In data odierna, all’esito di una articolata e spedita attività investigativa coordinata da questo Ufficio, è stata data esecuzione, dalla Squadra Mobile della Questura di Varese, a tre ordinanze di custodia cautelare emesse nei confronti di tre dei quattro minorenni autori dei gravissimi fatti occorsi a Varese nei giorni scorsi. Un quarto minorenne, anch’esso coinvolto, era stato già sottoposto a fermo di polizia giudiziaria in data 20 novembre, alla luce di un accertato e concreto pericolo di fuga; per quest’ultimo è stata celebrata in data odierna l’udienza di convalida, al termine della quale è stata disposta dal GIP la custodia cautelare.
L’asciutto riserbo di questo Ufficio, a fronte del legittimo allarme mediatico dei giorni scorsi, è stato imposto dalla necessità di acquisire elementi probatori irrinunciabili, quali l’esame della vittima, da pochi giorni in grado di riferire quanto subito, nonché il sopralluogo presso il garage dove si sono consumati i fatti. Il compendio probatorio è stato così sottoposto al vaglio del G.I.P. presso il Tribunale per i minorenni di Milano, che ha tempestivamente valutato la sussistenza delle ipotesi delittuose prospettate e l’assoluta necessità di provvedimenti cautelari.
E’ stato, infatti, accertato che la giovanissima vittima, il 9 novembre scorso, è stata minacciosamente avvicinata da quattro coetanei e condotta presso un garage poco distante, nel quale è rimasta rinchiusa per circa tre ore e mezzo. Qui, il minore è stato sottoposto a percosse, minacce e sevizie. Per quanto acclarato allo stato delle indagini, dopo essere stato legato su una sedia con cavi di acciaio, è stato a più riprese percosso dai quattro indagati; spogliato, a torso nudo e senza scarpe, gli è stata versata addosso acqua gelida e sapone liquido sugli occhi; gli è stato mostrato un coltello, la cui lama gli è stata appoggiata sulla mano immobilizzata, minacciandolo di tagliargli un dito; alcuni colpi gli sono stati inferti, con intento minaccioso, con un bastone ferrato; uno dei sequestratori si è temporaneamente assentato, promettendo di ritornare con i pitbull di una parente, che sarebbero stati aizzati contro la vittima; gli veniva avvicinato un accendino con una bomboletta di gas minacciando di dargli fuoco; più volte il giovane sequestrato è stato minacciato di essere trattenuto nel garage ad oltranza, fino alla morte. Le invocazioni di aiuto sono state tacitate con la minaccia di sigillare la bocca del sequestrato con nastro adesivo, così rendendo difficoltosa anche la respirazione. La liberazione è stata decisa solo a fronte di ulteriori percosse e reiterate promesse di silenzio. Gli è stato, da ultimo, asportato il telefono cellulare ed un orecchino dallo stesso indossato.
I minori sottoposti alle indagini parrebbero aver fumato marijuana prima di commettere i delitti.
Il movente dell’odiosa azione criminale è da rinvenire nel saldo di un preteso credito maturato nei confronti di altro minorenne amico della vittima, sullo sfondo del piccolo spaccio. Allertante l’esiguità della cifra pretesa (appena 40,00 euro), e la pervicacia della pretesa stessa, perseguita anche nei giorni seguenti, fino al raggiungimento della soddisfazione, il 13 novembre successivo.
I minori sono tutti italiani, ad eccezione di uno di loro, di origini ivoriane. Frequentano le scuole medie inferiori o le prime classi delle scuole medie superiori, con percorsi di studio non regolari. Sono tutti giovanissimi, tra i quattordici ed i quindici anni.
I reati contestati da questo Ufficio di Procura sono: il sequestro di persona aggravato, le lesioni personali aggravate, la rapina aggravata; è stato, altresì, contestato anche il delitto di tortura, di recente introduzione nel nostro sistema normativo, alla luce del verificato e comprensibile trauma psichico cagionato nella giovane vittima.
In conclusione, va senz’altro rimarcato il solerte e discreto lavoro encomiabilmente svolto della Squadra Mobile di Varese, nonché la continenza di quanti, nel mondo mediatico, hanno inteso rispettare il riserbo richiesto da questo Ufficio, nella certezza di lavorare nel solco della conciliazione tra diritto all’informazione, garanzie processuali e difesa sociale.
Milano, 23 novembre 2018
Il Procuratore della Repubblica
Ciro Cascone