I ragazzi sanno distinguere presto per se stessi e per i compagni quali siano le doti in termini di creatività, di rigore, di originalità o, al contrario, di conformismo. Spesso credono che queste siano caratteristiche innate e non modificabili, ma una nuova ricerca spiega che non è così.
Anche le persone che tendono a pensare in modo convenzionale, come contabili o periti assicurativi, possono essere creative, suggerisce lo studio recente, se riescono a guardare le situazioni emotive sotto una luce diversa.
In una serie di esperimenti, i ricercatori hanno scoperto che i pensatori più conformisti, quelli che si classificano in basso nell'apertura a nuove idee ed esperienze, hanno avuto idee più creative rispetto ai compagni dopo aver praticato la "rivalutazione emotiva".
Questa espressione indica il vedere una situazione attraverso un'altra lente emotiva, come cercare di vedere un evento che induce rabbia come se fosse neutrale o pieno di speranza.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Organizational Behavior and Human Decision Processes, indica che la creatività è qualcosa che può essere allenato e accresciuto.
"Una delle implicazioni dello studio è che la creatività non è qualcosa che è accessibile solo alle persone che consideriamo 'creative'", ha affermato l'autrice principale Lily Zhu, assistente professore al Carson College of Business della Washington State University.
"Ogni volta che ci allontaniamo dalla nostra prospettiva esistente e proviamo a pensare a qualcosa che è diverso dalla nostra reazione iniziale, c'è un elemento creativo in questo. Se possiamo praticare o allenare quel “muscolo” del pensiero flessibile, questo potrebbe aiutarci a essere più creativi nel tempo".
Per lo studio, Zhu e i coautori Chris Bauman e Maia Young dell'Università della California, Irvine, hanno condotto un sondaggio e due esperimenti simili con tre diversi gruppi di persone. Il primo sondaggio condotto su 279 studenti universitari ha rivelato che le persone che tendevano ad essere più creative, classificandosi in alto nell'apertura a nuove idee, tendevano anche a praticare regolarmente la rivalutazione emotiva.
In un esperimento con 335 persone reclutate tramite una piattaforma di crowdsourcing, i partecipanti sono stati prima classificati in base al loro livello di apertura e poi è stata loro mostrata una scena cinematografica progettata per suscitare rabbia.
Durante la visione, hanno ricevuto istruzioni diverse: sopprimere le proprie emozioni, pensare a qualcos'altro per distrarsi o tentare una rivalutazione emotiva, guardando la scena attraverso un'altra lente. Inoltre, a una parte non sono state fornite istruzioni su come regolare i propri sentimenti.
Dopo aver visto il film, ai partecipanti è stato chiesto di trovare un'idea per utilizzare uno spazio nel loro edificio lasciato libero da una mensa che stava fallendo. Quelle idee sono state poi valutate da una giuria di esperti che non sapevano nulla dei partecipanti. Idee come l'utilizzo dello spazio per "capsule per i pisolini" o l'apertura di una struttura per l'infanzia erano considerate altamente creative, mentre l'apertura di un locale come una caffetteria o di un franchising alimentare era considerata a basso contenuto di creatività.
L'esperimento successivo ha visto un gruppo diverso di 177 partecipanti scrivere di un'esperienza che li ha fatti arrabbiare, piuttosto che guardare un film. Sono stati quindi incaricati di scriverne di nuovo da una prospettiva emotiva diversa o di scrivere di qualcos'altro come distrazione.
In entrambi gli esperimenti, i partecipanti dal pensiero convenzionale che hanno provato la rivalutazione emotiva hanno avuto idee più creative rispetto ad altri pensatori convenzionali che hanno utilizzato la soppressione, la distrazione o nessuna strategia di regolazione emotiva.
In particolare, per i partecipanti che all'inizio erano considerati pensatori creativi, la rivalutazione emotiva non sembrava avere molto effetto sulla loro creatività. Gli autori suggeriscono che poiché le persone creative tendono già a praticare regolarmente la rivalutazione emotiva, farlo di più non ha un impatto così grande, come aggiungere più benzina a un'auto che ha già carburante.
I risultati hanno implicazioni per migliorare la produttività in termini generali, da quella in ambito scolastico o ricreativo, a quella più espressamente professionale.
La professoressa Zhu ha suggerito che insegnanti, formatori, supervisori potrebbero sviluppare corsi di formazione per coltivare capacità di pensiero creativo. Gli individui possono anche praticare la rivalutazione emotiva quando si confrontano con una crisi o una sfida invece di sopprimere le emozioni negative.
"Le emozioni negative sono inevitabili, a scuola o sul posto di lavoro. La domanda non è se vogliamo emozioni negative o no. La domanda è: come possiamo affrontarle meglio in modo produttivo e salutare? Parte delle implicazioni di questo studio è che possiamo usare le emozioni negative nella nostra vita quotidiana come opportunità per praticare il pensiero flessibile".