Mercoledì 10 si è tenuto il convegno “Psicologia giuridica minorile, dalla violenza intra familiare al femminicidio. Profili giurisdizionali – Psicologici e Criminologici - Tecniche Investigative. Introduzione al Corso di alta formazione in psicologia giuridica minorile e delle donne vittime di violenza”, organizzato dall’Istituto Logos di Torino. La sala Maxi Aula 1 della Corte dell’Appello, presso il Tribunale, ha ospitato circa 300 professionisti, tra cui molti avvocati, psicologi, assistenti sociali, giornalisti, educatori e studenti. Tanti sono stati i temi trattati e gli autorevoli relatori intervenuti.
La violenza di genere ha superato di gran lunga i livelli di guardia. Basta gettare uno sguardo ai numeri: in Italia oltre un milione di donne ha subìto soprusi nell’ultimo anno e ogni 3 giorni una di loro viene uccisa. Purtroppo solo il 7,2% delle vittime sporge denuncia. Oltre alle donne, spesso dimenticati, ci sono i figli che assistono.
«La violenza assistita – ha asserito l’avvocato Laura Dutto – è un fenomeno sottovalutato. Una delle ragioni è che il trauma emotivo è meno visibile del trauma fisico». Per fortuna, però, si stanno facendo passi avanti per proteggere sia le donne che i loro bambini. «Con la nuova legge sul femminicidio, -ha aggiunto Dutto - si è modificato l’articolo 61 del codice penale introducendo una nuova aggravante, ovvero se il fatto è stato commesso in presenza o in danno di un minore di anni diciotto ovvero in danno di persona in stato di gravidanza la pena sarà più aspra». Ma come riconoscere l’uomo violento o potenzialmente tale? Alessandro Meluzzi, medico e psicologo, volto noto in molte trasmissioni televisive, ha detto che solo le donne hanno il potere di scegliersi il partner giusto. «Bisogna avere – ha spiegato Meluzzi – la capacità di sottrarsi ad abbagli di innamoramento». Gli uomini violenti sono sicuramente uomini fragili, incapaci di rendere le proprie compagne felici. Cosa fare per prevenire la violenza sulle donne? Educare ad una competenza emozionale-sentimentale e questo compito deve essere affidato a tutta la società, non solo a psicologi e psicoterapeuti.
Guglielmo Gulotta, psicologo ed avvocato, ha concluso il suo intervento con una considerazione che dovrebbe far riflettere. «Signore – ha affermato – per voi tutto è più difficile!» Forse banale, ma profondamente reale.