Quando i ragazzi sono vittime di bullismo spesso ne riportano conseguenze personali significative, tra le quali sentimenti di isolamento e umiliazione. Eppure, molti ragazzi presi di mira non raccontano a nessuno del bullismo che hanno subito.
Le ragioni che portano al silenzio sono molte e variano da ragazzo a ragazzo, ma il bullismo è spesso spaventoso e genera confusione, soprattutto all'inizio. Questo fatto provoca incertezza nella maggior parte degli adolescenti su come gestire la situazione. Molti non parlano degli episodi di bullismo mentre cercano di capire cosa fare.
Alcune ricerche indicano che oltre il 60% degli studenti vittime di bullismo non ne ha mai parlato a nessuno. Anche quando si sono verificate lesioni, il 40% delle vittime non ha denunciato l'incidente. Cosa porta i ragazzi ad esitare di fronte alla denuncia?
Vergogna e imbarazzo
Il bullismo riguarda il potere e il controllo, l’essere presi di mira può far sentire i ragazzi impotenti o deboli. In molti ragazzi questo crea sentimenti di forte vergogna e imbarazzo. Se un ragazzo è vittima di bullismo a causa di qualcosa a cui è già sensibile, come una caratteristica fisica o l'accusa per qualcosa che ha fatto, in molti casi sarà troppo imbarazzato per parlarne.
Parlare del bullismo richiederebbe di evidenziare il "difetto" agli altri. Per alcuni ragazzi, il pensiero di sollevare la questione con un adulto è peggio del bullismo stesso.
I ragazzi si sentono vittime di bullismo a causa del loro aspetto, della propria origine etnica, perché ritenuti omosessuali, perché poveri o disabili. Tutti questi sono scenari cui di solito i giovani sono sensibili e di cui non vogliono discutere.
Paura di ritorsioni
Spesso i ragazzi pensano che denunciare un bullo non servirà a niente. Non solo si sentono impotenti, ma temono anche che il bullismo peggiorerà ulteriormente le loro vite solo se ne parleranno. Buona parte dei giovani vittime di bullismo riferisce che chi li ha presi di mira era più grande e fisicamente più forte, inoltre sottolinea che chi li bullizzava aveva la capacità di influenzare la percezione che gli altri studenti avevano di loro.
Molti ragazzi preferiscono cercare di superare la “tempesta” da soli piuttosto che rischiare di aggravare il problema. A volte, credono persino che, se tacciono, il bullismo alla fine cesserà. Se parlano con un adulto, spesso è solo dopo essersi fatti promettere che non riferirà degli episodi e non farà nulla al riguardo.
Preoccupazione di peggiorare le cose
Quando si scopre che un figlio è vittima di bullismo, è naturale provare il desiderio di fare subito qualcosa. Ma la tendenza di un genitore a intervenire per risolvere i problemi potrebbe essere la vera ragione per cui un figlio esita a coinvolgerlo.
I ragazzi possono temere che i genitori facciano una scenata. Per mitigare questa potenziale preoccupazione di un figlio, è importante moderare la propria reazione immediata e non agire subito, in particolare quando si tratta di contattare la sua scuola o altre parti coinvolte. Meglio invece concentrarsi sul tentativo di responsabilizzare il ragazzo a sviluppare un piano per affrontare il bullismo.
Gli si può chiedere come vorrebbe gestire la situazione e cosa vorrebbe che si facesse per lui. Se preferiscono che un genitore non dica nulla, meglio rispettare questa richiesta. A meno che non ci sia stato qualcosa di molto grave che ha portato anche a una violazione della legge. Se non è questo il caso, è preferibile lasciare che le cose procedano secondo un ritmo che sia giusto per il ragazzo, evitando ad esempio di chiamare i genitori del bullo o di provocare una scenata a scuola.
In questo modo si peggiorerebbe la situazione per il proprio ragazzo, che dovrebbe ora affrontare il bullismo ed essere quello il cui genitore ha provocato una scenata.
Desiderio di accettazione
Molte volte i ragazzi sentono di dover accettare forme di bullismo occasionale per far parte di un gruppo. Di conseguenza, soccombere alla pressione dei pari e accettare il bullismo sono un modo per mantenere la loro posizione sociale.
I ragazzi vittime di bullismo spesso desiderano essere accettati dagli stessi compagni che li maltrattano. Per rimanere parte del gruppo, possono tollerare false amicizie e comportamenti meschini, specialmente se la persona che li bullizza ha una “posizione sociale” più alta della loro. Secondo alcuni studi, il 50% degli studenti vittime di bullismo di età compresa tra i 12 ei 18 anni riferisce che quelli che li bullizzavano avevano una maggiore influenza sociale e il 31% indica che hanno anche più soldi.
