzi. Ma questi effetti sono rari.
Quando si pensa alle implicazioni di questi risultati, concludono i ricercatori, è importante tenere a mente che ci sono molti altri aspetti psicologici che non sono stati presi in considerazione, come la salute mentale, la qualità del sonno e l'esercizio fisico.
I risultati non dovrebbero essere presi come una raccomandazione generale per tutti i genitori per consentire il gioco illimitato. Ma quei genitori infastiditi dai loro figli che giocano molto ai videogiochi, ora possono essere più tranquilli sapendo che probabilmente questa attività li sta rendendo un po' più intelligenti.