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Una nuova ricerca della Washington State University rivela come i giovani che lavorano con i cavalli sperimentino una sostanziale riduzione dello stress - e la prova di questo risiede nella saliva bambini.

20140430 cavalli

"Ci siamo mossi a partire dal punto di vista della prevenzione", ha detto Patricia Pendry, una psicologa dell'età evolutiva dell'università, la quale studia come lo stress "lavori sotto la pelle" e analizza gli effetti dei programmi di prevenzione riguardo allo sviluppo umano. "Siamo particolarmente interessati a ottimizzare la produzione di ormoni dello stress sano nei giovani adolescenti, perché sappiamo da altre ricerche che i modelli di ormone dello stress sano possono proteggere da problemi di salute fisica e mentale."

Il suo lavoro è la prima ricerca basata su un'evidenza scientifica nel campo dell'interazione uomo-equino, finalizzata a misurare un cambiamento nei livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, nei partecipanti.

"E' molto interessante lo studio degli ormoni dello stress. Possono essere campionati e analizzati in modo non invasivo e comodo, utilizzando campioni di saliva in contesti di normalità, mentre le persone svolgono le loro usuali attività quotidiane", ha detto la professoressa Pendry.

I programmi sperimentali sull'interazione uomo-animale con cavalli, cani, gatti e altri animali da compagnia hanno comprovato il miglioramento delle competenze sociali, dell'autostima e del comportamento dei giovani, tuttavia la ricerca scientificamente valida a sostegno di tali affermazioni e risultati - in grado di studiare e comprendere il meccanismo di fondo per cui le persone vivono un'esperienza positiva partecipando a questi programmi - è stata finora limitata.

Tre anni fa, il National Institutes of Health ha chiesto ai ricercatori di affrontare le grandi domande e questioni relative agli effetti di interazione uomo-animale sullo sviluppo del bambino. La professoressa Pendry ha condotto un progetto di ricerca che ha coinvolto studenti tra i 10 e i 15 anni, i quali hanno partecipato a un programma di apprendimento delle modalità di interazione con i cavalli.

La familiarità con i cavalli della professoressa Pendry risale a quando era bambina, per prepararsi a guidare la ricerca ha ripreso l'abitudine di dedicarsi all'equitazione, questa volta con finalità terapeutiche.
 
{xtypo_quote}Livelli elevati dell'ormone dello stress comportano un rischio potenziale {/xtypo_quote}
 
La prof.ssa Pendry sostiene che il funzionamento dell'ormone dello stress dipende da come percepiamo lo stress e da come lo affrontiamo. Lo stress non è solo quello che si esperisce ma è anche come si interpreta la dimensione di esperienza all'interno della quale lo stress si produce. Un bambino di fronte a un cavallo, animale grande e sconosciuto, può vivere una situazione di stress maggiore rispetto a quando si trova a contatto con un animale più piccolo o familiare.

In collaborazione con il PATH (Palouse Area Therapeutic Horsemanship) è stato progettato e implementato un programma di dopo-scuola rivolto a 130 ragazzi, realizzato nel corso di un periodo di due anni, nell'ambito dei quali gli studenti sono stati portati dalla scuola alle scuderie per 12 settimane complessivamente.

La partecipazione dei ragazzi al programma è stata stabilita in modo casuale, ed è stata creata una lista di attesa. Le attività erano basate sulle tecniche di equitazione naturale, il programma ha garantito 90 minuti alla settimana per conoscere il comportamento del cavallo, le modalità della sua cura, della manipolazione, dell'equitazione e dell'interazione.

I partecipanti hanno fornito sei campioni di saliva, nell'arco di due giorni, prima e dopo lo svolgimento del programma, all'interno delle 12 settimane previste. La prof.ssa Pendry ha confrontato i livelli e modelli di funzionamento dell'ormone dello stress attraverso la misurazione del cortisolo. I risultati sono stati entusiasmanti, ha sostenuto.

"Abbiamo scoperto che i ragazzi che avevano partecipato al programma di 12 settimane avevano livelli di ormone dello stress significativamente più bassi per tutta la giornata e nel pomeriggio, rispetto ai bambini del gruppo in lista di attesa", ha detto. "Ci siamo entusiasmati perché sappiamo che i livelli elevati di cortisolo di base - in particolare nel pomeriggio - sono considerati un potenziale fattore di rischio per lo sviluppo di psicopatologie."
 
{xtypo_quote}Prove a sostegno delle attività di interazione tra uomo e animale{/xtypo_quote}

La prof.ssa Pendry ha sostenuto che il progetto sperimentale e i risultati dello studio forniscono un credito più scientifico a quanto affermano i terapeuti che lavorano usualmente con i cavalli, e a quanto riferiscono di positivo genitori e figli che vi hanno partecipato. Si spera inoltre che i risultati della ricerca portino allo sviluppo di programmi di attività di dopo-scuola alternativi a quelli attualmente esistenti.

Sebbene la ricerca si sia focalizzata sulla prevenzione, conclude la dottoressa Pendry, potrebbe essere un punto di partenza per esaminare l'impatto sui giovani di elevati livelli di stress in rapporto a problemi di salute fisica o mentale.

 


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