I programmi educativi che promuovono la salute mentale e fisica possono aiutare i giovani, in particolare all’interno di ambienti che generano stress e espongono a traumi, a apprendere strategie di coping sane, evitare comportamenti rischiosi e avere successo a scuola. A questi si possono aggiungere i benefici prodotti dalla mindfulness.
Un nuovo studio dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign mostra che un programma di mindfulness sviluppato a scuola è vantaggioso per gli studenti appartenenti a minoranze etniche delle scuole superiori nelle comunità metropolitane.
"Si tratta di programmi a basso costo, altamente scalabili e altamente sostenibili che insegnano competenze importanti e hanno un impatto sulla vita degli studenti. Ottenere feedback dai giovani appartenenti a minoranze nelle comunità con risorse limitate è importante per garantire che gli interventi siano appropriati ed efficaci" ha affermato l'autrice principale Jacinda K. Dariotis, professore presso il Dipartimento di Sviluppo Umano e Studi sulla Famiglia e direttore del Centro di Resilienza Familiare.
"La ricerca mostra che i giovani che presentano una disregolazione del comportamento e delle emozioni hanno maggiori probabilità di sviluppare comportamenti a rischio in seguito, incluso l'abuso di sostanze.
I meccanismi che regolano il sistema fisiologico dello stress sono influenzati da traumi, avversità, povertà e fattori strutturali, come razzismo e altre forme di discriminazione. Abbiamo condotto questo lavoro nella città di Baltimora, che ha uno dei più alti tassi di traumi infantili nel paese".
I ricercatori hanno confrontato gli effetti di due programmi scolastici progettati per promuovere uno sviluppo sano e il processo decisionale, un programma di mindfulness basato sulla meditazione e pratiche di respirazione e un programma sanitario incentrato su alimentazione e comportamenti sani. Ciascun programma è stato attuato quattro volte a settimana durante la giornata scolastica per circa otto settimane.
La ricerca faceva parte di uno studio più ampio che valutava l'impatto dei programmi sulla fisiologia dello stress. I risultati sono pubblicati sulla rivista Mindfulness.
"Era importante ascoltare le voci degli studenti in modo da poter apprendere cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato, e quali fossero i benefici percepiti. Così abbiamo condotto dei focus group in ciascuna delle scuole partecipanti dopo la conclusione del programma".
Lo studio del focus group includeva dati di 45 studenti della prima superiore in tre scuole. La maggioranza si è identificata come nera (86,7%), il che era coerente con la popolazione studentesca.
Dai focus group sono emersi quattro temi; tre di essi erano comuni a entrambi i programmi ma con applicazioni diverse.
Gli studenti che hanno partecipato al programma di mindfulness hanno mostrato una maggiore intelligenza emotiva e una maggiore capacità di riconoscere o anticipare emozioni e reazioni in se stessi e negli altri.
"Si tratta di assunzione di prospettiva, empatia, compassione e consapevolezza di sé e degli altri. Gli studenti hanno parlato di come queste pratiche meditative li hanno aiutati a essere consapevoli di ciò che gli altri potrebbero vivere e pensare prima di reagire".
Gli studenti di entrambi i programmi hanno sperimentato un cambiamento di mentalità verso il controllo cognitivo attraverso una maggiore concentrazione, consapevolezza e intenzionalità. La meditazione ha aiutato a coltivare una maggiore consapevolezza, azioni intenzionali e un pensiero più profondo, mentre i giovani nel programma sanitario hanno riferito una maggiore consapevolezza e riflessione sulle scelte sanitarie personali.
Gli studenti di entrambi i programmi hanno inoltre riferito di essere stati in grado di trasferire le competenze apprese nel programma in altri contesti e di aver condiviso ciò che avevano imparato con familiari e amici.
"Questo è incredibilmente importante perché significa che l’apprendimento sta diventando parte di ciò che sono e del modo in cui si comportano in contesti diversi. Le capacità di mindfulness possono essere utili nell'interagire con gli altri e nel ridurre i livelli di stress non solo con i compagni a scuola, ma con la famiglia e gli altri nella comunità".
Infine, i giovani non si sono limitati a trasferire gli apprendimenti in situazioni differenti, ma hanno anche insegnato le loro nuove competenze ad altri, compresi coetanei e familiari.
"La nostra ricerca mostra che questi tipi di programmi funzionano quando sei intenzionale e dai priorità ai giovani. In questo caso, si trattava degli alunni di prima superiore, ma queste abilità possono influenzare comportamenti e risultati per i giovani di tutte le età.
È importante continuare questo lavoro e pensare all'implementazione di questo tipo di programmi e competenze in ambienti diversi, per migliorare le capacità di relazione e interazione sociale" concludono i ricercatori.
