La solitudine, reale o percepita, sembra essere in aumento in tutto il mondo tra i più giovani. Una delle cause principali di questa situazione, secondo molti, sarebbe il troppo tempo trascorso sui social network e nel mondo virtuale in generale. Un nuovo studio contraddice questa posizione.
L'uso motivato dei siti di scambio e interazione social per entrare in contatto con le persone e provare compagnia, sostengono i ricercatori, può svolgere un ruolo positivo nell'alleviare il problema.
Indicazione molto interessante considerando quante siano le persone, anche giovani, che nei questionari dichiarano di aver sperimentato una "grave solitudine" negli ultimi anni.
Le persone sole hanno il doppio delle probabilità di diventare depresse e la solitudine è un fattore di rischio chiave per l'autolesionismo, i pensieri suicidari e, forse, gioca un ruolo importante anche per chi decide davvero di togliersi la vita.
Molti sospettano che l'aumento della solitudine sia dovuto a un crollo del contatto sociale interpersonale e dell'impegno all’interno della propria comunità, poiché sempre più tempo viene online anziché connettersi con altri nella vita reale, partecipando con loro a incontri e attività finalizzate anche al bene comune.
I giovani trascorrono oggi mediamente quattro, cinque ore al giorno sui social network e un uso intensivo dei social media è stato collegato da diversi studi alla depressione.
Passare troppo tempo sui social network sembra essere un fattore chiave nella solitudine, ma un nuovo studio pubblicato in Telematics and Informatics suggerisce che l'uso motivato dei siti di social network per entrare in contatto con le persone e provare senso di compagnia può anche svolgere un ruolo importante nell'alleviarla. Il testo è stato scritto da Brandon Bouchillon, professore associato di giornalismo presso l'University of Arkansas.
Lo studio ha verificato l'influenza della qualità dell'amicizia in rete sull'autostima e sulla solitudine. Bouchillon distingue tra il tratto personale dell'autostima, come forma più costante e duratura di autostima, e l'autostima di stato, che è transitoria, ad esempio la sensazione positiva che si prova quando un post sui social media riceve un "mi piace".
Bouchillon ha condotto un sondaggio web su 1.500 partecipanti abbinati alle percentuali del censimento degli Stati Uniti per sesso, razza, etnia, età e regione di residenza, ed è stato in grado di contattarne più della metà sei settimane dopo.
Agli intervistati sono state fornite affermazioni come "Sono una persona di valore" e "Penso di avere una serie di buone qualità", quindi è stato chiesto di rispondere su una scala a cinque punti che andava da "fortemente in disaccordo" a "fortemente d'accordo".
Agli intervistati è stato anche chiesto se nella settimana precedente si fossero sentiti esclusi o isolati dagli altri. Le domande sulla qualità dell'amicizia in rete chiedevano se scherzassero e interagissero con leggerezza con gli amici sui siti di social network o se provavano un senso di cameratismo e di vicinanza quando li usavano.
In generale, Bouchillon ha scoperto che le persone più giovani coinvolte nella ricerca, dai 18 ai 29 e dai 30 ai 39, hanno segnalato una qualità di amicizia in rete molto più elevata rispetto alle persone di 50 anni e oltre.
Detto questo, i giovani dai 18 ai 39 tendevano anche a segnalare una minore autostima e tassi più elevati di solitudine. Ma coloro che hanno avvertito vicinanza e senso cameratismo con altri utenti dei social network hanno indicato un aumento dell'autostima sei settimane dopo, e questa associazione è risultata significativa per gli utenti fino all'età di 61 anni. I guadagni in autostima si sono riversati anche sulla riduzione del senso di solitudine per le generazioni più giovani.
Le persone ormai adulte invece vedono l'amicizia digitale più come un sostegno che come un'aggiunta alle relazioni nella vita reale.
"Ho scoperto che i cambiamenti nelle reti personali, ovvero il senso di vicinanza e di cameratismo con altri utenti dei social network, possono portare a un aumento del senso di autostima, e questo si collega a livelli più bassi di isolamento sociale percepito, anche nel tempo" ha affermato il dottor Bouchillon.
"Quindi, nonostante il fatto che il modo in cui ci sentiamo riguardo a noi stessi sia per lo più stabile per tutta la vita" ha continuato, "entrare in contatto con le persone e percepire anche solo lontanamente un senso di cameratismo può portare a sentirsi meglio con se stessi e meno soli, il che in teoria si collega a minori probabilità di autolesionismo e suicidio".
Bouchillon ha affermato di essersi interessato a questo argomento perché lo scorso anno il Surgeon General ha lanciato un allarme sull'alto tasso di suicidi negli Stati Uniti e ha incoraggiato i ricercatori a valutare il potenziale delle modalità di comunicazione in rete per connettere e fare sentire meno sole le persone.
"È davvero difficile affrontare direttamente l'ideazione suicidaria e l'autolesionismo attraverso questionari" ha spiegato Bouchillon. "Si tratta di cose socialmente indesiderabili su cui chiedere, e nessuno vuole ammettere di sentirsi in questo modo. Detto questo, sono più propensi a parlare di sentirsi socialmente isolati e soli. Quindi sto affrontando il rischio di suicidio e il problema dell'ideazione suicidaria attraverso la lente della solitudine, con questo studio".
In definitiva, Bouchillon ritiene che i corsi nelle scuole superiori, all'università e nell'istruzione per adulti volti a sviluppare le migliori pratiche per utilizzare in modo sicuro ed efficace le applicazioni dei social network per stabilire connessioni con persone nuove e diverse sarebbero un buon punto di partenza, per ridurre la gravità della solitudine percepita.
La questione di come coltivare al meglio queste amicizie non è al centro dell'articolo, ma in un altro studio di prossima pubblicazione per Human Behavior and Emerging Technologies , Bouchillon ha scoperto che potrebbe essere utile unirsi a gruppi di hobby e gruppi di interesse basati su argomenti non correlati alla politica.
Utilizzare interessi condivisi per rompere il ghiaccio sui siti di social network può aiutare gli utenti a superare altre differenze di personalità forti all'inizio. Ciò consente alle reti personali di espandersi e potrebbe potenzialmente contribuire a un senso di cameratismo.
Gli argomenti non politici possono spaziare dall'essere tifosi della stessa squadra sportiva al condividere gli stessi hobby, come l'escursionismo, il giardinaggio o il birdwatching. Connettersi con le persone sulla base di interessi condivisi potrebbe essere utilizzato per incoraggiare l'impegno sociale nel mondo reale e una maggiore differenziazione all’interno delle esperienze di “cameratismo sociale”.