In occasione del trentennale della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, l’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna esprime la propria posizione sulla tutela dei diritti dei minori.
La Convenzione ha marcato un cambiamento fondamentale per bambini e adolescenti, considerati non più come meri soggetti da tutelare e proteggere, ma come titolari di diritti, persone con proprio valore e dignità. Di notevole rilevanza i due principi ripresi da convenzioni e norme successive: il superiore interesse del bambino e il riconoscimento del diritto del minore di essere ascoltato. Ogni limitazione dei diritti genera a livello individuale e sociale profondo malessere e traumi che possono durare nel tempo, anche per generazioni. Il nostro agire professionale è quindi fondamentale per la riduzione delle conseguenze causate da ogni violazione dei diritti umani, e per la promozione dei diritti stessi.
Gli psicologi, in quanto professionisti della salute che operano nei diversi ambiti relativi all’età evolutiva, hanno il compito di proteggere e promuovere il diritto alla salute di bambini e adolescenti, diritto garantito dalla nostra Costituzione e definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”. Ciò comporta l’impegno a tutelare e promuovere le potenzialità della persona di minore età, contribuendo alla predisposizione delle condizioni necessarie per favorirne lo sviluppo nel migliore dei modi. Diritti dei minori e doveri degli adulti, in questo caso, non vanno posti in antitesi: devono essere tutelati, infatti, i “diritti relazionali”. Il diritto di ogni bambino di essere allevato nell’ambito della propria famiglia di origine corrisponde al diritto dei genitori di realizzare la propria genitorialità in modo competente, efficace e gratificante.
Dare risposta ai bisogni psicologici di crescita garantisce la prevenzione delle diverse e pervasive forme di maltrattamento e trascuratezza a cui sono esposti, ancora oggi, molti bambini nella nostra realtà regionale.
Ascoltare il minore nelle diverse situazioni di vita ed in specifico in condizione di trascuratezza o di maltrattamento e la sua famiglia in stato di vulnerabilità è un lavoro tecnicamente molto complesso. Occorre, infatti, comprendere che cosa nascondono silenzi, paure, negligenze e inadeguatezze e far emergere elementi che aiutino a capire in modo oggettivo l’entità del malessere e se c’è vittimizzazione.
È opportuno comunque precisare che in alcuni casi di grave maltrattamento e abuso è necessario individuare, a protezione del minore, alternative all’ambiente familiare. In questi casi l’istituto dell’affido può talvolta essere lo strumento elettivo per preservare il benessere del bambino e dell’adolescente e rappresentare l’unica risposta riparativa possibile alla sofferenza.
In queste situazioni è utile che lo psicologo sostenga tutti gli attori coinvolti svolgendo, con coscienza, competenza e dedizione, valutazioni, consulenze, supporto psicologico e se necessario anche la psicoterapia.
Ufficio Stampa Ordine degli Psicologi dell'Emilia Romagna
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