Preoccupazione di non essere creduti
Molte volte, i bulli sono i ragazzi che insegnanti e genitori meno sospetterebbero: quelli che sono “popolari”, vanno bene a scuola o hanno una posizione sociale elevata nella comunità. Di conseguenza, quando questi ragazzi prendono di mira qualcuno che è molto in difficoltà o ha problemi disciplinari, è naturale per lo studente vittima di bullismo presuma che nessuno gli crederà.
Questi ragazzi sono generalmente molto consapevoli dei loro problemi e hanno paura che gli altri presumano che stiano mentendo o che stiano inventando qualcosa. Potrebbero tacere perché credono che aprirsi non porterebbe a nulla di buono: nessuno crederebbe più a loro che a quell’altro studente così ben visto.
Preoccupazione di essere considerati spie
La maggior parte degli episodi di bullismo si verifica quando gli adulti non sono in giro, sulle scale, nei corridoi bui, nei bagni e negli spogliatoi. Per ottenere aiuto, la persona vittima di bullismo deve dirlo a qualcuno o sperare che un qualche testimone riferisca dell'incidente. Poiché nessuno vuole essere etichettato come una “spia”, il bullismo spesso non viene denunciato. C'è spesso questo tacito codice di omertà sul bullismo; e finché questo codice è in vigore, il bullismo non cesserà.
Per cambiare questa cultura della segretezza sul bullismo, gli educatori devono assicurarsi di creare un ambiente in cui denunciare il bullismo non sia solo accettabile ma ben visto. Ciò significa anche che devono stare attenti a come gestiscono le segnalazioni di bullismo, incluso il modo in cui interagiscono con gli studenti che riferiscono di essere stati molestati e maltrattati.
Bassa autostima
I ragazzi sono spesso molto consapevoli dei loro difetti. Di conseguenza, se qualcuno si concentra su uno di questi difetti e lo usa per provocarlo e prendere in giro, molti ragazzi sentiranno quasi automaticamente di meritare il trattamento. Quando un ragazzo è eccessivamente autocritico o manca di autostima, potrebbe scoprire di accettare le provocazioni del bullo e, di conseguenza, accettare quel trattamento svalutante.
Mancato riconoscimento del bullismo
Il bullismo fisico è facile da riconoscere e quindi è più probabile che venga denunciato. Le forme più sottili di bullismo come l'aggressività relazionale, d'altra parte, rischiano di rimanere meno individuabili e non segnalate. I ragazzi potrebbero non rendersi conto che anche la diffusione di malevolenza, l'ostracismo e il sabotaggio delle relazioni sono forme di bullismo.
Per questo motivo, è importante che i genitori e gli insegnanti parlino ai ragazzi di ciò che costituisce il bullismo, assicurandosi che i ragazzi sappiano che amicizie e relazioni sane implicano rispetto e sostegno reciproci. Anche comportamenti più sottili come il prendere in giro possono trasformarsi in bullismo.
Pensare che non sarà d'aiuto
Nonostante tutti i progressi compiuti nella prevenzione del bullismo, circola ancora un messaggio implicito che i ragazzi devono essere duri nelle situazioni difficili. Molti giovani presumono che gli adulti non aiuteranno o temono che penseranno male di loro o addirittura si arrabbieranno per l'abuso che stanno subendo. Possono credere che gli adulti si aspettino che gestiscano la situazione da soli.
Di conseguenza, man mano che i ragazzi crescono, segnalano sempre meno gli episodi di bullismo che subiscono e solo una minoranza degli studenti delle scuole superiori vittime di bullismo denunciano le molestie e il bullismo che stanno subendo.
Poiché i ragazzi raramente raccontano a un adulto quando subiscono bullismo, è importante che i genitori, gli insegnanti e gli altri educatori siano consapevoli dei segnali di pericolo del bullismo.
Ad esempio, i ragazzi possono alludere al bullismo dicendo che c'è molta tensione a scuola, che i compagni stanno scherzando con loro o che non hanno amici. Sono tutti segni che stanno vivendo una qualche forma di bullismo.
Quando ci si rende conto il proprio ragazzo viene bullizzato, bisogna lavorare con lui, in modo tranquillo e non emotivo, per non stressarlo ulteriormente, creando opzioni di risposta e cercando con lui come superare il bullismo che sta subendo.