Parlare genericamente di giovani immigrati di “seconda generazione”, quando si prende in considerazione il loro inserimento nel sistema scolastico, e mettere l’accento sullo svantaggio sociale per valutare i loro percorsi di apprendimento e spiegarne gli esiti a volte difficili, può essere riduttivo.
Nel suo saggio, “I bambini immigrati a scuola. Disuguaglianze scolastiche dalla scuola primaria all’istruzione superiore”, il sociologo Mathieu Ichou, ricercatore presso l'Istituto Nazionale di Studi Demografici (INED) di Parigi, analizza l'istruzione dei figli di immigrati, che in Francia sono quasi un un quarto degli studenti, e porta una nuova prospettiva sociologica su una fondamentale questione educativa e civica fondamentale.
È un'analisi che può gettare una luce e offrire indicazioni anche per quello che sta avvenendo o potrebbe avvenire nel nostro paese.
Usando statistiche riferite agli esiti scolastici di gruppi di studenti negli ultimi decenni, Ichou ha studiato l'evoluzione dei loro percorsi scolastici. Sotto la categoria troppo uniforme e indifferenziata della " seconda generazione", a suo parere, sta in realtà emergendo una grande diversità di esperienze scolastiche.
In un recente intervento sull’Express, lo studioso ha spiegato che quando si parla dei figli degli immigrati, riferendosi a quella che viene spesso chiamata al singolare "seconda generazione", si tende a pensare esista una sola situazione che permetterebbe di caratterizzarli unitariamente.
Anche se, in genere, i figli degli immigrati hanno maggiori difficoltà scolastiche rispetto ai compagni francesi, bisogna evitare di avere una visione che appiattisca e attribuisca, superficialmente, alla difficoltà di condizione sociale l'insuccesso scolastico.
Analizzando in modo approfondito i dati statistici, sottolinea Ichou, i risultati mostrano, al contrario, una notevole diversità di esiti.
Per spiegare la particolare difficoltà negli studi di questi ragazzi, una certa impostazione sociologica tende a far leva su un semplicistico approccio culturalistico.
Questa impostazione non permette di comprendere la grande diversità che si riscontra nella realtà: non può spiegare perché la situazione educativa dei ragazzi immigrati sia tanto varia all'interno di un identico gruppo etnico, anche se si suppone che i ragazzi condividano la stessa cultura di origine. Questa lettura, secondo il sociologo, è troppo semplicistica e riduttiva.
La situazione educativa dei giovani immigrati varia molto a seconda degli individui e delle generazioni. Occorre tener conto delle particolarità dei loro percorsi e, soprattutto, di quello dei loro genitori.
Gli studi empirici di solito mettono l'accento, in particolare, sull'importanza determinante dell'origine sociale, attribuendo risultati più modesti nell’istruzione dei giovani immigrati alla posizione sociale più povera dei loro genitori.
Quando la ricerca mostra che i figli degli immigrati hanno meno successo a scuola rispetto ai figli dei francesi, le scienze sociali spiegano questo insuccesso con il fatto che i loro genitori occupano una posizione sociale svantaggiata. Questo è certo importante, concorda Ichou, ma insufficiente per spiegarlo.
Questo approccio è insufficiente in quanto fatica a spiegare perché i percorsi scolastici di giovani immigrati di uguale livello sociale siano tanto diversi. Storie e percorsi sono molto più vari di quanto si possa immaginare, sottolinea Ichou.
Occorre prendere in considerazione altri fattori e criteri di analisi.
Tradizionalmente, le famiglie immigrate vengono “osservate” una volta che entrano nel territorio nazionale, ma non si sa molto della loro storia precedente. Quali sono state le esperienze della famiglia, quali le caratteristiche socio-professionali degli adulti prima di arrivare in Francia? Quali erano lo stato d’animo e le volontà dei genitori quando hanno deciso di partire e iniziare il loro viaggio?
Nel suo lavoro Ichou ha studiato due gruppi particolari di giovani: i figli di immigrati dalla Cina, dal Vietnam, dal Laos, dalla Cambogia, da un lato, i quali hanno mediamente un discreto successo scolastico; e i figli degli immigrati turchi dall’altro, che incontrano spesso più difficoltà negli studi.
Come spiegare queste disparità?
È necessario cercare di comprendere l’esito del percorso scolastico dei ragazzi a partire dalla storia pre-migrazione dei genitori, per conoscere le aspirazioni e le “risorse scolastiche” che hanno trasmesso ai loro figli, e quali siano le “narrazioni biografiche” a sostegno dell’impegno a scuola.
È essenziale analizzare gli effetti intergenerazionali della posizione sociale dei genitori nel loro paese di origine, sul livello di istruzione che i figli raggiungono in Francia.
In aggiunta, al di là della comune attenzione sul ruolo che hanno i genitori per la socializzazione dei figli, Ichou sottolinea l'influenza, a volte benefica a volte negativa, dei fratelli, specialmente dei fratelli o delle sorelle più grandi.
L'insuccesso scolastico viene spesso attribuito al fatto che un ragazzo abbia troppi fratelli, tuttavia molto spesso in questo ci si sbaglia.
Altre risorse che hanno un impatto positivo sulla scolarizzazione dei giovani possono essere trasmesse dall'influenza di un fratello maggiore o di una sorella maggiore. Contro la condizione negativa dell’isolamento scolastico, i fratelli e le persone immediatamente vicine, possono avere un ruolo benefico.
Sono questi due fattori forti di socializzazione per i giovani. Da un lato, i legami affettivi nel senso della famiglia; dall'altro, le relazioni con individui al di fuori della cerchia familiare.
Questi due elementi possono rendere disponibili risorse preziose per il successo scolastico, sia che siano, o meno, disponibili in casa.
Tuttavia è necessario farne buon uso, sottolinea e conclude Ichou. Non è solo la forma della rete di relazioni su cui possono far conto i ragazzi, ma anche e soprattutto il contenuto delle norme e dei valori sviluppati e trasmessi e la loro compatibilità con quelli scolastici, che possono consentire di esaminare e valutare gli effetti delle relazioni sociali in cui sono immersi i giovani immigrati, sui loro percorsi educativi e di istruzione.