Al termine dell’assemblea nazionale i rappresentanti delle organizzazioni di tutta Italia hanno scelto la vicepresidente della cooperativa sociale Open Group: “Oggi più che mai credo nell’importanza di questa realtà che riesce a coniugare, in direzione ostinata e contraria, pratica, cultura e politica partendo dai territori e dalle persone che li abitano, soprattutto da chi fa più fatica”.
Milano – Per la prima volta ci sarà una donna alla guida del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA). Caterina Pozzi è stata eletta all’unanimità dai delegati e dalle delegate che il 15 e il 16 dicembre si sono dati appuntamento a Milano, presso la struttura del TeatroLaCucina all’interno dell’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini, per l’assemblea nazionale “Comunità Accoglienti”.
Il CNCA è un’organizzazione presente in 19 regioni con oltre 240 enti del terzo settore associati: una rete che conta oltre 29mila soci, 14mila addetti e 5mila volontari che ogni anno si fa carico attraverso i servizi territoriali dei suoi associati di 4mila nuclei familiari e 45mila persone.
Caterina Pozzi, già amministratrice delegata e poi vicepresidente della Cooperativa sociale Open Group di Bologna, guiderà un Consiglio Nazionale del CNCA di cui fan parte 33 persone tra cui i 14 presidenti dei livelli regionali di coordinamento: Barbara Balbi (Veneto), Claudio Bassetti (Trentino Alto Adige), Lorenzo Camoletto (Piemonte e Liguria), Paolo Cattaneo (Lombardia), Domenico Di Palma (Puglia), Anna Paola Fabbri (Marche), Francesca Fiorentino (Calabria), Massimo Ippoliti (Abruzzo e Molise), Matteo Lami (Toscana), Piero Mangano (Sicilia), Stefano Nonino (Friuli Venezia Giulia), Stefano Regio (Lazio), Silvia Salucci (Emilia Romagna), Fedele Salvatore (Campania). Marina Galati rappresenta la rete di associazioni di volontariato del CNCA e sono 18 gli eletti in rappresentanza degli associati: Andrea Albino, Emiliano Bertoldi, Barbara Bussotti, Domenico Chionetti, Salvatore Costantino, Silvia Dalla Rosa, Mattia De Bei, Riccardo De Facci, Alessandra De Filippis, Jenny De Salvo, Michelangelo Marchesi, Liviana Marelli, Luigi Nardetto, Alessia Pesci, Massimo Ruggeri, Stefano Trovato (tesoriere) e Angelica Viola.
Il nuovo Consiglio segna una crescita della rappresentanza femminile e l’apertura alla partecipazione di 15 consiglieri al primo mandato. “Il mio essere donna e presidente”, spiega Caterina Pozzi, “vuole affermare un’idea di leadership diffusa e democratica, in cui le tante sensibilità, differenze e intelligenze delle persone del CNCA possano essere valorizzate e avere modo di esprimersi, all’interno di un’organizzazione che ha davanti sfide sempre più complesse”.
In un passaggio storico in cui il welfare può fare la differenza per migliaia di famiglie in scivolamento verso la povertà, il lavoro sociale attraversa una crisi causata da una delegittimazione che è urgente portare al centro dell’agenda politica, e il fare rete consente un confronto virtuoso e un rafforzamento della voce.
“Oggi più che mai credo nell’importanza di questa realtà che riesce a coniugare, in direzione ostinata e contraria, pratica, cultura e politica partendo dai territori e dalle persone che li abitano, soprattutto da chi fa più fatica”, ha dichiarato la neopresidente, che ha voluto ringraziare il suo predecessore Riccardo De Facci e la vicepresidente Marina Galati per l’impegno profuso e il sostegno ricevuto in questi anni.
Il 2022 è un anno particolare per il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza: “Son quarant’anni di CNCA”, prosegue Caterina Pozzi, “e il mondo va sempre peggio, verrebbe da dire parafrasando James Hillman; ma non ci perdiamo d’animo perché in questa mancanza e inadeguatezza ci abbiamo fatto casa, sognatori con i piedi nel fango assieme a tutte le persone che per amore o necessità abbiamo scelto di accogliere con le loro – e le nostre – vite complicate, fragili e vulnerabili”.
“In questo anno abbiamo anche cambiato nome”, prosegue, “da Comunità di Accoglienza a Comunità Accoglienti, perché ci riconosciamo in un cammino di prossimità con le persone e le organizzazioni, dentro le relazioni e i legami con i territori”.
Nella due giorni il CNCA ha confermato l’intenzione di supportare proposte generative e concrete di lavoro sociale e sociosanitario, come le cooperative di comunità, le comunità energetiche, il budget di salute, le case di comunità, l’educatore finanziario, le varie forme di housing sociale, la creazione di diversificati percorsi di inclusione sociale e i progetti di giustizia riparativa. Proposte che sono descritte nel volume Ostinatamente controcorrente, cercando giustizia sociale e ambientale.
Oltre a questo testo sono stati poi consegnati ai partecipanti il Taccuino sui grovigli e l’opuscolo Il tempo della consegna.
Conclude Caterina Pozzi: “Come CNCA assumiamo l’impegno affinché si eviti il rischio di una rigida contrapposizione tra pubblico e Terzo settore, superando la logica attuale che vede il Terzo settore mero esecutore di prestazioni. Il lavoro di cura, il lavoro sociale ed educativo richiedono pluralità di sguardi, competenza e un’esperienza diffusa e articolata: è un orientamento alla buona vita, alla gestione del bene comune e svolge una fondamentale “funzione pubblica” di responsabilità verso tutte le cittadine e tutti i cittadini”.